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Visualizzazione dei post da marzo, 2023

Viviamo un'epoca di tensioni alla ricerca di un nuovo ordine

Foto Cremlino Molti Paesi non si riconoscono nell'egemonia Usa, la Russia sogna l'impero, la Cina è diventata una potenza Il recente viaggio a Mosca del presidente cinese Xi, che ha lanciato un piano di pace, mostra come lo lo scenario internazionale sia tanto cambiato. La mia generazione ha vissuto nel 1989 la fine dell'ordine "pericoloso" della Guerra fredda e dell'impero sovietico. Tale crollo è considerato da Putin la grande tragedia della storia russa. Una tragedia da cui Mosca si vuole riscattare, riaffermandosi come grande potenza nucleare. Il recente annuncio dello spostamento delle testate tattiche russe in Bielorussia è l'ultima mossa di una strategia, già espressa dalla difesa della Siria, dal ritorno in Libia, dalla penetrazione in Africa specie a danno della Francia.  Ma l'espressione più violenta e azzardata è stata la guerra all`Ucraina, dove i calcoli di Putin sulla fragilità del Paese invaso sono stati del tutto sbagliati. Dopo l'

I migranti fuggono dagli orrori dei loro Paesi. Ci vuole una risposta bipartisan contro sfruttatori e agitatori

Non solo Wagner: ci sono interessi delle mafie transnazionali. Bisogna guardare alle nazionalità dei migranti per comprendere perché intraprendono il "viaggio". Che cosa spinge i migranti ad abbandonare la loro terra? Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha parlato di pressioni da parte dei mercenari della compagnia russa Wagner per destabilizzare l'Italia. Bisogna guardare alle nazionalità dei migranti per comprendere perché intraprendono il "viaggio".  Gli afghani non hanno futuro con il regime dei talebani. Io stesso ho visitato, un mese fa, in Pakistan un campo di rifugiati afghani, nella capitale Islamabad. Gente in condizioni inumane: erano maestri, insegnanti, poliziotte, parenti di persone assassinate. Avevano confidato nell'Occidente abbracciando una vita libera, specie le donne. Ora sono senza patria. Gli iraniani, a loro volta, lasciano il regime degli ayatollah, che ci sorprende per la spietatezza.  Ci sono poi i siriani che abbandonano un P

Quella sorpresa della storia che ha portato all'incontro di civiltà

L'incontro tra l'ayatollah Al Sistani, 92 anni, a sinistra, e Francesco, 86, il 6 marzo 2021 a Najaf, in Iraq Dopo I'11 settembre 2001 pareva di essere entrati in una stagione di rapporti sempre più ostili. Invece in 20 anni tutto è cambiato Il nostro mondo è segnato d a tante conflittualità: guerre, come in Ucraina, scontri di civiltà, repressioni, come quella del regime sciita iraniano. La rivolta dei giovani, degli studenti e delle donne in Iran, aspramente combattuta dal regime, sembra in larga parte repressa. A volte, guardando il mondo, ci si sente pessimisti. Che vale sperare? Che vale partecipare con passione a vicende lontane? Non si può cedere al pessimismo. Giovanni Paolo II, che guardava con il senso del miracolo possibile, diceva: "la storia è piena di sorprese!".  Ci sono sorprese della storia . Dopo l'11 settembre 2001, con i terribili attentati jihadisti a New York e Washington, sembrava di essere entrati in una stagione di scontro di civiltà e

Più la guerra si inasprisce, più la pace diventa urgente

Kharkhiv 25/9/2022 - Foto Sant'Egidio Si sente ripetere che non si può che combattere: falso. Chi crede preghi e dissenta dalla soffocante logica delle armi Veramente la pace sembra perduta. Scorriamo le notizie per trovare qualche segnale positivo che indichi una via di soluzione. Ma non se ne trovano. Qualche volta si spera che qualcosa avvenga dietro le quinte. Cercare vie di pace non è cedere all'aggressione russa all'Ucraina, che più passa il tempo, più appare come brutale e inutile. E, come sottolineo da quasi dodici mesi, sono gli ucraini a pagarne in larga parte il prezzo, con morti, distruzioni, violenze subite.  Infatti, nonostante la sua resistenza sorprendente (prima di tutto per i russi che non la prevedevano), l'Ucraina soffre tanto. Tra i Paesi più poveri d`Europa, ha perduto il 30% della sua economia, con 16 milioni di ucraini senza lavoro e 17,5 milioni che nel 2023 avranno bisogno di aiuti umanitari (peraltro, dopo lo slancio iniziale, in calo). Mili