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Visualizzazione dei post da 2019

Lesbo-Roma: così si sconfigge la globalizzazione dell'indifferenza

Cominciammo a parlarne nell'aprile scorso, di fronte a un tè. Decisivo l'intervento del ministro Lamorgese Due isole del Mediterraneo sono simbolo della frontiera Sud dell'Europa: Lampedusa e Lesbo. Qui approdano tanti rifugiati e migranti. Papa Francesco andò a Lampedusa  nel luglio 2013, da poco eletto. Con voce commossa denunciò la «globalizzazione dell'indifferenza» verso il popolo che attraversava il Mediterraneo, dove talvolta perdeva la vita. Tre anni dopo, nel 2016, il Papa era a Lesbo con il patriarca Bartolomeo e l`arcivescovo ortodosso di Atene: «Non siete soli: imploro l'Europa» fu la sintesi del suo messaggio. Il Papa, di ritorno a Roma, portò con sé una ventina di profughi siriani, accolti dalla Comunità di Sant'Egidio. Per spiegare il gesto, citò Madre Teresa: «Una goccia d`acqua nel mare, ma dopo quella goccia il mare non sarà lo stesso». Nell'aprile 2019 andai a Lesbo. I riflettori erano spenti dopo la visita papale. Una situazione ter

La nuova Commissione guidata dalla von der Leyen. La sicurezza di Ursula nell'Europa inquieta

Ursula von der Leyen nel 2015 con la Comunità di Sant'Egidio di Catania incontra i migranti Clima, economia, immigrazione: temi chiave su cui la presidente ha mostrato una visione di ampio respiro Non è stato semplice arrivare alla formazione della Commissione europea di Ursula von der Leyen. Ci sono voluti mesi per comporre le volontà dei partiti e degli Stati. Oggi però abbiamo una Commissione con una visione del futuro illustrata dal discorso della presidente al Parlamento europeo il 27 novembre scorso. Forse molti non avranno seguito i quattro mesi necessari per arrivare al risultato. Qualcuno ironizzerà sui tempi lunghi. Non è facile mettere insieme la sensibilità di ventotto Stati (la Gran Bretagna sta per andarsene). Ma è l'Unione! Una grande democrazia. Le critiche al meccanismo complesso vengono dal culto dell'immediatezza, della democrazia diretta, che ha tanto il sapore del populismo. La democrazia europea è una costruzione salda e complessa, trasparente,

Dall'Asia uno sprone missionario per l'evangelizzazione globale

Foto Vatican News Il recente viaggio di papa Francesco ha portato a galla l'attenzione verso i cristiani d'Oriente Papa Francesco in Asia: due tappe, Thailandia e Giappone. Due Paesi dove la Chiesa cattolica è minoritaria. In Giappone i cattolici sono poco più di mezzo milione su 126 milioni di abitanti. L'evangelizzazione procede lentamente. L'arcivescovo di Tokyo ha dichiarato: «Le persone hanno una specie di barriera interiore verso ogni religione». Eppure l'evangelizzazione risale a san Francesco Saverio sbarcato nel 1549. Dopo un inizio favorevole, vennero i tempi in cui il cristianesimo fu perseguitato. A metà dell'Ottocento tornarono i missionari. Anche in Thailandia, Paese buddhista, la Chiesa è cresciuta lentamente nei secoli, arrivando a 300 mila fedeli su 60 milioni. Ma la condizione minoritaria non è una sconfitta della missione. Chiama in modo particolare al dialogo con le religioni e all'evangelizzazione. Qualcuno ha parlato del Duemila

Medio Oriente tra rabbia e rassegnazione

Louis Raphael Sako a un incontro di Preghiera per la Pace della Comunità di Sant'Egidio Da Israele alla Palestina, dal Libano all'Iran le riforme e la pace sono ancora un miraggio Il Medio Oriente si è infiammato nuovamente in queste ultime settimane. Tra i palestinesi di Gaza e Israele, siamo in una fase dura. Jihad islamico, che accanto a Hamas controlla la Striscia palestinese, ha continuato il lancio di missili su Israele, dopo l'uccisione mirata di un suo leader. I raid israeliani successivi hanno provocato una trentina di morti palestinesi. Gaza è prigioniera delle organizzazioni terroriste, dell'odio e della miseria. Colpirla non risolve. Non c'è soluzione all'orizzonte per la questione israelo-palestinese, che continua a ingarbugliarsi. Il Medio Oriente è un coacervo di crisi. La Siria è stata distrutta da una terribile guerra dai molteplici attori, interni e internazionali, fin dal 2011. L'ultimo atto è stato la fine della regione autonoma d

