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Visualizzazione dei post da novembre, 2016

Dieci anni dopo, ricordare don Andrea Santoro

Andrea Riccardi e il cardinale Leonardo Sandri hanno ricordato, nella basilica romana di Santa Croce in Gerusalemme, don Andrea Santoro, ucciso dieci anni fa a Trabzon, in Turchia. In questo ultimo appuntamento programmato per ricordare la figura di questo testimone del Vangelo, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, ha affrontato un aspetto centrale nella spiritualità del sacerdote fidei donum della diocesi di Roma, quello del dialogo interconfessionale e interreligioso. «Il dialogo tra le diverse confessioni cristiane e le religioni abramitiche era molto sentito da don Andrea e fu portato avanti anche nel corso dei trent'anni romani attraverso numerosi pellegrinaggi in Terra Santa, fino a creare, dopo la partenza in Anatolia, l'associazione Finestra per il Medio Oriente». Dopo l'intervento di Riccardi, è seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione delle Chiese Orie

Francesco primo Papa globale. Vuole una Chiesa larga, misericordiosa e attrattiva

Francesco è, per tanti aspetti, il primo Papa globale. Nella sua Chiesa si discute di più. Anche vescovi e cardinali esprimono le loro perplessità verso il Papa in privato e pure in pubblico (fatto inedito nel cattolicesimo). Recentemente, quattro cardinali hanno chiesto chiarezza sul testo dell'Amoris Laetitia, con rispetto, ma decisione. Ma non si tratta solo di dottrina. Le priorità di Francesco non fanno l'unanimità. Parlando al Giubileo delle persone escluse, ha detto la sua idea di Chiesa: «Apriamo gli occhi al prossimo, soprattutto al fratello dimenticato ed escluso... Lì punta la lente d'ingrandimento della Chiesa. Che il Signore ci liberi dal rivolgerla verso di noi. Ci distolga dagli orpelli che distraggono, dagli interessi e dai privilegi, dagli attaccamenti al potere...». Francesco vuole una Chiesa povera e dei poveri, come ha detto fin dall'inizio. La Chiesa è, per lui, una "lente d'ingrandimento" centra

Servizio civile, una scuola di cittadinanza, integrazione e lavoro

Finalmente è stato varato, senza restrizioni il servizio civile - afferma Andrea Riccardi che, durante il suo mandato come ministro della Cooperazione e dell'Integrazione, si impegnò a fondo per difenderne l'istituzione e promuoverlo -  Sarà una preziosa occasione di aggregazione e un momento di integrazione e favorirà l'ingresso nel mondo del lavoro. I1 Governo ha dato il via libera alla riforma del Servizio civile. Per anni, la risposta dello Stato è stata restrittiva. Tra il 2007 e il 2011, a fronte di 432 mila domande di giovani tra i 18 e i 28 anni, sono stati messi a bando solo 156 mila posti. Molti gli esclusi per restrizioni di bilancio. Un errore. Si calcola invece che ogni euro erogato dallo Stato per il Servizio civile crei 3,4 euro di attività dei volontari e oltre. Nasce il nuovo Servizio civile universale per la "difesa" d'Italia: incrementa la solidarietà, rafforza la pace tra i popoli, opera per l'inclusione so

Accettiamo la libertà di migrare ..... ma favoriamo la libertà di restare

Andrea Riccardi torna su un tema che gli sta a cuore, quello delle migrazioni e dei migranti. Non un'emergenza, ma un grande passaggio storico. Va gestito, facendo crescere coscienza e cultura, ma anche coinvolgendo insieme i Paesi di arrivo e di provenienza. Un'utopia? L'Europa ha la sensazione di essere assediata dai migranti e dai rifugiati. Le opinioni pubbliche sono molto sensibili: temono l'insicurezza, il terrorismo, la conflittualità interna con gruppi inassimilabili. I populismi soffiano su queste paure, chiedendo ai governi fermezza. Si ripete tante volte che i "miserabili" del mondo intero non possono riversarsi sull'Europa. Nascono politiche, condotte dagli Stati nazionali, spesso incapaci di fronteggiare il fenomeno. Soprattutto, c'è una percezione emotiva dell'invasione . Ma le masse umane in movimento non mirano solo all'Europa. Gli spostamenti in Africa sono massicci. In un campo del Nord del

Trump presidente. Ma papa Francesco.....

"Tra loro c'è stato un conflitto sugli immigrati - scrive Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana di questa settimana. E aggiunge "Ma Bergoglio non è ideologico: a lui interessano solo i poveri" Donald Trump è presidente degli Stati Uniti. Sembrava impossibile, vedendo le cose dall'Europa. Ma è avvenuto. Ora ci s'interroga su che politica farà, perché parte del nostro futuro è determinata dalle sue scelte. Il ruolo degli Stati Uniti resta rilevante anche in un mondo multipolare. Trump appare isolazionista: gli Usa non sono per lui il poliziotto del mondo. L'Europa è lontana. Non sappiamo però quali saranno le scelte del neopresidente, dopo l'ingresso nello studio ovale della Casa Bianca, e quali saranno i condizionamenti dell'Amministrazione su di lui. In cento giorni, si svelerà. Gli Stati Uniti sono stati, dalla Seconda guerra mondiale e con la guerra fredda, la grande e unica garanzia contro la barbarie del

La sfida del neopresidente per ridare al Libano il nome di Svizzera del Medioriente

Andrea Riccardi, nella rubrica "Religioni e civiltà" del magazine Sette del Corriere della Sera dell'11 novembre 2016 analizza la situazione del Libano dopo le ultime elezioni presidenziali, ripercorrendo la storia di questo paese al centro di una regione in fiamme. Il Libano ha finalmente un presidente. Per quarantasei volte il Parlamento non aveva trovato l'accordo su un nome. Sono passati 890 giorni senza capo dello Stato, in una regione in fiamme, con un milione e mezzo di rifugiati su quattro milioni e mezzo di abitanti (senza contare i quasi 450.000 profughi palestinesi). Il presidente è il generale Michel Aoun, cristiano maronita secondo l'accordo intercomunitario: un revenant da una storia complessa che l'ha visto - alla fine degli anni Novanta e della guerra civile - gestire un interim presidenziale con il disegno di liberare il Paese dai siriani che, poi, lo scacceranno. Dopo un lungo esilio, è tornato in patria con una posizione capovolta:

Integrare è un dovere: la visione di Papa Francesco sugli immigrati

Pubblichiamo qui un editoriale su Famiglia Cristiana del 13/11/2016 di  Andrea Riccardi , in cui il fondatore della Comunità di Sant'Egidio riflette sulla visione di Papa Francesco riguardo all'immigrazione e l'accoglienza dei profughi in Europa, a partire dalle recenti dichiarazioni del Papa a un giornalista svedese e dalla visita ai profughi a Lesbo lo scorso aprile. Papa Francesco, di ritorno dalla Svezia, ha parlato di rifugiati e immigrati, rispondendo a un giornalista svedese che lo interrogava sulla paura europea verso chi proviene dalla Siria o dall'Iraq: questi non minacciano la cultura cristiana dell'Europa? Il Papa ha risposto in modo articolato, non ideologico, parlando anche di necessaria «prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato lo si deve integrare». Il Papa cambia posizione? Dall'appello ad accogliere i rifugiati passa a una posizione più realista?

IL PAPA E L'ACCOGLIENZA. PRUDENZA, NON PAURA

Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, scrive oggi, 9 novembre, sul Corriere della Sera parlando delle ultime dichiarazioni di papa Francesco su migranti e rifugiati. Il futuro dell'Europa sta proprio nella solidarietà. Le dichiarazioni di papa Francesco su migranti e rifugiati, di ritorno dalla Svezia, hanno fatto discutere. Il Papa ha avuto qualche espressione che sembrava rimodulare il ripetuto invito ad accogliere: «Ci vuole anche la prudenza dei governanti: devono essere molto aperti a riceverli, ma anche fare il calcolo di come poterli sistemare, perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere, ma lo si deve integrare». Le difficoltà di accoglienza, le paure della gente, le posizioni dei governi (specie dell'Est europeo), le reazioni populiste, la fatica delle parrocchie a ricevere i rifugiati siriani (come il Papa aveva chiesto), avrebbero spinto Francesco a un maggiore realismo, insomma alla «prudenza»?  La questione dei migrant

La visione meticcia del poeta senegalese Senghor, tanto attuale ancora oggi

In un editoriale pubblicato su Sette il 4 novembre 2016, Andrea Riccardi si sofferma sulla figura di Léopold Sédar Senghor, poeta e politico senegalese, incarnazione di una "civiltà eurafricana". Ed è proprio l'idea di "Eurafrica" che emerge più che mai attuale anche nel nostro tempo. C'era un meticcio chiamato Léopold Sédar Senghor. Non figlio di coppia mista. Anzi era un africano, nato in Senegal, quand'era colonia francese. Fu peraltro presidente del Senegal indipendente per vent'anni, dal 1960 al 1980. Era un meticcio di cultura. La sua storia è importante non solo come padre dell'indipendenza senegalese e uno dei rari presidenti africani che lasciò il potere spontaneamente, vivendo gli ultimi anni in Francia senza il conforto delle ricchezze che molti capi di Stato africani portano all'estero. Senghor rappresenta la cultura meticcia tra Africa ed Europa: una "art nègre", come diceva, in lingua francese. La sua grande ope

Dopo il muro di Gorino. Ma sugli immigrati la UE deve fare di più.

In un editoriale pubblicato su Famiglia Cristiana, Andrea Riccardi commenta i fatti di Gorino e analizza la questione dell'accoglienza ai profughi. Un mese fa a Gorino (frazione di Goro, in Emilia) c'è stata la processione con la statua della Vergine, portata da sole donne. Il 14 ottobre, invece, gli abitanti di Gorino (uomini e donne) hanno respinto un altro corteo di donne: 12 rifugiate (una incinta di otto mesi) e alcuni bambini, mandati dalla Prefettura per essere ospitati. La terra di Goro ha un rapporto complesso con l'acqua, tanto che c'è una benedizione del Po, di cui si temono gli straripamenti. A Gorino è avvenuta una brutta storia: un paesetto con meno di 600 abitanti, con tante case vuote, è entrato nelle cronache così. Rabbia, senso di abbandono, paura del futuro hanno portato a un muro improvvisato. Non mi vorrei aggiungere alle giuste condanne. Né soprattutto a quelli che hanno sostenuto la "resistenza" di Gorino. Invece i rifugiati avreb