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Visualizzazione dei post da 2018

Brexit: quell'uscita britannica che mette tristezza

Il divorzio tra Regno Unito ed Europa rivela tutta la fragilità di uno Stato fuori dall'Unione. Se il Parlamento britannico (dopo una fase convulsa) approverà entro il 21 gennaio prossimo il divorzio dall'Unione alle condizioni negoziate dalla premier Theresa May, l'uscita del Regno Unito dall'Europa sarà realtà. In caso contrario, si prospetteranno vari scenari, tra cui la fine del Governo May, nuove elezioni e magari un altro referendum. Ormai Brexit è piuttosto sicura nel 2019 . Scatterà la notte del 29 marzo, se i britannici non chiederanno un rinvio ulteriore. Al di là del dibattito degli ultimi mesi, bisogna dire che ci dispiace la fine di questa storia comune . Era cominciata nel 1972 con la Comunità economica europea, anche se spesso accompagnata da difficoltà per la particolare identità del Regno Unito, il suo carattere "insulare", i rapporti con il Commonwealth che raccoglie le sue ex colonie, la relazione spec

Martiri d'Algeria, una lezione di speranza

La beatificazione dei 19 martiri d'Algeria ha avuto luogo a Orano, nel Santuario NotreDame di Santa Cruz, l'8 dicembre, presieduta dal cardinale Angelo Becciu, prefetto della Congregazione delle cause dei santi. Tanti i musulmani intervenuti. Fedeltà al Vangelo, dialogo (e collaborazione) con l'islam, mitezza: testimonianze attuali L'8 dicembre 2018 sono stati beatificati, a Orano, diciannove martiri, caduti tra il 1994 e il 1996 nella guerra che ha dilaniato l'Algeria sotto i colpi di un terribile terrorismo islamista ma anche d'una pesante repressione militare. Tra i martiri ci sono i sette trappisti del monastero di Notre Dame de l'Atlas, rapiti il 27 marzo 1996 e i cui resti, solo le teste, sono stati trovati il 21 maggio dello stesso anno. Ho conosciuto il priore della comunità, frère Christian de Chergé , con cui ho parlato varie volte, ho mangiato con lui, quando veniva a Roma e durante un incontro interreligioso nello spirito di Assisi, a Bru

A 80 anni dalla "Notte dei cristalli", l'antisemitismo non è morto

Dalle devastazioni dei loro negozi alle leggi razziali, la storia ci insegni a non lasciare più soli gli ebrei Un editoriale di Andrea Riccardi Ottant'anni fa, nella notte tra il 9 e il l0 novembre, si scatenò un terribile pogrom contro gli ebrei nel Reich nazista, che già comprendeva l'Austria. Fu chiamato, in un modo che non rende l'idea del dramma, la "Notte dei cristalli", per il gran numero di vetrine rotte di circa 7.000 negozi di proprietà ebraica oltre alle finestre di 1.400 sinagoghe e case degli ebrei. Di fronte a una polizia inerte, fu una notte di violenza e saccheggio, in cui trovarono la morte 400 ebrei, alcuni dei quali per suicidio . Non fu un'esplosione di violenza casuale, ma l'inizio di un processo accuratamente preparato dal nazismo, che faceva della caccia all'ebreo il cuore della sua politica. Gli ebrei, non considerati una comunità religiosa ma una razza, erano per Hitler il nemico per ecce

La profezia di pace di papa Benedetto XV che cambiò per sempre la Chiesa

IL RUOLO DI SPICCO DEI CATTOLICI E QUELLO DI BENEDETTO XV NELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. QUELLA "PROFEZIA" CHE CAMBIO' PER SEMPRE LA CHIESA IL MINISTERO DEL PONTEFICE PER FERMARE IL CONFLITTO SI OPPOSE A OGNI NAZIONALISMO E SEGNÒ LA STRADA DELLA NON VIOLENZA, POI CONTINUATA DA TUTTI I SUOI SUCCESSORI di Andrea Riccardi, storico Cosa ha significato la Prima guerra mondiale per la Chiesa e i cattolici? Una guerra mondiale è un terreno impossibile per la Chiesa cattolica che conta fedeli in tutti i Paesi, specie in Europa. Si trova a essere lacerata. Uno scrittore affermava ironicamente: Dio chi ascolta? I cattolici francesi che pregano per la vittoria della Francia o i tedeschi che invocano la vittoria della Germania? Il nazionalismo s'impadronisce delle coscienze dei cattolici, alimentato dalla propaganda di guerra . Chi parla di pace è considerato traditore della patria. La situazione italiana è particolare: qui i cattolici sono stati a