lus culturae, quando lo studio diventa via maestra d'integrazione

Per il nostro Paese il problema non è chi arriva ma chi va (nel 2018, 150 mila connazionali sono andati all'estero) Tra i bambini che escono da una scuola ne vediamo tanti ormai che non hanno i tratti somatici degli italiani. Alcuni, non molti, sono adottati. Ma la maggior parte sono figli di immigrati, spesso nati in Italia. Studiano con i bambini italiani, giocano con loro, guardano il futuro insieme, che sarà quasi sicuramente nel nostro Paese. Eppure mancano di qualcosa: la cittadinanza italiana. Gli è stata negata da una politica che teme gli umori dell'elettorato e che spesso evoca il fantasma della presunta invasione degli stranieri. Ma quale invasione? Con la nostra crisi demografica, con il bisogno di lavoratori, con la necessità delle famiglie di essere aiutate dalle "badanti", abbiamo bisogno di migranti in Italia. Non mi stancherò mai di ripetere che il principale problema italiano sono i nostri connazionali che vanno a vivere all'estero (circa

Le domande che pone la vittoria della destra. Il messaggio di solidarietà del Papa fatica a passare

 Il messaggio di solidarietà del Papa fatica a passare: i fedeli vivono una fede che non si traduce in cultura Conviene ritornare sulle elezioni regionali umbre, perché rivelano un orientamento del Paese. Lo stacco tra centrodestra e Pd-Cinque Stelle è di ben 21 punti. Il Pd (sceso dal 35,8 del 2015 all'odierno 22,3%) ha perduto forza: certo per gli "scandali" del passato Governo regionale, ma anche perché scarico di attrattività. Il suo popolo si è ridotto, pure se aveva in Umbria una forte rete: soprattutto, non mostra una visione del futuro. Il suo discorso resta improntato al "politicamente corretto" e la sua classe dirigente è divisa (si è vista la scissione di Renzi). Cinque Stelle passa dal 14,6 del 2015 al 7,4% del 2019: non incarna più la protesta. Impressiona l'avanzata della destra. Infatti si va rarefacendo il centro-destra di Berlusconi: i suoi voti sono dimezzati. La proposta della destra trova consensi crescenti: la Lega triplica i vo

La protesta infiamma tutto il Sudamerica

Dal Cile all'Ecuador, dalla Bolivia al Venezuela il subcontinente è in preda a scontri e agitazioni Il Cile è oggi un po' ai margini del nostro orizzonte. Se ne parla poco, anche se ha 18 milioni di abitanti e la sua economia era considerata prospera. Fu al centro dell`attenzione nel 1973, all'epoca del golpe di Pinochet contro il presidente socialista Allende: ci furono almeno 3.500 morti (la cifra non è ancora sicura), tanti torturati e esiliati. In quel drammatico periodo, l'ambasciata d`Italia nella capitale accolse i ricercati (circa 750) e ne favorì l'allontanamento dal Paese. Nanni Moretti, nel 2018, ha ricordato la vicenda con un bel film-documentario, Santiago, Italia . Ormai sono lontani quei tempi in cui si guardava con passione al Cile oppresso e il gruppo vocale degli Inti-Illimani cantava in Italia Viva Chile! . Il Cile ha ritrovato la democrazia da tempo. Oggi fa impressione vedere i militari con i carri armati per strada e le violenze sui mani

Catalogna, la politica dello scontro fa il gioco dei radicali

Foto da open.online Sia Madrid sia gli indipendentisti sono prigionieri della caccia al consenso. Manca una mediazione ragionevole La Catalogna brucia. Sulla scena della rivendicazione indipendentista sono comparsi gruppi radicali e, con essi, la violenza per le strade. Le manifestazioni - anche aggressive - attraggono i giovani catalani, che protestano contro la condanna del Tribunale supremo di Madrid ai leader indipendentisti. I giovani chiedono polemicamente ai politici catalani che cosa abbiano guadagnato dalla rivendicazione pacifica dell`indipendenza. In realtà la classe politica a Barcellona si è anch'essa radicalizzata sull'indipendenza. Il referendum del 1° ottobre 2017, con il 90% di voti a favore dell'indipendenza (su un'affluenza del 43% dei catalani) indica una via che sembra obbligata. È la via dello scontro. Che apparve naturale al Governo Rajoy, due anni fa, sul referendum. Lo era già da prima, quando questo rifiutò le richieste di Barcellona.

