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Visualizzazione dei post da novembre, 2020

Il Perù tra povertà, Covid e golpe bianchi

Un momento delle proteste a Lima - Foto di Johnattan Rupire da Wikimedia Commons  Quattro capi di Stato in due anni, proteste con morti e feriti, una corruzione endemica e profonda Il Perù (33 milioni di abitanti) è un Paese latinoamericano dalla grande storia, frutto di meticciato di civiltà e ricco di potenzialità economiche. Ma il Covid-19 l'ha investito brutalmente: quasi un milione di contagiati e 35 mila morti.  Le diseguaglianze sono forti. La pandemia ha abbattuto il tasso di crescita e le conseguenze sociali non si faranno attendere. Il dramma nel dramma è la politica instabile. La battaglia tra i due presidenti, quello della Repubblica Martin Vizcarra e quello del Parlamento Manuel Merino, si è risolta in un dramma che potrebbe essere definito semiserio, se non fosse per i due morti e le centinaia di feriti causati dalla repressione delle manifestazioni. Vizcarra era stato destituito da un voto di sfiducia trasversale del Parlamento e sostituito con Merino. Molti osserva

E il gigante si scoprì fragile e diviso: Il futuro degli USA

Manifestazione a Philadelphia durante il conteggio dei voti - Foto da Facebook Mentre si litiga sull'esito del voto, il Paese attende interventi risolutivi in campo sanitario e sociale Che succede negli Stati Uniti? Il passato ci ha abituato a focose nomination dei candidati dei due partiti e poi a scontri epici tra i contendenti alla Casa Bianca, ma quello che succede oggi è nuovo. Dopo la conta dei voti (e l'individuazione dei "grandi elettori" per ogni Stato) si conosceva subito il vincente.  Il perdente riconosceva la vittoria con fair play, dando il senso di istituzioni democratiche, sicure e forti. E poi, i team del presidente uscente e di quello entrante lavoravano insieme per il passaggio delle consegne del 20 gennaio, giorno del giuramento. Quasi non ci si accorgeva di un sistema elettorale piuttosto arcaico e complicato: può premiare il candidato che ha guadagnato più grandi elettori negli Stati, e magari non il maggior numero di voti complessivi. Tutto per

La risposta giusta al terrorismo è lavorare di più e meglio all'integrazione

Corone di fiori e ceri deposti presso il luogo dell'attentato di Vienna - Foto da © Bwag/Commons Solo un'Europa più unita e coesa, dall'intelligence alle politiche sociali, può battere il fanatismo Due attacchi terroristici hanno colpito l'Europa. Tre persone sono state uccise nella basilica di Notre-Dame di Nizza, in Francia: due donne in preghiera e un accogliente sacrestano. L'assassino è un giovane tunisino, 21 anni, da poco sbarcato in Italia e trasferitosi in Francia. Sembrava un caso di terrorismo solitario, ma si indaga sulle connessioni. A Vienna quattro morti, molti feriti, alcuni dei quali gravi: gente che la sera sedeva ai tavoli dei bar, colpiti da un ventenne macedone, cittadino austriaco, affiliato a Daesh. Il dolore è grande per le vittime. Questi atti vogliono terrorizzare gli europei e mostrare che il radicalismo terrorista può colpire ovunque e crudelmente. C'è una strategia eversiva contro l'Europa? Si tratta di lupi solitari risvegliat

La rabbia degli esclusi che non hanno futuro

Un'immagine degli scontri al centro di Roma - Foto da open online Sono giovani, militanti di destra, centri sociali... Manca un progetto per includere le periferie Le decisioni del Governo per la lotta alla pandemia non sono state facili. C'è un'urgenza perché il Covid-19 avanza. Alcune categorie sono state molto colpite dai provvedimenti e hanno legittimamente protestato.  Ma c'è stata un'altra protesta che ha dato luogo a episodi di violenza: quella di una galassia di periferici, di militanti di destra, di centri sociali, di ultrà e di giovani italiani e di origine straniera. I messaggi di rivolta e di violenza correvano via social. I periferici sono stati al centro, bloccando il traffico, rompendo le vetrine. Non è uguale dovunque. A Napoli si sospetta l'infiltrazione della camorra. Contro cosa protestano? Certo il Governo e le sue decisioni. Gridano: libertà!  Ma vogliono affermare la propria esistenza e lo fanno nei centri della città, dove non abitano. F