Religioni, ponti di pace per il mondo globale

Le fedi vanno sottratte ai nazionalismi: devono mostrare che si può convivere in armonia. "Ponti di pace" è il titolo del trentaduesimo incontro nello spirito di Assisi promosso dalla Comunità di Sant'Egidio a Bologna con la collaborazione dell'arcidiocesi e di monsignor Matteo Zuppi. Il movimento di pace prende le mosse dalla storica intuizione di Giovanni Paolo II nel 1986, quando invitò i leader delle religioni e delle Chiese ad Assisi per pregare gli uni accanto agli altri e non più - come disse - gli uni contro gli altri. Era un periodo in cui la cultura occidentale considerava generalmente le religioni irrilevanti per i destini di pace e guerra: si prevedeva che la secolarizzazione avrebbe spazzato via o ridotto i mondi religiosi in spazi marginali. Giovanni Paolo II si era accorto - già con la Guerra fredda - del ruolo positivo delle religioni per la pace, ma anche del rischio che benedicessero i conflitti. Così nacque la giornata di preghiera e digiuno del

Coraggio e perdono. Quel vento forte da Est. A 40 anni dall'elezione di Giovanni Paolo II

Andrea Riccardi con papa Woytila a Santa Maria in Vallicella nel 1979. Giovanni Paolo II è stato accanto alla Comunità di Sant'Egidio per tutto il tempo del suo pontificato. Contribuì alla fine del comunismo, dialogò con gli altri cristiani e le altre fedi. Quarant'anni fa, veniva eletto Giovanni Paolo II. Sembra un tempo lontano: il mondo era quello della Guerra fredda, i Paesi del Sud facevano i primi passi dopo la decolonizzazione. Il comunismo, allora realtà forte, era l'ideologia ufficiale di tanti partiti, ma anche di potenze e Stati influenti. In Occidente, dopo il Vaticano II (anche se non a causa di esso), la società si secolarizzava e si allontanava dalla pratica della fede. Il pontificato di Paolo VI, l'ultimo Papa italiano, era stato contestato come mai era accaduto nella storia recente. La Chiesa cattolica appariva in crisi, nonostante il rinnovamento. I cardinali, riuniti in Conclave, scelsero un candidato, come Karol Wojty

Paolo VI, Sfide della storia e governo della Chiesa.

Paolo VI è stato l'ultimo papa italiano. Infatti il suo successore, papa Luciani, che ha preso il nome di Giovanni Paolo I, ha governato la Chiesa cattolica solo per poche settimane.  E il 16 ottobre 1978, 40 anni fa, venne eletto Karol Wojtyla, primo papa non italiano da più di quattro secoli.  Ma non è stato solo un italiano: Giovanni Battista Montini è stato un papa immerso nella storia d'Italia, un uomo che ne ha vissuto le vicende con intensità a partire dal suo ambiente bresciano fin da giovane, percependole anche come sfide alla Chiesa.  Si è molto parlato del «genio italiano» di Montini, per sottolineare la vicenda di un papa italiano che realizza un'apertura al mondo dopo il Vaticano II,  con i viaggi, con gesti, con riforme e decisioni importanti. Questo volume di Andrea Riccardi, che esce proprio nei giorni della beatificazione di papa Montini, non vuole essere una biografia.  In esso si approfondiscono alcuni aspetti decisivi della sua storia personale e d

I due Nobel per la Pace 2018: un grido di dolore per le donne violate

«SIAMO SPESSO SORDI DI FRONTE A CHI SOFFRE NEI CONFLITTI: L'ATTENZIONE È IL PRIMO PASSO CONTRO LA GUERRA» Nadia Murad, 25 anni, yazida che ha vissuto la persecuzione dell'Isis in Iraq e Denis Mukwege, 63 anni, ginecologo in Repubblica democratica del Congo. Entrambi operano per difendere le vittime di stupri e abusi Due persone diverse, Nadia Murad (25 anni) e Denis Mukwege (63 anni), sono i vincitori del Premio Nobel per la pace 2018. Scelte di grande significato, in un tempo rassegnato alla guerra, specie se degli altri... Che possiamo farci? Nascosti dietro la nostra irrilevanza, siamo spesso sordi di fronte ai dolori di chi è coinvolto nei conflitti. Ma l'attenzione è il primo passo contro la guerra. Il Nobel 2018 ci risveglia, facendoci udire le voci del dolore. La guerra non è una muta fotografia di terre lontane, ma il dolore vivo della carne di donne, bambini, uomini. Nadia Murad conosce sul proprio corpo il dolore della guerra

