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Visualizzazione dei post da 2020

Lasagne e un dono personalizzato, Sant'Egidio fa festa a domicilio

Cibo e regali "porta a porta". Così anziani e disabili soli, poveri e detenuti possono sentirsi amati da tante persone Si sa come nei giorni di festa chi è solo provi più dolore per questa condizione, mentre tutto intorno si festeggia. "Il pranzo di Natale", che le Comunità di Sant'Egidio tenevano ovunque, trasformava questa solitudine nella gioia di condividere una festa. Non solo, ma anche di essere considerati amici e chiamati con il proprio nome quando si riceve un regalo personalizzato.  L'immagine del grande pranzo nella basilica di Santa Maria in Trastevere, luminosa e piena di gente, era un po' l'icona di quanto si svolgeva nelle nostre città, non solo a Roma (qui si raggiungono circa 30 mila persone), ma a Milano, Napoli, Genova, Torino, Catania o altrove. Un piccolo popolo festoso si ritrovava in luoghi straordinari e belli: evento non occasionale, ma espressivo di una rete di solidarietà che segue quotidianamente, nelle diverse situazioni,

Positivo il voto ONU sulla moratoria delle esecuzioni: il mondo deve cancellare il più premeditato degli assassinii

Il Colosseo illuminato il 30 Novembre 2020 - Foto Sant'Egidio Mobilitarsi serve, lo dimostra l'impegno della Comunità di Sant'Egidio: l'hanno abolita 114 Stati su 193. Il 12 dicembre l'Onu vota sulla moratoria ha visto un progresso dei voti favorevoli alla moratoria universale: 123 (2 in più rispetto all’ultima votazione), 38 contrari e 24 astenuti. "La pena di morte è il più premeditato degli assassinii". Con queste parole di Gigi Proietti, da poco scomparso, si è aperta l'edizione di quest'anno di “Città per la vita, città contro la pena di morte” , organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio. Le regole di distanziamento sociale non hanno permesso la tradizionale adunanza al Colosseo con la partecipazione di tantissimi giovani. La giornata è stata dunque celebrata a distanza sul Web, con relatori autorevoli e testimoni dei corridoi della morte. L'iniziativa annuale sostiene la Campagna mondiale per la moratoria della pena capitale che l'

Papa Francesco in Iraq: una carezza per i cristiani che soffrono

Il patriarca Sako in Vaticano con Papa Francesco a giugno 2018 L'atteso viaggio di Francesco aprirà una nuova pagina di dialogo interreligioso e riconciliazione Papa Francesco va in Iraq: la prima visita in tempo di pandemia. Un viaggio coraggioso per l'instabilità del Paese. Giovanni Paolo II programmò una visita ai luoghi di Abramo per il Grande Giubileo del 2000, ma si scontrò con il diniego di Saddam Hussein (anche se gli statunitensi erano perplessi su un simile viaggio, temendo fosse strumentalizzato dal dittatore).  Negli ultimi vent'anni la geografia politica e umana dell'Iraq è stata sconvolta più volte: l'invasione del 2003, l'occupazione del Paese, l'insorgenza di Daesh, la persecuzione dei cristiani e degli yazidi, gli attacchi a tutti i gruppi iracheni. Si vede come la guerra non risolve nulla, anzi peggiora la situazione, anche se nel 2000 il popolo iracheno viveva in sofferenza.  I cristiani iracheni hanno tanto sofferto. Nel giugno 2014 i m

Una sola umanità, nessuno è marginale

Bisogna rendere protagonisti della nuova storia i dimenticati: è questa la lezione da cogliere L'enciclica Fratelli tutti non va dimenticata. C'è nella società un consumismo degli eventi e dei discorsi per cui non si apre un vero dibattito alla ricerca di una visione del futuro. Così capita anche nella Chiesa, passando da un fatto all'altro, da un discorso all'altro, pure in tempo di pandemia. L'enciclica Fratelli tutti fa da sfondo agli eventi e agli interventi del Papa di quest'ultimo periodo. È la proposta di ricostruire il mondo a partire da relazioni sociali infrante o inesistenti, dalla miseria, dallo sfruttamento della Terra che crea un'eredità avvelenata per le future generazioni.  In questo sfondo ideale si inquadra l'evento di novembre ad Assisi, The Economy of Francesco, con la partecipazione di giovani economisti e imprenditori del mondo. Il Papa nel suo videomessaggio ha detto: «Da una crisi non si esce mai uguali: usciamo meglio o peggio»

