Passa ai contenuti principali

La compassione salva il mondo: il mandato di Francesco

IL SIGNIFICATO DELLE SCELTE DEL PAPA: IL CONCISTORO   di Andrea Riccardi

Pastori di comunità di frontiera, di terre in cui i cristiani sono perseguitati, fautori del dialogo e della pace tra culture diverse: i nuovi porporati per vivere il Vangelo oggi
 
Il Concistoro con cui papa Francesco ha creato 13 nuovi cardinali non è un fatto burocratico per riempire posti vacanti, ma rappresenta un messaggio. Tra i cardinali ultraottantenni (non entreranno in un eventuale conclave), c`è il vescovo Tamkévicius, che ha conosciuto la persecuzione nella Lituania sovietica: arrestato, ha trascorso dieci anni nei campi di lavoro e un periodo di esilio in Siberia. Ricorda come la Chiesa sia anche martirio. 

Francesco l'ha detto ai nuovi cardinali: «La disponibilità di un porporato a dare il proprio sangue - significata dal colore rosso dell'abito - è sicura quando è radicata in questa coscienza di aver ricevuto compassione e nella capacità di avere compassione». 
La "compassione" è stata il cuore dell'omelia del Papa, tanto che ha posto la domanda: «È viva in noi la coscienza di questa compassione di Dio per noi?». L'altro cardinale ultraottantenne, l'italiano Dal Corso, è stato missionario dal 1975 e, pensionato come vescovo, è rimasto a fare il missionario: una vita di "compassione" nella missione. La Chiesa, in un mondo diviso e conflittuale, dove i Paesi, le religioni e le culture sembrano scivolare lontano ogni giorno di più, mette la compassione nel cuore della sua vita e del suo
impegno. 

Compassione è dialogo: con le culture e le religioni. Divengono cardinali monsignor Tolentino, archivista e bibliotecario, ma anche monsignor Ayuso Guixot, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, il predecessore, monsignor Fitzgerald (entrambi missionari in Africa prima di impegnarsi nel dialogo), l'arcivescovo di Rabat in Marocco, alla testa di una piccola Chiesa in un Paese musulmano, e l'arcivescovo di Giacarta. Non mancano cardinali di Chiese di frontiera, come quello dell'Avana, della grande megalopoli africana di Kinshasa, della piccola diocesi indigena in Guatemala di Huehuetenango. Con loro diventa cardinale il gesuita Heillerich, vescovo in una società secolarizzata come il Lussemburgo. 
A loro il Papa indica la strada: «Gesù cerca le persone scartate, quelli che ormai sono senza speranza». La Chiesa della "compassione" è in mezzo ai dolori delle donne e degli uomini del nostro tempo: tesse i fili di tanti incontri mentre aiuta ad andare verso la realizzazione di un mondo più fraterno. 
Siamo in un tempo in cui la gente diffida dei vicini: il tasso di fiducia degli italiani verso i connazionali su una scala da l a 100, è sceso nel 2018 a 37, calando di 10 punti negli ultimi dieci anni. Ogni anno scende. Francesco indica invece la via dell'incontro e della fiducia vicendevole. In questo senso ha nominato cardinale il sottosegretario vaticano per migranti e rifugiati Czerny, mostrando come l'incontro con i migranti sia decisivo. In Italia crolla l'interesse per il mondo: crisi economica, senso di insicurezza e paura favoriscono questo processo.
Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, ha mostrato nella sua città come l`incontro fiducioso con il vicino (che lui stesso vive ogni giorno per le strade) sia l'inizio di un'apertura a un mondo più grande. Papa Francesco suggerisce di vivere la "compassione" e di rischiare su di essa la vita. Umilmente ed efficacemente la Chiesa vuole essere il cuore di un mondo più umano, aperto a Dio e all'amore per gli altri.

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

Un popolo unito attorno al Papa nel segno della carità e della pace: il nuovo Pontefice deve contare sull'accoglienza di tutti per guidarci sulla via della speranza

  I cardinali riuniti nella Cappella Sistina al momento dell'"Extra omnes" il 7 maggio - Foto da Vatican Media Mentre scrivo l'elezione non è ancora avvenuta. Ma ricordo che Benedetto XVI, accomiatandosi dopo le dimissioni, disse: «Nel collegio cardinalizio c'è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Facciamo nostre queste parole di un grande credente: non sappiamo il nome dell'eletto, ma sarà il nostro Papa, colui che conferma nella fede i fratelli e guida la Chiesa. Attorno al Santo Padre si fa l'unità della Chiesa. Non solo con l'obbedienza, ma anche con la "reverenza". Quest'ultima parola suona antica ma è vitale: rispetto profondo.  I giorni prima del conclave sono stati attraversati da una certa irriverenza: sui media e sui social, che hanno dovuto riempire le "pagine" con pronostici e indiscrezioni. Irriverente, quanto curiosa, è l'immagine di Trump vestito da Po...

Non si immagina più la pace: c'è solo la guerra all'orizzonte. Ma dai conflitti nessuno mai esce vincitore

  Dialogo e diplomazia hanno un ruolo residuale.  Quasi ogni giorno siamo assediati da notizie di attentati, tensioni, bombardamenti e altro. In Medio Oriente, Ucraina e altrove. Notizie di guerra o che preludono a una guerra più grande. Di fronte a questo scenario, si resta attoniti. Non esiste più un quadro di riferimento che spinga a un superamento delle tensioni in corso, nonostante gli interventi di taluni governi. Tutto è talmente intrecciato e i nodi sembrano sempre più stringersi verso il riarmo, i conflitti sanguinosi, l'allargamento del campo di chi si combatte. Anche se - va detto - non mancano anche, qua e là, fragili espressioni di prudenza di chi misura le proprie forze. Ma il vero problema è che si è eclissata la cultura della pace, la visione maturata nei decenni dopo la Seconda guerra mondiale, pur tra tante contraddizioni.  Il 6 e il 9 agosto 1945 - ne celebriamo la ricorrenza in questo mese - per la prima volta nella storia fu usata l'arma atomica contr...