Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da marzo, 2019

La "Via della seta", opportunità di sviluppo per un'Europa più unita

foto airpressonline.it La visita di Xi Jinping ha evidenziato la fragilità dei Paesi dell'Ue se affrontano da soli i "giganti" Quando il presidente Xi Jinping, accompagnato dalla moglie (una protagonista della visita in Italia), scendeva dall'aereo che l'ha portato a Roma, si è avuta un'impressione di sicurezza. Non era solo "l'imperatore" della Cina, il Paese più popoloso del mondo con un miliardo e quattrocento milioni di abitanti, un gigante economico in crescita e una potenza nucleare. Era portatore di un vasto e lucido progetto, la "Via della seta", che lancia la Cina sugli scenari della globalizzazione e propone un ruolo ai partner europei. Si potrà discutere sul progetto: se affrontarlo come singoli Paesi europei o come Unione. L'impressione data dalla classe dirigente al governo in Italia, da parte sua, è stata quella di non avere un progetto. Tutto serve per polemiche interne italiane

Un supplemento d'anima per la Città ferita

Il Papa chiama Roma a essere se stessa, senza temere bontà e carità Editoriale di Andrea Riccardi su Avvenire del 27 marzo 2019 La visita di papa Francesco in Campidoglio si colloca nello scenario complesso e talvolta difficile della Roma degli ultimi anni. La città ha conosciuto tanti cambiamenti: lo svuotamento della popolazione del centro storico (che è anche perdita di riferimenti culturali, spirituali e civili per l`intera città), la crisi del ceto medio che la caratterizzava, la crescita della solitudine e della povertà nelle periferie... I poveri sono aumentati, tanto che nell'inverno passato sono purtroppo morte tredici persone senza fissa dimora. Un fatto scandaloso, troppo dimenticato. Roma è in affanno. Lo è la sua amministrazione. C'è però un problema profondo: la città sta perdendo l'anima. Del resto è un fenomeno che investe tante città, coinvolte dalla globalizzazione, che non si sono ripensate e ristrutturate nel mondo glo

Papa Francesco: Dialogo, pace, salvaguardia del Creato. L'aspirazione all'unità del genere umano

Francesco, il Papa della globalizzazione Dialogo, pace, salvaguardia del Creato: il Pontefice rappresenta l'aspirazione all'unità del genere umano Il 13 marzo scorso si sono compiuti sei anni dall'elezione di Francesco, che provocò allora tanto entusiasmo. Eppure, sulla stampa (eccetto i giornali cattolici), non ho trovato ricordi o commenti di un evento importante per la nostra storia. Forse repulsione per gli anniversari? Così non è stato in passato. In realtà papa Francesco interessa meno. Anche la televisione è nella stessa linea. Il silenzio esprime una percezione di crisi del pontificato? Si parla molto degli scandali e dei problemi della Chiesa. Forse il papa non è riuscito a risollevarla e a farla uscire tra la gente? Si è arenato sugli scogli in cui era incappato il mite Benedetto XVI? Indubbiamente la popolarità del papa è un poco in calo (con 72 punti nel 2018 rispetto al 77 del 2017, ma ben 17 in più rispetto al 2008), pur

Francia, Germania e noi: un cantiere di nome Europa

L'alternativa ai sovranismi è un rinnovato progetto di Unione che non si fermi a economia e finanza. Emmanuel Macron, presidente francese, 41 anni, ha invocato una road map condivisa per dare nuovo slancio all'Ue. Ci avviciniamo alle elezioni europee del 23-26 maggio, che non possono essere affrontate solo in chiave nazionale. Si gioca il futuro di ogni Paese. Una domanda aleggia: vogliamo che l'Europa sia veramente parte integrante del destino dell'Italia? L'Europa unita è ben più di un'alleanza o di un mercato: entra nella vita di ogni Paese connettendolo a un destino comune, mentre lo accompagna e lo protegge nella proiezione mondiale. È cresciuta la polemica contro l'UE, perché burocratica e lontana dai popoli, quasi espropriati della sovranità. E poi gli Stati europei spesso perseguono interessi propri, mentre predicano l'europeismo. Problemi seri da affrontare francamente. L'Italia ha vissuto da sola que

Tra India e Pakistan l'ombra dell'atomica

Si riaccende un conflitto storico che rimette in discussione la pacificazione tra i due giganti asiatici India e Pakistan sono in guerra? Si tratta per ora di un conflitto limitato al solo Kashmir, la regione contesa tra i due Stati fin dal 1947, dal momento della drammatica partition dell'impero britannico tra l'India degli indú e il Pakistan dei musulmani, che costò più di un milione di morti e quattordici milioni di sfollati. Gandhi era contrario a questa divisione, perché voleva l'India come terra di convivenza tra Islam e induismo con le altre religioni. Così non è stato, perché sono nati due Stati a partire dall'identità religiosa (in particolare il Pakistan, che conosce una forte impronta musulmana). L'India, pur essendo in grande maggioranza indù, è stata a suo modo una democrazia laica. Non sono mancati conflitti interreligiosi nella storia dell'India indipendente. E poi questo Paese, nonostante l'emigrazione

L'identità italiana è quella di un ponte tra mondi e culture. Intervista a Radio Radicale

L'identità di ponte, una lingua che è lingua di pace della simpatia. Gli italiani nel mondo è gente che in genere ha una carica di simpatia. Nell'intervista con Massimiliano Coccia di Radio Radicale, Andrea Riccardi, presidente della Società Dante Alighieri , illustra la "politica di lungo periodo" della Società per valorizzare lingua, cultura e prodotti italiani