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Visualizzazione dei post da dicembre, 2023

2024. Le prospettive tra guerre, terrorismo, migrazioni. Guardiamo al futuro senza paura

Il conflitto tra Russia e Ucraina e quello tra Hamas e Israele troveranno una soluzione? Non abbiamo certezze su ciò che sarà. Eppure, dobbiamo coltivare il coraggio della speranza Si apre il 2024 con timore. Forse con paura. Il mondo è davanti i nostri occhi. Che succederà? Da ogni parte del globo ci raggiungono tante notizie. Ci sentiamo indifesi e vulnerabili.  Guerre, terrorismo, epidemie, masse di persone che si spostano, Stati fragili o falliti, crisi ecologiche... Alla fine si teme che il disordine del mondo, in un modo o nell'altro, "contagi" anche me. Ho scritto "contagio" non solo per le epidemie (il Covid è ancora virulento, nonostante la vaccinazione, difesa che non va trascurata), ma anche perché nel mondo globale tutto si comunica.  La guerra in Ucraina e la crisi del grano hanno determinato gravi difficoltà nelle economie di tanti Paesi, come in Africa. Tutto, molto si comunica. E fa paura.  La paura spinge a restringere la propria visione dell

Il principe della pace può nascere anche in un mondo come questo

Tanti Paesi sono sconvolti dalla guerra come ai tempi di Gesù. Ma con Lui rinasce la speranza Il Natale parla al cuore. Conserva, nonostante le consolidate derive consumistiche, un vero radicamento nel Vangelo.  In un mondo, dove dominano i signori della guerra come Erode, può nascere la pace, tanto che il bambino di Betlemme è chiamato "principe della pace". La pace non è morta per sempre nei campi di battaglia, sotto i bombardamenti, negli atti terroristici.  Con l'annuncio del Vangelo di Natale rinasce la speranza di pace: sì, la pace è sempre possibile! Rinasce la pace, che ha il nome di Gesù. É il messaggio che la Chiesa annuncia ogni anno per il Natale. Sono pura consolazione la pace e la gioia di Natale che si creano nelle comunità e nelle famiglie?  Innanzitutto, la pace di Natale è una gioia condivisa: crea un "noi" che si raduna e non si risolve in un "io" che consuma. E poi, è un inizio di pace nel cuore di alcuni, in una comunità che asc

Il dramma degli ostaggi israeliani, vittime innocenti. La loro sofferenza mostra la disumanità della guerra

Una manifestazione per la liberazione degli ostaggi israeliani - Tel Aviv 24 Novembre - Foto di Yossi Pikarek da Wikimedia Commons   La sofferenza dei rapiti, uomini, donne e minori, mostra ancora di più la disumanità della guerra L'attacco proditorio di Hamas e di altri gruppi islamisti palestinesi sul territorio israeliano, il 7 ottobre scorso, ha scosso Israele e il mondo. Un vero atto di terrorismo, non fosse che per il rapimento degli ostaggi, portati nella Striscia di Gaza. Erano all'inizio circa 250, tra cui i bambini. I terroristi hanno voluto catturarli, anche se del tutto estranei a ogni azione militare.  L'aggressione, anche per questo, si è qualificata come un atto di banditismo e terrorismo. Ma questo non importa ad Hamas, che tende a radicalizzare la situazione e che aveva previsto la dura reazione militare d'Israele la quale, nonostante morti e rovine, avrebbe alla fine compattato i palestinesi attorno alla sua leadership.  La risposta militare israelia

La beffa di Expo 2030 deve far riflettere sul futuro dell'Italia

L'assegnazione all'Arabia pone il problema del ruolo del nostro Paese nel mondo: non siamo un museo L'Esposizione Universale non sarà a Roma, ma a Riyad. La vittoria saudita era prevista, anche per la quantità di mezzi finanziari utilizzati. Ma non basta questa spiegazione. I dati: Riyad 119 voti, Busan (Corea) 29, Roma 17. L'Italia ha fatto una buona campagna con un buon progetto. Cosa è successo? Roma è così in basso rispetto a Riyad, capitale di un Paese che, pur nel rinnovamento, non conduce una politica di rispetto dei diritti umani?  Roma ha una continuità storica di quasi tremila anni: dall'antica Urbe all'Impero, alla Roma dei papi e del cattolicesimo, alla capitale italiana. Credevamo che Roma valesse un po' più di 17 voti. Oggi Roma attrae tanti turisti. Che cosa è successo? La domanda ci inquieta. L'Europa occidentale non ha lo spazio, la forza e l'appeal del Novecento. Del resto, l'Italia non si distingue per una politica particolar

Le ragioni della svolta a destra dell'intera America latina

Milei interviene ad una manifestazione di VOX l'8 Ottobre 2022  La causa principale è la crisi della sinistra del continente, attaccata al potere e repressiva Il 19 novembre è stato eletto presidente dell'Argentina, con il 55,69% dei voti, Javier Gerardo Milei, uomo di destra e liberista estremo. Aveva insolentemente criticato papa Bergoglio come fautore della povertà, chiamandolo «l'imbecille che sta a Roma», e ancora «rappresentante del maligno nella casa di Dio e sulla Terra», «gesuita che ha un'affinità con comunisti assassini». Buona parte della Chiesa argentina ha risposto con sdegno. Dopo l'elezione, il Papa però ha chiamato il neopresidente per congratularsi, facendo un gesto distensivo.  Perché gli argentini hanno votato Milei, personalità istrionesca e imprevedibile? Il candidato alternativo era il peronista Sergio Massa, ministro del precedente Governo che lascia in eredità una pesante crisi economica. Rappresenta un passato fallimentare, senza via d'