Passa ai contenuti principali

Creativo ed eccessivo, Berlusconi, autentica "autobiografia della nazione"


Silvio Berlusconi con il presidente della Repubblica Scalfaro in occasione del giuramento del suo primo governo, l'11 Maggio 1994 - Foto da Archivio Quirinale

La definizione di Massimo Giannini fotografa bene "l'era Berlusconi" in cui la politica ha cambiato pelle

I1 vasto cordoglio che ha accompagnato la scomparsa di Silvio Berlusconi non è solo espressione di un carattere (positivo) del Paese che si ferma davanti alla morte, ma è il riconoscimento di una figura che ha segnato una stagione. Tantoché si può parlare di "età di Berlusconi". 

Non sempre, però, c'è stato rispetto di fronte alla morte. Ricordo come, alla scomparsa del presidente Oscar Luigi Scalfaro, gran parte del Centrodestra si astenne dal cordoglio. Lo "spirito" italiano fu invece espresso da Giorgio Almirante, leader del Msi, che nel 1984 visitò la camera ardente del segretario comunista Berlinguer. 

Assieme al cordoglio, si affacciano le più diverse valutazioni, tutte però concordi sulla centralità di Berlusconi. È stato un grande personaggio dell'imprenditoria italiana, che ha cambiato il costume con le sue televisioni e tanto ha inciso nella politica con la sua scesa in campo - così la chiamava - nel 1994. 

Il sistema politico era in crisi: la Dc, pilastro centrale del sistema, si liquefaceva. Finiva l'operazione degasperiana di governare dal centro, tipica del partito cattolico, attraendo il voto di destra. 

Berlusconi era a suo agio nel bipolarismo. Forza Italia divenne il primo partito italiano, coalizzando il Centrodestra con la novità dell'inclusione della destra del Msi. Un processo che in quasi tre decenni ha portato il partito di Giorgia Meloni a essere il perno di una nuova alleanza di governo, in cui Forza Italia ha una posizione minore. La Lega, alleata di Berlusconi, entrava nel sistema. 

Nella contesa bipolare, Berlusconi si è giocato personalmente come leader, con la capacità di intercettare il sentire italiano e con la potenza delle sue televisioni. Con la nuova stagione politica, è finita l'alleanza tra politica e "partiti", con la loro cultura e il loro radicamento territoriale. L'età di Berlusconi è stata quella dell`alleanza tra politica e televisione, in cui egli esercitava un ruolo decisivo, rassicurante e attrattivo. 

Cambiava la politica e si affermava una tendenza populista. Berlusconi era Forza Italia, sostenuta peraltro dalle sue finanze. Per la prima volta nella vita nazionale, un grande imprenditore diveniva leader e presidente del Consiglio (per quattro volte). Il che ha avuto anche una funzione difensiva rispetto ai suoi interessi economici. 

È stato anche un modello politico nel mondo. Molte le sue relazioni internazionali: Putin, Erdogan, Gheddafi e tanti altri. Pensava a una politica inclusiva. Appoggiò nel 2003 passivamente (sebbene non ci credesse) l'intervento di Bush contro l'Iraq, per farsi accettare dagli americani. 

Suo capolavoro fu l'incontro a Pratica di Mare nel 2002, in cui mediò tra Stati Uniti e Russia per una nuova stagione di relazioni. Ai rapporti internazionali dava un contributo molto personale. 

Personalità poliedrica ed eccessiva in tutto, generosa, decisa, ma anche capace di mediazione e desideroso di piacere ai più, è considerato dagli uni un "corruttore" della politica, ma contraddittoriamente da altri un "salvatore" della Repubblica in crisi. La realtà è che quest'uomo, nelle sue contraddizioni e nella sua creatività, rappresenta l'"autobiografia della nazione", come ha scritto Massimo Giannini, in una stagione politica e civile su cui sarà necessario riflettere.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 25/6/2023

Commenti

Post popolari in questo blog

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe