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Visualizzazione dei post da agosto, 2019

Una cultura in cui coscienza e legge si innervino del senso dell’umano

Il bisogno di momenti di vera cultura si misura dalla folla che riempie il chiostro di San Domenico, a Fondi, ieri sera, 29 agosto, per la presentazione del libro “La coscienza e la legge” scritto a quattro mani da mons. Vincenzo Paglia e Raffaele Cantone. Al colloquio partecipano – insieme agli autori - AndreaRiccardi, Marco Impagliazzo e mons. Luigi Vari. Il tema è di grande attualità. “Abbiamo bisogno in questo paese di una cultura in cui la coscienza e la legge si innervino del senso dell’umano” Afferma Riccardi in apertura, per affrontare poi questioni sostanziali nel dibattito attuale: il crollo del noi, la deriva della società che trasforma il popolo in plebe, le elezioni in plebisciti. La crisi delle culture popolari “Ma la cultura cristiana è una risorsa di questo paese”. E conclude: “Nella dimensione della storia e della giustizia la misericordia e la giustizia sono cresciute”. “Il disegno di fondo – gli fa eco Vincenzo Paglia - è ritessere il tessuto umano e una

Hong Kong: La forza del popolo nella città avamposto della Cina in Occidente

Una vittoria dei manifestanti non pare possibile. D’altro canto, sembra difficile che la superpotenza voglia celebrare i suoi 70 anni con una grande crisi aperta 
Hong Kong è all'ordine del giorno con manifestazioni popolari di protesta da più di dodici settimane. Centinaia di migliaia di persone si esprimono contro la governatrice, Carrie Lam, e l'hanno costretta a ritirare la proposta di legge per l'estradizione dei cittadini in Cina. C’è una “forza del popolo”; animata dai social, che veicola la protesta e sfida la violenza della polizia: l'abbiamo vista a Hong Kong, ma anche in Sudan, in Algeria e altrove. Anche nelle primavere arabe. È una realtà nuova del XXI secolo. Eppure, in qualche modo, questa "forza del popolo" si era manifestata con Solidarnosc in Polonia negli anni `80 contro un potere comunista screditato. Allora, la spinta della massa era accompagnata da una direzione politica - Solidarnosc e Chiesa - attenta a evitare la rottura con l'

Tornare al voto o no? Un falso dilemma

Non è andando di nuovo alle urne che si risolvono i problemi di un Paese sfiduciato e pieno di paure Votare o non votare? Un'alternativa ripetuta nei giorni scorsi. Votare non è dar voce al popolo italiano dopo la crisi del governo Conte? Del resto la crisi era evidente da mesi con le liti continue tra 5 Stelle e Salvini. Le elezioni sono presentate come la risposta alle paure degli italiani: futuro incerto, invasione degli stranieri, incertezza dell`economia. Per molti una sorta di plebiscito attorno alla figura del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, qualificato come l'uomo forte capace di farsi carico delle paure degli italiani. A lui andavano dati i poteri per mettere a posto le cose, governando con forza e chiarezza. Sembra semplice, ma non è così. Eppure anche una parte degli oppositori di Salvini ha insistito sulle elezioni. Non inciuci, governicchi, alleanze parlamentari... Ma la politica non è fatta solo di elezioni, quasi fosse un referendum che deleg

Kashmir, le minoranze sono in pericolo

Il premier Modi dopo 70 armi ha revocato l’autonomia dell’unico Stato musulmano del Paese
. Si è aperta la crisi tra India e Pakistan, due potenze nucleari, per il Kashmir. Si può anche dire che il Kashmir è lontano: non ci riguarda. Ma non è così.
Tutto cominciò nel 1947, con la divisione dell’India britannica tra la parte musulmana, divenuto il Pakistan, e l’Unione Indiana. Gandhi aveva lottato a mani nude contro il dominio inglese, ma non voleva la divisione: per lui indù e musulmani dovevano vivere insieme. Prevalse il piano della partition, elaborato dal viceré britannico Mountbatten e voluto dai nazionalisti musulmani, che temevano di essere sopraffatti dagli indù in uno Stato unitario. Nella notte tra il 14 e il 15 agosto 1947 ci furono l’indipendenza e la divisione. Gandhi si astenne dalle feste. Fu una catastrofe: quindici milioni si spostarono da un Paese all’altro. Il numero di morti non è calcolabile: va da 200 mila a più di un mili

Missili in Europa: il mondo nella spirale della guerra fredda

Oggi corriamo il pericolo di una nuova corsa al riarmo, con l'installazione di missili in Europa La riduzione di meccanismi di controllo e cooperazione fa rischiare terribili scivolate come terra di frontiera tra i due imperi che controllavano il mondo. Tante volte penso che i fuochi d'artificio quotidiani della politica servano a coprire i reali problemi che si aprono per l'Italia e per il mondo. Un fatto mi ha colpito: la fine del Trattato sulle forze nucleari a medio raggio, detto Inf, che nel 1987 pose fine ai missili nucleari o convenzionali a una gittata compresa tra 500 e 5.500 chilometri. Pochi ne parlano ma riguarda da vicino i cittadini , specie europei e italiani. Vuol dire che l 'Europa e il mondo precipitano di nuovo nella spirale nucleare. Torna la guerra fredda tra Russia e Stati Uniti (ritiratisi dal Trattato accusando i russi - e i Paesi occidentali concordano - di produrre missili di questo tipo). Torna la gue

Da quelle vite spezzate deve nascere un'Italia migliore

Bisogna che la politica (e ciascuno di noi) si attivi per ricostruire in città e paesi un autentico tessuto civile Un altro carabiniere è purtroppo caduto: Mario Cerciello Rega, colpito nella notte a Roma. È il terzo dal 1° gennaio 2019. Non prestiamo abbastanza attenzione a queste vite spezzate per la sicurezza del Paese . Ci accorgiamo solo delle criticità delle forze di polizia. Ora non serve gridare «pena di morte!». È inutile e controproducente. Invece bisogna essere a fianco dei carabinieri e delle Forze dell'ordine, la parte più esposta di una comunità nazionale che ha il suo punto di forza nella solidarietà, nel rispetto delle regole e della vita di tutti. Lo diciamo con convinzione in una società che rischia di smarrire l'orgoglio di sé e di lasciarsi prendere da uno spirito di declino. Siamo troppo pessimisti sull'Italia. C'è invece tanta brava gente nel nostro Paese. Uno di questi era il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega: