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Visualizzazione dei post da agosto, 2021

È l`ora di una riflessione sulla nostra politica internazionale

Famiglie afghane in attesa della partenza di un volo di evacuazione - Da foto di USAF - Air Mobility Command Public Affairs La presenza delle nostre apprezzate missioni militari all'estero deve essere accompagnata da un'azione diplomatica più risoluta, legata alla cooperazione Quando la scorsa settimana abbiamo scritto sull'Afghanistan, non credevamo che i Talebani sarebbero arrivati a Kabul così presto. Nessuno lo credeva. Ma è avvenuto. Lo Stato afghano, le istituzioni, la politica, l'esercito si sono liquefatti davanti agli "studenti coranici".  Vediamo ogni giorno le scene impressionanti all'aeroporto di Kabul: l'ingorgo di persone disperate, pronte a tutto pur di lasciare il Paese. Con esse, la fuga degli occidentali. Abbiamo sentito le voci delle donne afghane, degli attivisti per i diritti umani, dei giornalisti abituati alla libertà e dei tanti altri cittadini: hanno detto di sentirsi traditi, dopo che avevano sperato con l'Occidente di co

La presa di Kabul riguarda anche noi

  Fonte: Reuters Se torna il regime che ospitava Al Qaida e Bin Laden il mondo rivivrà la minaccia del terrorismo L'Afghanistan nel nostro immaginario era un lontano Paese asiatico, rinserrato tra le montagne, capace di difendersi fieramente da russi e inglesi. Nel 1979 i sovietici lo invasero e cominciò una dura guerra di dieci anni, uno dei motivi della crisi finale dell'Urss.  Gli Stati Uniti finanziavano la resistenza afgana ai sovietici, appoggiata da estremisti islamici di vari Paesi (tra essi c'era pure Bin Laden). Nei Paesi musulmani gli "afgani" (così chiamavano i reduci dalla guerra in Afghanistan) sono stati nuclei che hanno comunicato un modello radicale di islam. Li ho visti ad Algeri, barbuti, attorno a una moschea, detta "degli afgani", un'ex chiesa cattolica al tempo della Francia. Con il ritiro dei sovietici, dopo alterne vicende, i talebani (altrimenti detti "studenti del Corano") si imposero con l'Emirato islamico da

Salviamo la Tunisia dal caos o rischiamo una nuova Albania

Lo sbarco della nave Vlora a Bari l'8 Agosto 1991 Preoccupa il precipitare della crisi economica e politica L'8 agosto 1991, trent'anni fa, arrivavano 20mila albanesi a Bari: il più grande sbarco di immigrati sulle coste italiane. Cominciava un tempo nuovo per l'Italia a confronto con la migrazione.  Iniziava la globalizzazione. La nave albanese Vlora fu assalita da una folla che impose al comandante di far rotta verso l'Italia. Dopo un tentativo di sbarco a Brindisi, la nave arrivò a Bari. Qui regnava l'impreparazione. Gli albanesi furono accolti nello stadio, per le strade, al porto. L'accoglienza degli italiani fu cordiale. Tanti albanesi, da decenni segregati dal regime oppressivo di Enver Hoxha, guardavano all'Italia come un paradiso. Visto dalla televisione italiana, il nostro Paese era apparso agli albanesi come una terra di opportunità a confronto con la loro miseria.  Sembrò l'inizio di un esodo biblico. L'emigrazione albanese continu