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Visualizzazione dei post da settembre, 2022

La minaccia atomica di Putin getta l'umanità di fronte all'ignoto

L'uso del nucleare avrebbe effetti devastanti. Milioni di uomini non possono pagare l'irresponsabilità di pochi La guerra in Ucraina compie un salto: la mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin e i referendum sull'annessione delle regioni contese. Gesti unilaterali per creare il fatto compiuto.  Ma il vero salto è parlare di minaccia nucleare. Sia Putin, che la cita tra le eventualità e ricorda che non è un bluff, sia il presidente Biden che chiede di non farlo, ne parlano ormai come di una possibilità concreta. Ci stiamo abituando all'idea che si possa giungere all'utilizzo dell`atomica, come mai prima d'ora.  È dirompente: un salto nel vuoto di fronte a cui c'è l`ignoto della distruzione totale. Nessuno sa dove sia la linea rossa che non si può superare, dopo cui scatta la guerra atomica. L'ignoto fa sperare all'infinito che sia solo un incubo, ma non è così.  Chiunque sia in possesso dell'atomica si sentirebbe legittimato a usarla

Il mondo è casa nostra, ogni voto incide: come ci siamo preparati?

Le guerre in Ucraina, Iraq e Siria hanno effetti nel quotidiano. Informarsi e riflettere è necessario per tutti, specie per chi crede Votare è una responsabilità, soprattutto quando si vedono le difficoltà di tanti nella vita quotidiana. Quel che manca, dopo il voto, è la partecipazione della gente alla politica: che gli eletti non fuggano nel Palazzo senza dialogo. Ma, forse, da parte degli elettori bisogna trovare il modo per informarsi di più e far sentire il proprio peso. D'accordo - si potrebbe dire - ma che c'entra l'Iraq con noi? O altri Paesi?  Innanzitutto, nel mondo globale siamo tutti legati. Tutto si comunica, specie le conseguenze della guerra e dell'instabilità. La guerra in Ucraina ha causato la crisi del gas, il blocco delle esportazioni del grano che affama parecchi Paesi. La guerra in Siria, che ha provocato sette milioni di rifugiati siriani all'estero, nel 2015 ha diviso in profondità l'Europa di fronte all'accoglienza. I Paesi dell'E

Papa Francesco in Kazakistan, messaggero di dialogo e di unità

Papa Francesco e al Tayyb, il grande imam di Al Azhar, si salutano all'inizio del Congresso delle religioni mondiali in Kazakistan - Foto Vatican Media L'occasione? II VII Congresso delle religioni mondiali e tradizionali. Assente il patriarca di Mosca Kirill Papa Francesco va in Kazakistan, dove vive una comunità di 250.000 cattolici su quasi 19 milioni di abitanti. La visita fa parte della sua strategia pastorale di attenzione alle piccole comunità cattoliche in condizioni minoritarie. Infatti nel Paese, prevalentemente musulmano, i cristiani sono in larga parte ortodossi (25% degli abitanti) e appartengono alla Chiesa russa.  L'occasione del viaggio è anche il VII congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali, che si tiene ogni tre anni. I congressi sono stati iniziati nel 2003 dal discusso presidente Nursultan Nazarbaev e sono un appuntamento, promosso dal governo, cui partecipano personalità religiose mondiali, come il grande imam al Tayyb alla testa di

Sull'Iraq l'ombra della guerra civile

Un momento delle proteste di fine Agosto a Baghdad a ridosso della green zone Il Paese, multietnico e multireligioso, oggi vive una profonda crisi, tutta interna al mondo sciita Che cosa succede in Iraq? La visita di papa Francesco, pochi mesi fa, aveva gettato un fascio di luce e di speranza sulla situazione del Paese. Oggi è investito da una grande crisi. Ma la situazione dell'Iraq è molto complessa. Per seguirla è necessario provare a capire quel che succede. Questa infatti è la grande sfida che tanti contesti del mondo lanciano alla nostra intelligenza e alla nostra passione per la pace: la complessità.  L'Iraq, multietnico e multireligioso, è davvero complesso. Lo mostrano le vicende degli ultimi giorni. I seguaci del leader sciita Moqtada al-Sadr si sono ritirati dalla green zone , il quartiere governativo a Baghdad, occupato da loro in queste settimane. L'area era diventata teatro di scontri armati che hanno provocato decine di morti. L'attuale crisi è tutta int

Con la guerra in Ucraina il mondo è tornato a dividersi in due blocchi

L'incontro a Leopoli tra i presidenti della Turchia e dell'Ucraina, Erdogan e Zelenski, e il Segretario generale dell'Onu Guterres lo scorso 18 Agosto - Particolare di foto da https://www.president.gov.ua/photos/robocha-poyizdka-prezidenta-ukrayini-na-lvivshinu-4861 Cambiano gli equilibri planetari: da una parte Russia e Cina, dall'altra l'Occidente. È finita l'era della globalizzazione L'attentato all'ideologo Aleksandr Dugin (in cui ha perso la vita la figlia Darya) dimostra che anche la Russia è toccata al suo interno, sia si tratti di un'azione ucraina o di una lotta intestina. Il conflitto non si avvia a conclusione.  Cosa ritenere dei sei mesi di guerra in Ucraina? I combattimenti si sono insabbiati. Tante vite umane sono state sacrificate senza grandi risultati per le due parti. Non c`è un vincitore né sembra che potrà esserci.  La guerra sta cambiando gli equilibri globali, dando un duro colpo alla globalizzazione: il mondo si comincia a divi