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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021

«No agli autoritarismi, passiamo dal parteggiare al partecipare». Un bilancio dell'ultimo viaggio apostolico del Papa

Papa Francesco rivolge il suo discorso alle autorità presenti nel Palazzo Presidenziale di Atene  Bergoglio ha condannato muri e fili spinati, scuotendo l'Europa tentata da politiche «sbrigative», prive di valori Papa Francesco ha compiuto un viaggio sulla frontiera orientale dell'Europa, prima a Cipro e poi in Grecia. I viaggi sono un messaggio per le parole del Papa, ma anche per il luogo ove sono dette: parlano ai popoli visitati e al mondo.  Francesco ha voluto attrarre l'attenzione del mondo su Cipro, un piccolo Paese piuttosto trascurato dalla diplomazia internazionale. È l'ultimo Paese europeo dove esiste un muro che lo divide in due parti: la Repubblica di Cipro e la regione occupata dai turchi dal 1974.  Muri e fili spinati. Dalla Nunziatura apostolica, dove il Papa ha risieduto, si vedono i fili spinati che dividono l'isola. Francesco li ha ricordati: «Questa è una guerra di odio che divide un Paese».  Il suo viaggio nell'isola ha un significato di v

Il Natale ricorda l'avvento di Dio nella debolezza. Cancellarlo nega la storia dei cristiani e dell'intera Europa

  L'immagine della Natività di Giotto proiettata sulla facciata della Basilica superiore di Assisi Questa festa è un momento importante della nostra cultura: l'ideologia della neutralità è anacronistica L'Unione europea cancella il Natale? Nella "Guida della commissione dell`Unione per una comunicazione inclusiva" sono apparse, giorni fa, alcune proposte che stupiscono. Tra di esse, colpisce l'invito a non usare il nome del Natale, ma al suo posto "festività", e a non utilizzare nomi cristiani come Maria e Giovanni, ma neutri come Malika e Giulio. Lo scopo dichiarato delle misure è evitare manifestazioni di intolleranza, dando per scontato che in Europa tutti siano cristiani. E nemmeno tutti i cristiani celebrano il Natale nella stessa data.  Si auspica un linguaggio neutrale per non discriminare le altre religioni o i non credenti. La "guida" è stata ritirata, anche per le proteste di tanti, tra cui vari italiani. Ma la questione resta. È

L'innovatore illuminato che non ha avuto paura del progresso. Per don Alberione bisognava creare, attraverso i mass media e i libri, una cultura di popolo ispirata dalla fede

Raccolse le sfide del tempo per portare il Vangelo a tutti Don Giacomo Alberione, nato nel 1884, è un uomo del XX secolo. La sua visione di Chiesa però non è chiusa nelle istituzioni ecclesiastiche. Lo percepiamo bene oggi, a cinquant'anni dalla morte del fondatore della Famiglia paolina.  Non ha paura del mondo, che gli appare pieno di risorse, nonostante i pericoli e le sfide. Non teme il mercato, le macchine, il rischio calcolato. Traccia una linea delicata e costruttiva: fedele alla Chiesa e ai papi, ma capace di adattarsi al secolo, non solo nella recezione degli strumenti nuovi, ma anche nella prossimità alla gente. Parla di "adattamento" e di "spirito di comprensione".  È un "imprenditore di Dio". Imprenditore è figura nuova, che appartiene al mondo della seconda rivoluzione industriale. Alberione entra nel mondo della produzione, sul mercato. Prete e imprenditore: non è una contraddizione? Non è una contraddizione quella di preti, suoi seguac