Il Perù tra povertà, Covid e golpe bianchi

Un momento delle proteste a Lima - Foto di Johnattan Rupire da Wikimedia Commons  Quattro capi di Stato in due anni, proteste con morti e feriti, una corruzione endemica e profonda Il Perù (33 milioni di abitanti) è un Paese latinoamericano dalla grande storia, frutto di meticciato di civiltà e ricco di potenzialità economiche. Ma il Covid-19 l'ha investito brutalmente: quasi un milione di contagiati e 35 mila morti.  Le diseguaglianze sono forti. La pandemia ha abbattuto il tasso di crescita e le conseguenze sociali non si faranno attendere. Il dramma nel dramma è la politica instabile. La battaglia tra i due presidenti, quello della Repubblica Martin Vizcarra e quello del Parlamento Manuel Merino, si è risolta in un dramma che potrebbe essere definito semiserio, se non fosse per i due morti e le centinaia di feriti causati dalla repressione delle manifestazioni. Vizcarra era stato destituito da un voto di sfiducia trasversale del Parlamento e sostituito con Merino. Molti osserva

E il gigante si scoprì fragile e diviso: Il futuro degli USA

Manifestazione a Philadelphia durante il conteggio dei voti - Foto da Facebook Mentre si litiga sull'esito del voto, il Paese attende interventi risolutivi in campo sanitario e sociale Che succede negli Stati Uniti? Il passato ci ha abituato a focose nomination dei candidati dei due partiti e poi a scontri epici tra i contendenti alla Casa Bianca, ma quello che succede oggi è nuovo. Dopo la conta dei voti (e l'individuazione dei "grandi elettori" per ogni Stato) si conosceva subito il vincente.  Il perdente riconosceva la vittoria con fair play, dando il senso di istituzioni democratiche, sicure e forti. E poi, i team del presidente uscente e di quello entrante lavoravano insieme per il passaggio delle consegne del 20 gennaio, giorno del giuramento. Quasi non ci si accorgeva di un sistema elettorale piuttosto arcaico e complicato: può premiare il candidato che ha guadagnato più grandi elettori negli Stati, e magari non il maggior numero di voti complessivi. Tutto per

La risposta giusta al terrorismo è lavorare di più e meglio all'integrazione

Corone di fiori e ceri deposti presso il luogo dell'attentato di Vienna - Foto da © Bwag/Commons Solo un'Europa più unita e coesa, dall'intelligence alle politiche sociali, può battere il fanatismo Due attacchi terroristici hanno colpito l'Europa. Tre persone sono state uccise nella basilica di Notre-Dame di Nizza, in Francia: due donne in preghiera e un accogliente sacrestano. L'assassino è un giovane tunisino, 21 anni, da poco sbarcato in Italia e trasferitosi in Francia. Sembrava un caso di terrorismo solitario, ma si indaga sulle connessioni. A Vienna quattro morti, molti feriti, alcuni dei quali gravi: gente che la sera sedeva ai tavoli dei bar, colpiti da un ventenne macedone, cittadino austriaco, affiliato a Daesh. Il dolore è grande per le vittime. Questi atti vogliono terrorizzare gli europei e mostrare che il radicalismo terrorista può colpire ovunque e crudelmente. C'è una strategia eversiva contro l'Europa? Si tratta di lupi solitari risvegliat

La rabbia degli esclusi che non hanno futuro

Un'immagine degli scontri al centro di Roma - Foto da open online Sono giovani, militanti di destra, centri sociali... Manca un progetto per includere le periferie Le decisioni del Governo per la lotta alla pandemia non sono state facili. C'è un'urgenza perché il Covid-19 avanza. Alcune categorie sono state molto colpite dai provvedimenti e hanno legittimamente protestato.  Ma c'è stata un'altra protesta che ha dato luogo a episodi di violenza: quella di una galassia di periferici, di militanti di destra, di centri sociali, di ultrà e di giovani italiani e di origine straniera. I messaggi di rivolta e di violenza correvano via social. I periferici sono stati al centro, bloccando il traffico, rompendo le vetrine. Non è uguale dovunque. A Napoli si sospetta l'infiltrazione della camorra. Contro cosa protestano? Certo il Governo e le sue decisioni. Gridano: libertà!  Ma vogliono affermare la propria esistenza e lo fanno nei centri della città, dove non abitano. F

Il grido di tutte le fedi in una sola voce: «Nessuno si salva da solo»

Papa Francesco, il patriarca Bartolomeo e il presidente Mattarella in dialogo sul Campidoglio  Foto Sant'Egidio L'appello di papa Francesco, del patriarca Bartolomeo e degli altri leader: «Facciamo nostra la cultura del dialogo» «Mai più la guerra!». È il grido che, fragile e solitario, Paolo VI lanciò nel 1965 davanti all'Assemblea delle Nazioni Unite, per la prima volta visitata da un Papa. Oggi quel grido non è più solitario. L'hanno fatto proprio tanti credenti di varie religioni.  «È l'implorazione di noi tutti, degli artigiani della pace e degli uomini e delle donne di buona volontà», ha detto papa Francesco al termine dell`incontro tenutosi il 20 ottobre a Roma, in Campidoglio, tra leader di diverse religioni, alla presenza del presidente Mattarella e del patriarca ecumenico ortodosso Bartolomeo. Quest'incontro nello "spirito di Assisi", preceduto da preghiere per la pace delle diverse religioni in luoghi distinti e vicini, può apparire strano

I media non oscurino l'enciclica del Papa. Fratelli tutti è un testo fondamentale per il mondo

Papa Francesco interviene in Campidoglio all'incontro "Nessuno si salva da solo - Pace e fraternità"    Foto Sant'Egidio Si parla solo dei problemi del Vaticano e si dimentica Fratelli tutti . Un testo fondamentale per il mondo Domenico Quirico, inviato in tante terre, conosce da vicino il mondo che soffre. Ha attraversato il Mediterraneo su una barca di migranti nel 2001; è stato rapito dai jihadisti siriani nel 2013. All'inizio di un bel libro, Testimoni del nulla , da poco pubblicato, in cui racconta storie di miseria e guerra, si chiede in modo drammatico: «Perché da questa parte del mondo, la nostra, non riusciamo più a provare compassione verso quell'altra parte di noi, i sofferenti, i vinti, tutti gli uomini che scomodamente ci troviamo di fronte sui giornali, in televisione, su internet?». Possiamo rispondere che in buona parte è vero: proviamo poca compassione perché concentrati sui nostri problemi, perché il contagio del Covid-19 cresce, perché non

Intervento del Prof. Andrea Riccardi alla Memoria del 16 ottobre 1943 (17 ottobre 2020)

I ntervento del Prof. Andrea Riccardi, Fondatore della Comunità di Sant’Egidio  alla Memoria del 16 ottobre 1943 (17 ottobre 2020) Tanti anni fa, nel 2006, Michele Tagliacozzo, un ebreo romano, giovane all’epoca del 16 ottobre, ora scomparso, m’inviò da Israele questa pagina del suo diario, come contributo alla nostra memoria: « Alle 6,15 del mattino eravamo ancora nei nostri letti, quando elementi armati delle SS irruppero nell’appartamento situato al mezzanino dello stabile… Ai ripetuti colpi sulla porta, la mamma aprì la porta e mentre leggeva a voce alta il biglietto presentato dagli sgherri in cui s’intimava di seguirli, riuscì a dire ‘Reshudde’ che nel vernacolo giudaico voleva dire ‘scappare’. Saltai immediatamente dal letto ancora in pigiama e mi calai dalla finestra della stanza che dava sui giardini del fabbricato. Gli inquilini del caseggiato non ebrei compresero subito che l’operazione riguardava solo gli ebrei e così cercarono… di aiutarci. Una modesta lavandaia che abitav

Così c'è più sicurezza per tutti. Il nuovo decreto legge del governo sull'immigrazione

Uno sportello per la regolarizzazione degli stranieri - Foto Sant'Egidio Il ritorno del permesso di soggiorno per motivi umanitari e altre misure favoriscono l'integrazione È  da salutare positivamente il nuovo decreto legge in materia di immigrazione, protezione internazionale e complementare, che ripristina il rispetto della dignità dei richiedenti asilo. Rinasce il "permesso di soggiorno" per motivi umanitari (ora detto "protezione speciale"), concesso agli stranieri per motivi umanitari o perché sono protetti da obblighi costituzionali o internazionali dell'Italia.  Il permesso dura due anni e potrà essere convertito per motivi di lavoro. È una svolta. Infatti, i decreti del 2018 avevano cancellato le clausole di protezione umanitaria, facendo piombare molti stranieri nell'irregolarità. Il viceministro dell'Interno Matteo Mauri ha parlato di 33 mila persone finite fuori dai circuiti, di cui molti per strada. Questo ha reso loro la vita impos

Bisogna ridare un'anima alla politica: "Fratres omnes" esamina criticamente populismi e sovranismi che non lavorano per il bene comune

Il 3 ottobre papa Francesco ha firmato sulla tomba di san Francesco la lettera Fratelli tutti , la sua seconda enciclica sociale dopo Laudato si',  dedicata all'ecologia integrale. Il nuovo testo è sulla fraternità e sull'amicizia sociale.  Parte dalla constatazione di come il mondo globalizzato, così frammentato, sia privo di «un progetto con grandi obiettivi per lo sviluppo di tutta l'umanità»: anzi, l'idea stessa «suona come un delirio». Invece l'enciclica è percorsa forse non da un progetto, ma da un ardente desiderio: «Possiamo far rinascere tra tutti un'aspirazione mondiale alla fraternità». La globalizzazione, che ha portato a un`unificazione come economia, informazione, comunicazioni, ha invece lasciato immensi vuoti umani, politici e spirituali, anzi, ha favorito processi conflittuali e identità contrapposte. Il cantiere della fraternità è aperto a tutti: Governi e Stati, religioni, ma anche gruppi sociali e singoli. Tutti possono divenire artigian