Accordo Cina - Santa Sede: Solo il vero dialogo può essere armonia

Cade una delle ultime barriere della Guerra fredda. Storia e prospettive dello storico documento L'accordo tra la Santa Sede e la Repubblica Popolare Cinese è un fatto storico. Cade una delle ultime barriere della Guerra fredda. La Cina di Mao Zedong aveva regolato la presenza dei cattolici nel Paese nel quadro di un'associazione patriottica dipendente dal Governo che annullava i rapporti con Roma e la nomina dei vescovi cinesi da parte del Papa. Si realizzava, in maniera netta, l'antica aspirazione cinese a recidere i legami del cristianesimo con l'Occidente. Il comunista italiano Giancarlo Pajetta ricordava di aver detto nel 1959 a Mao Zedong che i vescovi cinesi dovessero ricevere l'investitura di Roma. Ma il leader cinese rispose severamente: «La sovranità nazionale cinese si estende anche al regno dei cieli». Di fronte a questa situazione, una parte dei cattolici della Cina scelse la via di quella che è stata definita la "Chiesa clandestina", f

Cristiani. testimoni di pace, perseguitati nel mondo

padre Pierluigi Maccalli in Niger In tanti Paesi del Medio Oriente e dell'Africa l'obiettivo è cancellare la presenza dei cristiani Un altro missionario è stato rapito: padre Pierluigi Maccalli, italiano, che vive in Niger e opera in una regione povera di un Paese poverissimo. È un altro segnale dell'infittirsi della persecuzione contro i cristiani soprattutto da parte dei gruppi jihadisti. Tali sembrerebbero i rapitori del missionario: provenivano dal Mali, uno Stato di grande instabilità e ricettacolo di tante bande armate e terroristiche, o dal Burkina Faso, tempo fa un Paese stabile, oggi a rischio. Perché i jihadisti si accaniscono contro i missionari e i cristiani?   I missionari come padre Maccalli sono il volto migliore dell'Europa, che non si chiude dietro ai muri, ma sta in mezzo ai poveri del mondo . In Medio Oriente Daesh, il cosiddetto califfato, ha imposto nei suoi territori una dura legge ai cristiani: convertirsi

Colloquio a La Dante su "La Chiesa Immobile".

Il 2 ottobre, colloquio alla Società Dante Alighieri, su "La Chiesa immobile. Francesco e la rivoluzione mancata. Un libro di Marco Marzano per Laterza editori. Andrea Riccardi è presidente della Società Dante Alighieri

UNA CHIESA PIÙ UNITA PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL PRESENTE

Questi non sono tempi facili per l'unità dei cristiani. La settimana scorsa la Chiesa ortodossa russa ha sospeso la concelebrazione eucaristica con il Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, guidato da Bartolomeo. Dietro la decisione c'è la questione dell'ortodossia ucraina. Bartolomeo ha fatto alcuni passi per favorire l'autocefalia (l'indipendenza) della Chiesa ucraina. Il presidente ucraino Porogenko l'aveva chiesto. Ma la maggior parte degli ucraini appartiene alla Chiesa di Mosca e questa considera il gesto di Bartolomeo una grave intromissione. Tanto che, il 31 agosto scorso, il patriarca russo Kirill si era recato con un gesto quasi disperato a Istanbul da Bartolomeo per scongiurare il fatto. L'Ucraina vive una stagione politicamente difficile, mentre si combatte una guerra a bassa intensità in Dombass, la Regione orientale russofona. I cristiani ucraini (ortodossi, greco-cattolici e altri) sono divisi. Non

