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Visualizzazione dei post da settembre, 2017

I migranti esigono una risposta globale

Quella dei migranti non è una questione che riguarda singole nazioni, ma ha assunto in questi anni una dimensione globale che esige risposte altrettanto globali e lungimiranti. In un editoriale su Famiglia Cristiana del 1/10/2017, Andrea Riccardi interviene sul tema dei migranti riprendendo le recenti dichiarazioni del premier italiano Paolo Gentiloni all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. I migranti, i profughi e i rifugiati hanno sempre accompagnato la storia dell'umanità. Ma, nel mondo del XXI secolo, sono divenuti un'espressione massiccia, tipica e dolorosa della globalizzazione. Spinti dalle guerre, dai problemi ecologici, dalla fame, dalla ricerca di un mondo migliore, dalle crisi economiche o dalla mancanza di lavoro, si spostano verso altri Paesi, per cercare una vita degna o per essere più sicuri e non più sotto minaccia. È una questione che ci siamo posti con insistenza negli ultimi mesi. Ne abbiamo anche parlato molto come credo sia giusto - su queste

Migranti e integrazione, valori. Una nuova cultura

L'integrazione è possibile, ma c`è bisogno di un modello che rifugga dalla paura e dalla chiusura, valorizzando le piccole e grandi esperienze positive già presenti e diffuse in tutt'Italia Le migrazioni sono una delle grandi questioni del XXI secolo. I flussi di popolazioni, che si spostano nel mondo, riguardano ogni anno milioni di persone e toccano tutti i continenti. In Europa, stiamo vivendo solo una parte di quanto accade a livello globale, perché oggi non si emigra solo dal Sud del mondo verso il Nord, ma in ogni direzione. L'Africa è l'esempio di un continente i cui popoli sono in movimento nelle direzioni più varie. L'Italia, nel volgere di mezzo secolo, ha profondamente cambiato la sua posizione: da paese di migranti verso il mondo a paese che si sente assediato dai migranti. Non è un cambiamento da poco. Alla fine dell'Ottocento e nei primi decenni del Novecento, tanti italiani hanno cercato un futuro fuori

Ius culturae senza paura: è il nostro futuro

"Non si tratta di ius soli, ma ius culturae: non concederlo equivale a ghettizzare". In un editoriale su Famiglia Cristiana del 24/09/2017, Andrea Riccardi interviene sul tema della cittadinanza ai minori figli di stranieri che sono nati in Italia o che studiano nel nostro Paese da almeno cinque anni, facendo chiarezza sulla differenza tra Ius soli e Ius culturae Ci sono problemi sulla strada dell'approvazione della legge per la cittadinanza ai bambini figli di stranieri nati in Italia o qui da lungo tempo. L'hanno chiamato Ius soli . In realtà è il nome dato dagli avversari al provvedimento, che lo considerano un'apertura indiscriminata a stranieri che invaderanno l'Italia. La stampa e il dibattito politico hanno, erroneamente, accettato di parlare di lus soli . Credo sia corretto, invece, chiamarlo lus culturae , perché riguarda i nati in Italia, figli di stranieri, o quelli arrivati con i genitori prima dei 12 anni: questi possono diventare cittadin

La preghiera può spostare montagne di odio

Nella foto: la cancelliera tedesca Angela Merkel e il fondatore della Comunità di Sant'Egidio Andrea Riccardi all'Incontro "Strade di Pace" che si è tenuto in germania, a Munster, dal 10 al 12 settembre. All'incontro hanno partecipato 400 rappresentanti religiosi e della società civile, che hanno lanciato un forte invito al dialogo per la pace, unica arma contro i conflitti. per i testi dell'Incontro clicca qui  L' anno scorso, ad Assisi, si sono incontrati con papa Francesco i leader delle grandi religioni del mondo per ricordare i trent'anni del cammino di pace, dialogo e preghiera, iniziato da Giovanni Paolo II nel 1986 nella città di san Francesco. Da allora, i leader religiosi si sono ritrovati puntualmente, ogni anno, in questo spirito. Non è poco. In alcune situazioni concrete, hanno lottato contro l'odio vicendevole e il fanatismo. Quest'anno si sono rincontrati a Münster e Osnabrück, in una Germania c

Di fronte all'incubo atomico, più 'telefoni rossi' per evitare la guerra.

La crisi coreana ha riportato all'attualità l'incubo della guerra atomica. La Corea del Nord, infatti, secondo fonti del Pentagono, disporrebbe di ses sant a testate nucleari e sarebbe pronta a utilizzarle montandole sui missili. In un editoriale per Famiglia Cristiana, Andrea Riccardi indica ancora una volta nel dialogo la via per evitare un conflitto che assumerebbe dimensioni devastanti per tutta l'umanità. I1 nostro è un mondo violento. Alla violenza diffusa in tante parti del Pianeta, alla tragedia del terrorismo, si aggiungono i venti di guerra che soffiano in aree di vecchia e nuova tensione. Per la prima volta, da molto, si materializza lo spettro della guerra nucleare : tra la superpotenza statunitense e una dittatura isolata e impenetrabile: la Corea del Nord. Sembrerebbe un confronto senza storia. Eppure potrebbe sfociare in una catastrofe atomica. S'intuisce che il regime di Pyongyang vuol far capire che non arretrerà di fro