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Visualizzazione dei post da agosto, 2018

QUEGLI ERITREI IN FUGA DA UN REGIME OPPRESSIVO Assenza di libertà, disumanità, servizio militare senza limiti, le cause di un esodo di massa

I 150 eritrei della nave "Diciotti" hanno trovato accoglienza in Italia, grazie alla Chiesa, e in altri Paesi. Molti italiani hanno seguito con apprensione il blocco e oggi si rallegrano della soluzione, perché in Italia non è popolare che sulla pelle di questa gente avvenga il braccio di ferro con alcuni Paesi europei. Chi sono gli ospiti della "Diciotti"? Eritrei con alle spalle un lungo e doloroso viaggio attraverso privazioni e violenze (le donne sembra siano state abusate) per lasciare la loro terra. Hanno rifiutato un servizio militare senza limiti per gli uomini e cercano una vita umana fuori dal loro Paese. Se ne incontrano tanti in Etiopia e in tutta l'Africa: rischiano tutto pur di lasciare l'Eritrea. Sono più di mezzo milione nel mondo. L'articolo 10 della nostra Costituzione garantisce il diritto di asilo agli stranieri cui sia impedito l`effettivo esercizio delle libertà democratiche nel loro Paese. Per la

La crisi turca può anche contagiarci

Erdogan e Trump, alleati dentro la Nato, hanno ingaggiato una infuocata guerra commerciale La Turchia, Paese della Nato, è stata per decenni il bastione dell'Occidente verso l'Est sovietico. Le sue forze armate sono le più folte dell'alleanza, dopo quelle degli Stati Uniti: un milione di uomini con il servizio militare obbligatorio. Queste forze armate, fino ai radicali cambiamenti introdotti da Erdogan, al potere da più di quindici anni, esercitavano un controllo sulla vita politica, vigilando anche sul rispetto della laicità dello Stato voluta da Ataturk. Il ruolo politico delle forze armate è finito e l'islam è professato in pubblico. Ma oggi in Turchia si vive meglio, soprattutto nelle regioni interne, un tempo segnate dal sottosviluppo. Erdogan ha ricevuto il 53 per cento dei voti alle ultime elezioni. L'opposizione resta forte, nonostante il controllo sui media, le limitazioni all'opinione pubblica e le misure di sicurez

Il papa sulla pena di morte. Un rifiuto deciso di ogni violenza

La modifica del Catechismo non contraddice il Magistero, ma lo sviluppa alla luce del Vangelo Papa Francesco ha approvato, il 1° agosto, la modifica del Catechismo della Chiesa cattolica sulla pena di morte. Il testo precedente non escludeva la pena capitale «quando questa fosse l'unica via praticabile per difendere efficacemente dall'aggressore ingiusto la vita di esseri umani». L'ammetteva nel capitolo dedicato alla "legittima difesa", quasi come parte di essa, in casi rari, «se non addirittura praticamente inesistenti». Nella Chiesa, impegnata nella difesa della vita, la pena capitale appariva ripugnante da tempo. Sembra che anche Giovanni Paolo II non fosse soddisfatto della formulazione del Catechismo, che è stata invocata da chi si opponeva all'abrogazione della pena di morte dalla legislazione degli Stati. Nel vecchio testo aveva prevalso la preoccupazione che la negazione della liceità della pena di morte fosse un

Diamo un futuro ai giovani africani

Si parla tanto di come fermare gli sbarchi, ma il vero problema è attivare politiche che convincano i giovani africani a restare nel loro Paese.  Un diplomatico europeo, che evocava i circa 1.000 morti nel Mediterraneo nei primi sei mesi del 2018, ha sentito un collega libico rispondergli: «I morti nei viaggi e nel deserto sono il doppio. Anzi, non lo sapremo mai» . Gli europei discutono accanitamente di quel che vedono: migranti e rifugiati che si affacciano sul Mediterraneo o sbarcano sulle coste. Si teme l'invasione. Talvolta ci si commuove, quando si vede il corpicino di un bambino senza vita in mare. La paura non ci ha fatto perdere del tutto l'umanità. Ma che fare? Molti europei si sentono in preda a flussi incontrollabili. Così si ripete il mantra: «Non possiamo accogliere tutti gli africani». Mantra che giustifica la durezza, ma soprattutto l'assenza di pensiero e di progetto. Ci vuole invece una visione larga e di lungo periodo. Da dove viene chi approda in