Bisogna dare un governo alla Libia. Il paese ostaggio delle milizie

Questo dovrebbe essere l'obiettivo dell'Europa, che invece è ossessionata dalla questione dei migranti. Di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana Gli ultimi scontri di Tripoli sono stati una battaglia per l'accaparramento delle risorse. Il cartello delle quattro milizie, che controlla la capitale e l'economia, non voleva altri con cui spartirla. La condizione della Libia è questa: in mano a un centinaio di milizie che chiedono il "pizzo" in un saccheggio permanente su tutto, specie l'orrido commercio di migranti. Il fragile governo Serraj, sostenuto dall'Onu, è ostaggio di alcune milizie. La predazione dei signori della guerra avviene su ogni commercio, nomina, decisione. Le milizie competono nel quadro di un sistema mafioso, violento e pervasivo. Lo sguardo degli occidentali è miope. Guardano alla Libia secondo le priorità interne, prima tra tutte i migranti. Si va in ordine sparso a chiedere il "favore" di tr

Ma l'Italia ha bisogno dell'Unione Europea

EDITORIALE di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 9/9/2018 L'Europa sembra all'origine di tanti nostri problemi a partire dalla questione degli sbarchi di immigrati nel nostro Paese. Ma tutto è ben più complesso di questa interpretazione. Se vogliamo ragionare di politica internazionale dobbiamo abituarci ad affrontare la complessità e non a lasciarci andare a semplificazioni emotive. Che i Paesi europei non siano solidali con l'Italia sull'accoglienza ai migranti è una realtà da tempo. Nasce da una considerazione esclusiva degli interessi nazionali, dimenticando che ci sono frontiere dell'Unione di fronte alle quali essere responsabili. Nessun Paese vuole farsi carico della questione bollente dei migranti. Soprattutto il cosiddetto gruppo di Visegrad (Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia e - di fatto - Austria) rifiuta di accogliere stranieri che sembrano incrinare l'identità europea e cristiana della popolazione. Pi

QUEGLI ERITREI IN FUGA DA UN REGIME OPPRESSIVO Assenza di libertà, disumanità, servizio militare senza limiti, le cause di un esodo di massa

I 150 eritrei della nave "Diciotti" hanno trovato accoglienza in Italia, grazie alla Chiesa, e in altri Paesi. Molti italiani hanno seguito con apprensione il blocco e oggi si rallegrano della soluzione, perché in Italia non è popolare che sulla pelle di questa gente avvenga il braccio di ferro con alcuni Paesi europei. Chi sono gli ospiti della "Diciotti"? Eritrei con alle spalle un lungo e doloroso viaggio attraverso privazioni e violenze (le donne sembra siano state abusate) per lasciare la loro terra. Hanno rifiutato un servizio militare senza limiti per gli uomini e cercano una vita umana fuori dal loro Paese. Se ne incontrano tanti in Etiopia e in tutta l'Africa: rischiano tutto pur di lasciare l'Eritrea. Sono più di mezzo milione nel mondo. L'articolo 10 della nostra Costituzione garantisce il diritto di asilo agli stranieri cui sia impedito l`effettivo esercizio delle libertà democratiche nel loro Paese. Per la

La crisi turca può anche contagiarci

Erdogan e Trump, alleati dentro la Nato, hanno ingaggiato una infuocata guerra commerciale La Turchia, Paese della Nato, è stata per decenni il bastione dell'Occidente verso l'Est sovietico. Le sue forze armate sono le più folte dell'alleanza, dopo quelle degli Stati Uniti: un milione di uomini con il servizio militare obbligatorio. Queste forze armate, fino ai radicali cambiamenti introdotti da Erdogan, al potere da più di quindici anni, esercitavano un controllo sulla vita politica, vigilando anche sul rispetto della laicità dello Stato voluta da Ataturk. Il ruolo politico delle forze armate è finito e l'islam è professato in pubblico. Ma oggi in Turchia si vive meglio, soprattutto nelle regioni interne, un tempo segnate dal sottosviluppo. Erdogan ha ricevuto il 53 per cento dei voti alle ultime elezioni. L'opposizione resta forte, nonostante il controllo sui media, le limitazioni all'opinione pubblica e le misure di sicurez