Povera Siria! Si è aperto un altro capitolo di una guerra infinita che dura dal 2011

L'ennesima sconfitta per l`Europa: divisa, confusa e impotente. L'offensiva ha travolto anche parecchi cristiani rifugiatisi nel Nord della Siria dopo la Grande guerra Povera Siria! Si è aperto un altro capitolo di una guerra infinita che dura dal 2011 . Poveri curdi siriani! La regione semiautonoma nel Nord del Siria, il Rojava, sta scomparendo sotto l'offensiva turca. Con i curdi, sono travolti parecchi cristiani, rifugiatisi qui dopo la Prima guerra mondiale e le persecuzioni nell'Impero ottomano, fuggendo dalla Turchia. Il mondo di Rojava sarà spazzato via? Sembra di sì, se guardiamo a quanto successo nell'enclave curda di Afrin, occupata dai turchi nel 2018, insieme alle milizie arabe, l'esercito libero siriano estremista e qaedista.  Ad Afrin (dal 2012 unito al Rojava) l'esercito libero siriano ha condotto epurazioni etniche. I curdi sono stati in parte allontanati. I cristiani della città, circa 3 mila, sono scappati e l'unica chiesa bruciata.

La compassione salva il mondo: il mandato di Francesco

IL SIGNIFICATO DELLE SCELTE DEL PAPA: IL CONCISTORO    di Andrea Riccardi Pastori di comunità di frontiera, di terre in cui i cristiani sono perseguitati, fautori del dialogo e della pace tra culture diverse: i nuovi porporati per vivere il Vangelo oggi   Il Concistoro con cui papa Francesco ha creato 13 nuovi cardinali non è un fatto burocratico per riempire posti vacanti, ma rappresenta un messaggio. Tra i cardinali ultraottantenni (non entreranno in un eventuale conclave), c`è il vescovo Tamkévicius, che ha conosciuto la persecuzione nella Lituania sovietica: arrestato, ha trascorso dieci anni nei campi di lavoro e un periodo di esilio in Siberia. Ricorda come la Chiesa sia anche martirio.  Francesco l'ha detto ai nuovi cardinali: «La disponibilità di un porporato a dare il proprio sangue - significata dal colore rosso dell'abito - è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione».  La "compassione&

Europa e Africa, primi passi di una nuova politica sui migranti

L'Italia non è più sola ad accogliere chi sbarca. E dal Continente Nero arrivano novità sui detenuti in Libia. L'accordo di Malta sui richiedenti asilo ha coinvolto il governo maltese, l'Italia, la Francia e la Germania. Restano per ora fuori Grecia e Spagna, tanto toccate dai profughi. Gli altri paesi dell`Unione europea decideranno se farsi carico di questa gente. È una svolta: al di là dei Paesi di prima accoglienza, altri riceveranno i profughi, soccorsi da navi militari o ONG, e avranno la responsabilità di vagliare la richiesta d'asilo. È un primo passo per superare il sistema di Dublino (che, per impedire al richiedente asilo di presentare più domande, responsabilizza il Paese di prima accoglienza). La logica di Dublino ha lasciato soli gli Stati dell`Europa meridionale, Spagna, Italia, Grecia, Malta, mentre gli altri Paesi europei hanno affermato tranquillamente che non era un loro problema. Si sono viste le conseguenze di questa politica in Italia, con i

Israele, il rebus della maggioranza

Le elezioni politiche in Israele hanno formato un nuovo Parlamento (la Knesset: 120 eletti con un sistema proporzionale) che a fatica riuscirà a creare un Governo. Sei mesi fa, la Knesset non ce la fece e fu sciolta. Qualcuno la paragona allinstabilità italiana. Un fatto è chiaro però: Netanyahu, con i 31 deputati del suo Likud (due in meno delle scorse elezioni), non sarà il perno della maggioranza . Un brutto problema per "Bibi il mago", come lo chiama parte della stampa israeliana per la sua spregiudicatezza. Non potrà contare sull`immunità dovuta al primo ministro, anche perché sta per essere portato in giudizio per corruzione.  Ha condotto una campagna molto accesa: ha chiesto il voto per sé per arginare gli arabi che andavano in massa alle urne; ha promesso l'annessione della West Bank, i territori occupati a maggioranza araba, dove ci sono molte colonie israeliane. Oggi la sua lunga egemonia è finita. Anche col sostegno dei partiti ultrareligiosi non arriva

