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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Contro l'intolleranza seguiamo l'esempio di San Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II accolto alla sinagoga di Roma dal rabbino capo Elio Toaff il 13 aprile 1986 Nonostante la tradizione della sua Polonia ci insegnò ad amare fraternamente il popolo d'Israele Si resta sorpresi dell'emersione nelle nostre società dell'odio nei confronti dell'ebreo. Com'è possibile che la Shoah non abbia cancellato l'antisemitismo dopo quanto di terribile è accaduto al popolo ebraico?  Non sono bastati sei milioni di ebrei uccisi dal nazismo per capire il male dell'antisemitismo. Lo si credeva, ma non è stato così. Il negazionismo ha cominciato a operare fin dai lager con la distruzione delle prove da parte nazista. Soprattutto con il terribile sarcasmo degli aguzzini verso gli ebrei: chi vi crederà? La memoria della Shoah è stata la grande risposta all'antisemitismo dal secondo dopoguerra. Ha fatto crescere la coscienza che "siamo tutti sulla stessa barca". Il pastore evangelico tedesco, Martin Niemöller, nel 1946, pronunciò que

Espatriare i richiedenti asilo in Albania non è la soluzione

La firma dell'accordo tra il governo italiano e il governo albanese  il 6 Novembre - Foto da  governo.it L'accordo tra Roma e Tirana crea solo problemi e dimostra che non si sa gestire il problema La premier Meloni ha firmato un accordo con l'Albania per operare la selezione tra i richiedenti asilo in due centri sul territorio albanese, extraterritoriali e controllati dall'autorità italiana. Intende così evitare una parte della presenza dei migranti in Italia. Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha espresso un parere positivo sull'accordo. La decisione non ha ottenuto però l'unanimità in Albania, suscitando forti proteste in Parlamento, nei partiti di Berisha e altri, i quali ritengono che il loro Paese sia trattato come Stato di second'ordine in cui si scaricano gli indesiderati. Non così il primo ministro albanese Edi Rama, socialista ma all'origine dell'accordo con Meloni. Ci sono questioni giuridiche di rilievo: i richiedenti asilo, portati sul s

Il Sinodo: un potente segno di speranza in un mondo lacerato dalle guerre

Ha mostrato una Chiesa non verticistica, con i cristiani di diversi Paesi in pieno dialogo Si è conclusa un'Assemblea del Sinodo dei vescovi molto particolare rispetto alle altre che l'hanno preceduta, dall'istituzione di questo organo da parte di Paolo VI nel 1965 in risposta a un desiderio espresso dai padri conciliari del Vaticano II. Questa volta il Sinodo ha avuto una "forma" differente: non più assemblea di vescovi (con qualche personalità in più), ma convocazione di vescovi, laici, religiose e religiosi, sacerdoti, in forza del loro Battesimo, al termine di un processo che ha coinvolto diocesi, Chiese nazionali e continentali.  In questo Sinodo ha avuto molto spazio la preghiera e il vicendevole ascolto anche attraverso una metodologia nuova, che valorizzava lo scambio interpersonale con interventi brevi e una disposizione a tavoli rotondi, non da aula parlamentare. Tuttavia, ci si potrebbe chiedere se questo tipo di Sinodo non abbia corso il rischio del

In Medio Oriente serve osare la pace dialogando con i "nemici"

Bisogna parlare con Turchia, Qatar e Iran e coinvolgere le superpotenze Russia e Cina Davanti all'orrore del terrorismo di Hamas contro Israele e della ripresa del conflitto israelo-palestinese è lecito chiedersi: che fare? Quasi tutte le strade sembrano sbarrate.  La soluzione dei due Stati - immaginata a Oslo e oggi ripresa da molti - pare difficile da realizzarsi in Cisgiordania.  Qui l'Autorità palestinese ha perso potere e autorevolezza. Soprattutto, il territorio è diviso a macchie di leopardo tra le due comunità, con un grosso afflusso di coloni. La politica dei governi israeliani di questi anni ha cercato di rendere impossibile tale soluzione, mentre l'Autorità palestinese si è accontentata di un controllo sulla propria gente, in genere autoritario e corrotto. D'altronde la guerra non risolve nulla: non si può vivere come se l'altra parte fosse destinata a sparire. È questo che pensano gli estremisti dei due campi. Ma è un'utopia terribile.  Dopo 75 anni