Il papa sulla pena di morte. Un rifiuto deciso di ogni violenza

La modifica del Catechismo non contraddice il Magistero, ma lo sviluppa alla luce del Vangelo Papa Francesco ha approvato, il 1° agosto, la modifica del Catechismo della Chiesa cattolica sulla pena di morte. Il testo precedente non escludeva la pena capitale «quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani». L'ammetteva nel capitolo dedicato alla "legittima difesa", quasi come parte di essa, in casi rari, «se non addirittura praticamente inesistenti». Nella Chiesa, impegnata nella difesa della vita, la pena capitale appariva ripugnante da tempo. Sembra che anche Giovanni Paolo II non fosse soddisfatto della formulazione del Catechismo, che è stata invocata da chi si opponeva all'abrogazione della pena di morte dalla legislazione degli Stati. Nel vecchio testo aveva prevalso la preoccupazione che la negazione della liceità della pena di morte fosse un

Diamo un futuro ai giovani africani

Si parla tanto di come fermare gli sbarchi, ma il vero problema è attivare politiche che convincano i giovani africani a restare nel loro Paese.  Un diplomatico europeo, che evocava i circa 1.000 morti nel Mediterraneo nei primi sei mesi del 2018, ha sentito un collega libico rispondergli: «I morti nei viaggi e nel deserto sono il doppio. Anzi, non lo sapremo mai» . Gli europei discutono accanitamente di quel che vedono: migranti e rifugiati che si affacciano sul Mediterraneo o sbarcano sulle coste. Si teme l'invasione. Talvolta ci si commuove, quando si vede il corpicino di un bambino senza vita in mare. La paura non ci ha fatto perdere del tutto l'umanità. Ma che fare? Molti europei si sentono in preda a flussi incontrollabili. Così si ripete il mantra: «Non possiamo accogliere tutti gli africani». Mantra che giustifica la durezza, ma soprattutto l'assenza di pensiero e di progetto. Ci vuole invece una visione larga e di lungo periodo. Da dove viene chi approda in

La missione di pace della Dante Alighieri

IL TRICOLORE NEL MONDO: UN MIX DI ARTE, CUCINA, BELLEZZA PER TANTE ALTRE NAZIONI NON SIAMO UN PAESE IN DECLINO MA UNA POTENZA CULTURALE Se l'Italia attira milioni di visitatori ogni anno, in barba alla crisi, lo deve al suo patrimonio culturale che la Società Dante Alighieri, fondata nel 1889, ha contribuito a diffondere. Sta per compiere 130 armi la Società che diffonde lingua, stile e tradizione italiani   Cos'è l'Italia nel mondo globale? Sembra poco. Ma è una delle più forti economie del mondo, una "potenza" culturale con giacimenti d'arte e d'archeologia, che attirano milioni di visitatori. Non è però solo un "grande museo": è un mix unico di antico e nuovo, capace di creare un vivere all'italiana. Questa realtà suscita un'attrazione diffusa per la nostra lingua, veicolo per introdursi nel "mondo italiano", fatto di arte, cultura, cucina, bellezza, canto e teatro, storia, design,

I nuovi scenari mondiali: se NATO e Unione Europa non sono più di moda

Sono sotto attacco i due pilastri dello scenario internazionale nati dopo la Guerra fredda e sopravvissuti alla caduta del Muro di Berlino. Un mondo "sovranista" non conviene a nessuno La recente riunione del Consiglio dell'Alleanza atlantica ha registrato la minaccia di un'uscita degli Stati Uniti dalla Nato. Il presidente Trump ha chiesto agli europei di impegnarsi di più nei finanziamenti all'Alleanza, affermando che il suo Paese non può sostenere una parte così larga delle spese anche per la difesa dell'Europa. La minaccia dell'uscita degli Stati Uniti è apparsa un'enormità, anche in considerazione che la Nato (acronimo di North atlantic treaty organization, Organizzazione dei Paesi che hanno aderito al Patto nord-atlantico) è stata fondata nel 1949 attorno agli americani durante la Guerra fredda, contrapposta per decenni al Patto di Varsavia di obbedienza sovietica. Dopo la caduta del Muro, il concetto

