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Visualizzazione dei post da luglio, 2021

E il mondo assiste impotente alla lenta distruzione del Libano

  Il porto di Beirut nei giorni dopo l'esplosione del 4 agosto 2020 - da Unsplash A un anno dall'esplosione a Beirut, è ancora stallo politico. Ma nessuno interviene, nonostante gli appelli del Papa Che succede in Libano? Questo piccolo Paese sembra dimenticato. Eppure ha un valore superiore al numero dei suoi abitanti (4 milioni 300 mila) e al suo limitato territorio. Giovanni Paolo II diceva: «Il Libano è più di un Paese, è un messaggio». Un messaggio di pluralismo e convivenza tra comunità cristiane e musulmane . È stato, dalla fine della Seconda guerra mondiale, uno spazio di libertà d'opinione e di grande vivacità culturale mentre, negli altri Paesi arabi, la vita civile era sottoposta a pesante controllo. In Libano si respirava libertà, anche se il sistema politico era fondato, seppure democraticamente, sulle comunità confessionali. Poi il declino. Non si tratta di ripercorrere la storia della guerra civile che ha distrutto il paese, un tempo chiamato "Svizzera d

Dopo la pandemia nulla sarà come prima: bisogna ripopolare il mondo di fraternità e proteggere i deboli

Dopo la pandemia nulla sarà come prima: bisogna ripopolare il mondo di fraternità e proteggere i deboli Troppi considerano la pandemia come una parentesi, dopo la quale tornare a vivere come prima. Ma qualcosa di sconvolgente è avvenuto: il virus spinto dalla globalizzazione ha bussato alle nostre porte. Non l'hanno fermato i muri.  La pandemia ha svelato la fragilità di ognuno. Ha mostrato che, soli, non si vive nel mondo globale, ma c'è bisogno di aiuto, famiglia, comunità . Si è visto come la solitudine non sia un bene (anche quando la si chiama individualismo, competizione, libertà). Papa Francesco ha detto in piena pandemia a piazza San Pietro: «siamo andati avanti a tutta velocità, sentendoci forti e capaci in tutto... Non ci siamo fermati davanti ai tuoi richiami, non ci siamo ridestati di fronte a guerre e ingiustizie planetarie, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro Pianeta gravemente malato. Abbiamo proseguito imperterriti, pensando di rimanere sempr

L'alleanza Italia-Francia può riformare e rilanciare l'Europa

Da Foto Quirinale Dopo il Recovery Plan, ora l'obiettivo è cambiare i Trattati per dare un volto federale al continente La visita di Stato del presidente Sergio Mattarella in Francia ha avuto molta solennità. Si è trattato di un tributo del presidente Macron a una personalità molto considerata a Parigi. Solo due anni fa i rapporti tra Italia e Francia erano tesissimi, provocando il richiamo dell'ambasciatore francese a Roma, fatto mai avvenuto dal dopoguerra. Da allora hanno lavorato numerosi pontieri tra Parigi e Roma.  Molte cose sono cambiate, ma una è rimasta: la convinzione francese che Mattarella sia la personalità italiana che abbia trattenuto l'Italia dall'allontanarsi dall'amicizia storica con Parigi. Il canale tra Eliseo e Quirinale è sempre stato aperto. Il progetto di trattato di cooperazione rafforzata ( Traité du Quirinal , lo chiamano in Francia) è stato tenuto in vita. Questo è stato uno dei principali argomenti discussi dai due presidenti, assieme

Multilateralismo e lotta alla fame, il mondo vuole essere più solidale

L'inizio della seconda sessione del G20 di Matera - da Foto Farnesina L'ambiziosa agenda di obiettivi redatta dai ministri degli Esteri e dello Sviluppo riunitisi a Matera Il 29 giugno, il giorno dopo la riunione a Roma della coalizione anti Daesh, si è tenuto a Matera l'incontro dei ministri degli Esteri del G20 . La prima riunione "in presenza" dopo più di un anno di meeting da remoto è stata dedicata allo sviluppo e all'emergenza umanitaria. Tuttavia, le polemiche degli ultimi mesi hanno limitato l'impatto dell'incontro.  In attesa del vertice dei capi di Stato e di Governo, previsto il prossimo ottobre a Roma, i ministri hanno parlato del multilateralismo e delle questioni dello sviluppo, con uno sguardo particolare sull'Africa e sul debito. La prima sessione ha posto l'accento sulla governance globale quale metodo per fare fronte alle grandi sfide, come la pandemia.  Malgrado qualche frizione tra occidentali e Cina sulla gestione dei vacci

Il Libano seppellisca l'odio e coltivi la pace

Un momento iniziale della Giornata di riflessione e preghiera per il Libano in Vaticano del I luglio -  Foto Vaticano Era la "Svizzera" del Medio Oriente. Ora registra crisi economica, stallo politico e crepe nella convivenza Il Libano è in una situazione drammatica. Quasi il 50% della popolazione è sotto la soglia di povertà.   Mancano medicinali, benzina, generi di prima necessità in un Paese un tempo chiamato la "Svizzera del Medio Oriente". La lira libanese, che era ancorata al dollaro statunitense, ha perso il 90% del valore e sta scendendo.  Da due anni c'è una gravissima crisi economica. Le due forti esplosioni dell'agosto 2020 al porto di Beirut hanno devastato la capitale.  Intanto si stenta a formare un Governo. Josep Borrell, alto rappresentante dell'Unione europea per la politica estera, ha dichiarato, dopo una recente visita in Libano, che alcuni leader potrebbero incorrere nelle sanzioni se continueranno a bloccare la formazione del nuovo