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Visualizzazione dei post da giugno, 2023

Creativo ed eccessivo, Berlusconi, autentica "autobiografia della nazione"

Silvio Berlusconi con il presidente della Repubblica Scalfaro in occasione del giuramento del suo primo governo, l'11 Maggio 1994 - Foto da Archivio Quirinale La definizione di Massimo Giannini fotografa bene "l'era Berlusconi" in cui la politica ha cambiato pelle I1 vasto cordoglio che ha accompagnato la scomparsa di Silvio Berlusconi non è solo espressione di un carattere (positivo) del Paese che si ferma davanti alla morte, ma è il riconoscimento di una figura che ha segnato una stagione. Tantoché si può parlare di "età di Berlusconi".   Non sempre, però, c'è stato rispetto di fronte alla morte. Ricordo come, alla scomparsa del presidente Oscar Luigi Scalfaro , gran parte del Centrodestra si astenne dal cordoglio. Lo "spirito" italiano fu invece espresso da Giorgio Almirante , leader del Msi, che nel 1984 visitò la camera ardente del segretario comunista Berlinguer.  Assieme al cordoglio, si affacciano le più diverse valutazioni, tutte però

La missione di pace di Zuppi: non rassegniamoci alla guerra

Il card. Zuppi a Bucha il 5 Giugno Il cardinale ha mostrato la vicinanza del Papa agli ucraini e ribadito la necessità della via diplomatica Le parole e i gesti della Chiesa non sono appiattiti sul linguaggio volatile dei dibattiti, come avviene anche sulla guerra in Ucraina. La missione del cardinale Zuppi a Kyiv s'inserisce nel linguaggio di papa Francesco, tenuto fin dall'invasione russa dell'Ucraina, quando non ha parlato di "operazione speciale", ma di guerra. E alla guerra ha contrapposto insistentemente la prospettiva della pace, come unico e necessario sbocco. Non l'ha fatto per un conciliatorismo ignaro dei dolori ucraini, incapace di distinguere tra aggredito e aggressore, per un buonismo che indietreggia di fronte all'ora delle armi e della battaglia.  Il Papa sa che - come ha scritto nella Fratelli tutti - «ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato». La Chiesa sa che la guerra stravolge i popoli. Così il suo giudizio, peraltr

Sergio Mattarella: fede e politica per una vita intesa come servizio

Foto Vatican Media Il Papa ha consegnato al Presidente il Premio Paolo VI. Quale futuro per il cattolicesimo democratico in Italia? L'attribuzione del Premio internazionale Paolo VI al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha visto insieme in Vaticano, oltre al premiato e ai familiari, papa Francesco, nonché i rappresentanti dell'Istituto Paolo VI e tanti bresciani, a Roma per l'occasione. Normalmente il premio, nelle precedenti edizioni, era stato sempre consegnato dai papi ai vincitori. Non da Bergoglio, perché la concessione del premio era stata sospesa da qualche anno. Si è voluto così ricominciare proprio con la figura di un politico che, per tanti versi, si riconosce nell'eredità di Montini, convinto assertore dell'impegno dei cattolici in politica, ma anche formatore dei giovani che, dopo la Seconda guerra mondiale, costituirono la classe dirigente democristiana. Infatti la motivazione del Premio insiste sul fatto che Paolo VI, pur avendo responsab