L`importanza di un vero dialogo per rendere la pace universale

Il nostro mondo è diventato difficile e complesso: solo la convivenza può sconfiggere la paura e trovare soluzioni Il tema della pace sembra a molti ormai troppo generale, se non generico. Parlare di pace ha il sapore dell'utopia di fronte alle troppe guerre aperte (come in Siria). Intanto si riabilita il confronto armato per risolvere le controversie. Parlare di pace appare un'ingenuità. Lo fa però papa Francesco con la Chiesa. Lo fanno le religioni. Dal 15 al 17 settembre si è tenuto a Madrid un grande incontro di dialogo e preghiera, "Pace senza frontiere", promosso dalla Comunità di Sant'Egidio e dall'arcivescovo di Madrid, il cardinale Carlos Osoro Sierra. Si sono raccolti nello spirito di Assisi uomini e donne di religione differente, umanisti, gente di cultura. Questa storia è cominciata ad Assisi nel 1986 con l'invito di Giovanni Paolo II. Poi è continuata ogni anno. Dialogo e preghiera camminano insieme. Paolo VI diceva: «C'è un

Africa, c'è un futuro da costruire insieme

Maputo, la capitale dei Mozambico, è grande e moderna, distesa sull'oceano Indiano: un milione e mezzo di abitanti, palazzi alti accanto all'elegante urbanistica portoghese. E' il Mozambico ricco e sviluppato. Non sfugge però all'assedio delle baracche e delle periferie di gente che viene a cercare  ostinatamente   un futuro. L'impatto di Papa Francesco con Maputo è stato forte. Dal suo arrivo, la gente è scesa per strada. Non era mossa dall'organizzazione dell'evento, piuttosto  fragile. Volevano "vedere il Papa". Ero in un bar, di fronte alla cattedrale, un'opera portoghese degli anni Cinquanta splendidamente rinnovata, mentre la televisione inquadrava il Papa scendere dall'aereo. In quel momento tutti si sono alzati in piedi e hanno applaudito. Perché?  I cattolici sono sette milioni su 25  milioni  di abitanti. Forte è la sfida dei "profeti" delle comunità neoprotestanti, quelle della teologia della prosperità, molto anti

Abbracciamo i fratelli dell'Africa con il Papa

La visita ai Paesi della fascia meridionale del Continente incoraggia le popolazioni e rivolge un appello al mondo Papa Francesco visita dal 4 al 10 settembre il Mozambico, il Madagascar, le Isole Mauritius. Ci si potrebbe chiedere perché parlare di questi Paesi dell'Africa meridionale. Anni fa, un cardinale francese che viveva a Roma mi mostrò il programma del Papa che portava con sé: «Dobbiamo viaggiare con lui», mi disse.  Lo credo anch'io: dobbiamo in qualche modo viaggiare con il Papa. Francesco ci porta al di là del nostro mondo, in Paesi lontani. Ormai però nel mondo globale i destini s'intrecciano. Il Madagascar, grande isola a fianco dell`Africa, punto d'incontro tra  il continente nero e l`Asia, 25 milioni di abitanti, è un vasto Paese, per metà cristiano, segnato da grande povertà. Bergoglio va laggiù per dire che non è dimenticato.  Mi tocca particolarmente il viaggio di Francesco in Mozambico, Paese cui sono molto legato. L'ho visto passare attr

Una cultura in cui coscienza e legge si innervino del senso dell’umano

Il bisogno di momenti di vera cultura si misura dalla folla che riempie il chiostro di San Domenico, a Fondi, ieri sera, 29 agosto, per la presentazione del libro “La coscienza e la legge” scritto a quattro mani da mons. Vincenzo Paglia e Raffaele Cantone. Al colloquio partecipano – insieme agli autori - AndreaRiccardi, Marco Impagliazzo e mons. Luigi Vari. Il tema è di grande attualità. “Abbiamo bisogno in questo paese di una cultura in cui la coscienza e la legge si innervino del senso dell’umano” Afferma Riccardi in apertura, per affrontare poi questioni sostanziali nel dibattito attuale: il crollo del noi, la deriva della società che trasforma il popolo in plebe, le elezioni in plebisciti. La crisi delle culture popolari “Ma la cultura cristiana è una risorsa di questo paese”. E conclude: “Nella dimensione della storia e della giustizia la misericordia e la giustizia sono cresciute”. “Il disegno di fondo – gli fa eco Vincenzo Paglia - è ritessere il tessuto umano e una