A Bari, una nuova strada sulla via del dialogo e dell'unità dei cristiani

NO ALLE STRATEGIE DELLO SCONTRO. Papa Francesco ha auspicato che l'«arte dell'incontro prevalga sulle strategie dello scontro», soprattutto in Medio Oriente. A Bari i leader cristiani si sono ritrovati per la prima volta per affermare una visione di pace i pare che la stampa non abbia colto a pieno, nella sua portata, l'evento accaduto sabato scorso a Bari. È stato un grande segno. Papa Francesco ha invitato i capi delle Chiese cristiane del Medio Oriente a incontrarsi e pregare per la pace. Il motivo è stato la guerra in quest'area e la situazione dei cristiani. La Siria è sconvolta da un conflitto dai tanti volti che dura dal 2011. Molti siriani hanno abbandonato il Paese. I cristiani siriani sono ridotti a un terzo di quanti erano prima del conflitto. L'Iraq, nonostante gli attacchi terroristici, sta faticosamente ricostruendosi. Ma qui i cristiani si sono ridotti a un quarto di prima della guerra e gli altri Paesi mediori

Una Chiesa del popolo che guarda al futuro

La missione della Chiesa, oggi, è "rammendare" il tessuto sociale lacerato. Il Papa e la Cei lavorano affinché le paure non sfocino in rabbia, ma diventino energia La Chiesa italiana è un punto di riferimento nel Paese . Lo è stata nel Novecento quando, durante l'occupazione tedesca, fu asilo e sostegno per tanti nella crisi dello Stato. Nel dopoguerra, dal mondo cattolico è nata la DC, il pilastro della rinascita italiana e della profonda trasformazione della società. Negli anni Novanta, Giovanni Paolo II è stato un punto di riferimento con la preghiera per l'Italia quando viveva una crisi profonda. Oggi, di fronte ai cambiamenti radicali della società italiana, qual è il sentire della Chiesa? Alcuni parlano oggi di "irrilevanza" della Chiesa. Alcuni "passaggi" l'avrebbero messa in rilievo. Un anno fa, la classe politica lasciò cadere la legge sulla cittadinanza per i bambini nati in Italia, figli d'i

Noi e i migranti. Si scarica sui più deboli la paura del futuro

Il RISCHIO DI CREARE UNA PSICOSI C`è un divario fra la politica gridata e la realtà: si deve uscire da quel vittimismo che ci rende aggressivi. C'è il rischio di creare una psicosi Alcuni immigrati in Italia o anche cittadini italiani con caratteri somatici non europei mi raccontano che spesso, sui mezzi pubblici, sono fatti segno di espressioni aggressive. Tanto che hanno elaborato strategie di comportamento, fatte di pazienza e di silenzio di fronte alle provocazioni. Gli italiani sono diventati razzisti? Non voglio parlare soltanto dei movimenti specificamente razzisti, che rappresentano una parte marginale della società. Penso alla massa dei nostri concittadini. Sono diventati razzisti in maggioranza? Non credo, ma ci sono stati cambiamenti profondi nella coscienza e nei sentimenti della gente di cui dobbiamo renderci conto. Lo si è visto con la crescita della paura nei confronti dei migranti, anche in una stagione in cui gli sbarchi sono d

Intervista ad Andrea Riccardi dopo l'incontro con il presidente francese Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron, a Roma per incontrare papa Francesco, ha ricevuto subito prima una delegazione della Comunità di Sant'Egidio. Il fondatore della Comunità, Andrea Riccardi, ne parla ai microfoni di La Coix.

Tra schiaffi e sorrisi. Se la politica alza i toni ...

I GOVERNI RIFLETTANO SULL'USO DELLE PAROLE: È SEMPRE RISCHIOSO INFIAMMARE L'OPINIONE PUBBLICA Francia e Italia hanno visto incresparsi le loro relazioni. Poi, improvvisa, la pace Che è successo tra Italia e Francia? Le polemiche sull'Aquarius hanno assunto un tono così forte da mettere in discussione il vertice all'Eliseo tra il premier Conte e il presidente Macron. Poi i toni si sono calmati e l'incontro c'è stato. Un teatrino di politica internazionale? Qualcosa di più serio: un cambiamento di toni e di linguaggio nel rapporto tra due grandi Paesi europei. Sulla questione migratoria c'è materia di discussione tra l'Italia e le altre nazioni europee. A noi è mancato un aiuto concreto da parte dei partner dell'Unione, tra cui la Francia (che esercita un severo controllo sui passaggi al confine italo-francese, dove tanti sono i respinti e non pochi gli scomparsi). Ci sono anche altre questioni. La Libia, per esem