Il dibattito sul ruolo dei credenti. Non serve più un soggetto unico ma piuttosto un "federatore"

Nemmeno Paolo VI lo volle, ma occorre un nuovo De Gasperi capace di unire le diverse anime del cattolicesimo Dopo il recente appuntamento elettorale, torna una domanda ricorrente chiuse le urne: dove sono i cattolici? Chi ha più anni ricorda la Dc, partito cattolico centrale  nella politica italiana.  Poi è venuto il tempo della diaspora politica dei cattolici, che si ritrovano - più o meno - in tutti i gruppi politici. Oggi non si può parlare di un elettorato cattolico. Ma ciò significa irrilevanza per la Chiesa e i cattolici? Questi non sono tempi di rilevanza. Dispiace, perché in Italia si sente il bisogno di parole innovatrici e cariche di speranza dopo la crisi del coronavirus.  Non si deve ricominciare come prima. L'Italia ha bisogno di più solidarietà, di riforme, a cominciare dal sistema sanitario, di lavoro, specie per i giovani e il Mezzogiorno. Il contributo di pensiero e d'impegno dei cattolici è importante. Essi sono, con la Chiesa, radicati in tanti luoghi della

Andrea Riccardi ricorda William Quijano, giovane di San Salvador ucciso ...

Gli accordi tra Israele, Emirati Arabi e Bahrein: si apre la stagione del dialogo politico

Foto: Official White House Photo by Shealah Craighead È un'alleanza strategica tra due mondi che non sono più agli antipodi e scoprono di avere interessi comuni Qualcosa d'importante è avvenuto in Medio Oriente: la firma alla Casa Bianca di un accordo tra Israele, Emirati Arabi Uniti e Bahrein, detto il Patto di Abramo. Trump ha "presieduto" la cerimonia, cui partecipava il premier israeliano Netanyahu con i ministri degli Esteri dei due Paesi arabi. L'ha dichiarato un "fatto storico". Nella campagna elettorale Usa è un punto importante per il presidente.  La presenza di livello di Netanyahu - premier accanto a due ministri degli Esteri - mostra la riconoscenza d'Israele per la politica di Trump, che ha voluto l'accordo e favorito Israele pure con il riconoscimento di Gerusalemme come capitale dello Stato, mentre i Governi occidentali mantengono le rappresentanze a Tel Aviv. Qualcuno ha paragonato l'accordo a quello di Camp David tra il presi

Una famiglia davanti alla storia d'Italia. Intervista ad Andrea Riccardi

In occasione del 20 settembre, anniversario della presa di Porta Pia, il quotidiano La Repubblica ha intervistato Andrea Riccardi su come la sua famiglia visse quelle vicende. Ne viene fuori una storia nitida, in cui vita privata e pubblica si intrecciano.    Per i papalini  fu un'apocalisse ma si adattarono  in fretta al potere «Per molte famiglie legate alla Chiesa cattolica, la Breccia di Porta Pia ra ppresentò un trauma profondo, una sorte di apocalisse». Andrea Riccardi - storico della Chiesa e fondatore della Comunità di Sant' Egidio   - ripercorre quegli accadimenti nella scia di una memoria famigliare rielaborata nel tempo con la lente dello storico.  «La mia famiglia paterna viveva a Trevi, in Umbria, e nel negozio di bassa farmacia dei miei avi si riversavano malumore e rimpianto».  Come venne vissuta la fine del papa sovrano?  «Come la fine del mondo, l'epilogo brusco di un regime millenario. Era  come se un ordine umano e religioso  ritenuto eterno fosse stat

Le fiamme di Lesbo risveglino le coscienze

Serve un'intesa fra Ue, singole nazioni, Chiese e Ong per risolvere un dramma alle porte del continente Il campo di Moria nell'isola di Lesbo è bruciato. Ci sono solo rovine. Ben 13.000 profughi sono sulla strada. Girano laceri, senza ricovero e affamati. Conosco Moria, un campo incredibile: tra l'altro era circondato da una selva di tende "provvisorie", destinate a durare a lungo, sotto il grande caldo estivo e il vento sferzante d'inverno.  Il primo lembo d'Europa, toccato da migliaia e migliaia di persone, dopo viaggi incredibili dall'Afghanistan, dalla Siria, dai Paesi africani e altrove. L'Europa sfugge però dalle loro mani, proprio mentre vi pongono i piedi. Lesbo, con i suoi campi, è un muro: l'Europa sta lì, ma non possono entrarci. In questa posizione passano mesi e talvolta anni, un tempo senza fine, mentre cresce la disperazione.  Quest'estate - anche a causa del Covid-19 - le misure sono state più severe. Il clima è divenuto p