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Visualizzazione dei post da giugno, 2019

Le armi atomiche tornano a far paura

Il confine tra Corea del Sud e Corea del Nord a Panmunjom  La guerra sfiorata con l`Iran, le rigidità della Corea del Nord: ritorna l`incubo nucleare I detentori di armi atomiche si sono moltiplicati dopo la fine della guerra fredda. E, con essi, anche i pericoli. Lo si è visto la settimana scorsa con la vicenda del drone americano abbattuto dagli iraniani nel Golfo dell’Oman (in acque territoriali iraniane secondo Teheran, non così secondo gli americani). Dietro lo scontro c’è la questione nucleare iraniana, sulla quale si era raggiunto un accordo nel 2015. Ma gli Stati Uniti di Trump ne sono usciti e da allora la tensione è molto salita.   In tutt’altra regione del mondo, la Corea del Nord, la visita del presidente cinese Xi Jingping è anche legata all'arma nucleare nelle mani del dittatore nordcoreano Kim Jong-un. La Cina, dopo il fallimento degli incontri tra nordcoreani e americani, sta tentando una mediazione diplomatica sull'atomica che il regime conside

L`Italia in Europa è sempre più isolata

Siamo uno degli Stati fondatori, ma rimaniamo fuori dai giochi per motivi politici ed economici L’Italia repubblicana è stata da sempre in Europa e dentro il processo di unificazione europea. È un Paese fondatore e, ora, con una Brexit piuttosto certa, uno dei tre Stati più grandi, con Germania e Francia. Anche se – com'è noto - sul nostro Stato pesa un fortissimo debito pubblico. L’Italia è stata sempre interna alle dinamiche europee: nella prima Repubblica era ancorata all'internazionale democristiana e con un saldo rapporto con i cristiano-democratici tedeschi.  Durante la seconda Repubblica, l'ancoraggio di Silvio Berlusconi ai popolari europei e del Pd ai socialisti garantiva che l`Italia fosse influente e interna alle decisioni e maggioranze dell`Unione. Ora molto è cambiato: a livello politico e nel sentire degli italiani. Questi sono stati sempre europeisti. Uno storico francese, Jean Dominique Durand , ha scritto anni fa che l`europeismo degli italia

Il programma italiano dei corridoi umanitari: «Questa la risposta umana ai drammi dei viaggi della morte»

Accogliere i rifugiati è una soluzione priva di costi e modello per altri Paesi europei. I risultati già si vedono Abbiamo davanti agli occhi le tragiche immagini dei migranti in fuga da povertà, guerre e crisi. Nel Mediterraneo e nel mondo, masse di uomini, donne e bambini rischiano la vita fuggendo morte, miseria, cambiamenti climatici che rendono inospitale l’ambiente. La reazione nei Paesi di approdo è spesso la paura. E la chiusura. Lo si vede in Europa, dove ai flussi di rifugiati siriani, iracheni (cristiani, musulmani, yazidi, curdi) si sono aggiunti gli africani. Occorre trovare un modo ragionevole e umano per aiutare chi fugge, evitando i rischi in mare o nel deserto, i trafficanti di uomini e i neoschiavisti. Infatti non si possono difendere solo i nostri diritti come europei e non riconoscere nessun diritto agli extraeuropei. Se faremo così, prima o poi anche i nostri diritti saranno calpestati. La soluzione nuova a questo dramma sono i corridoi umanitari: un`ini

La paura e la voglia di sicurezza

La Chiesa deve parlare di più con la gente comune e ascoltarne le ansie, comunicando fiducia e speranza   Molti sono stati i commenti ai risultati italiani delle elezioni europee. Non è necessario aggiungerne altri. Aspettiamo di vedere i ballottaggi per le amministrative e come terrà il Governo gialloverde. C'è però una riflessione da fare sugli orientamenti politici dei cattolici. Nando Pagnoncelli ha osservato come un cattolico praticante su tre abbia votato la Lega, che ha raddoppiato rispetto alle elezioni politiche con ben il 32,7%. Il voto cattolico per M5S sarebbe dimezzato rispetto alle politiche, mentre quello per il Pd ha raggiunto il 26,9%. Il 6,1% dei praticanti domenicali ha votato la Meloni. Si capisce l'esibizione dei simboli religiosi da parte di Salvini accompagnata dall'invocazione dei santi e dalla consacrazione dell'Italia al Cuore di Maria.  Le osservazioni sulla contraddizione tra simboli religiosi e poli