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Con la guerra in Ucraina il mondo è tornato a dividersi in due blocchi

L'incontro a Leopoli tra i presidenti della Turchia e dell'Ucraina, Erdogan e Zelenski, e il Segretario generale dell'Onu Guterres lo scorso 18 Agosto - Particolare di foto da https://www.president.gov.ua/photos/robocha-poyizdka-prezidenta-ukrayini-na-lvivshinu-4861

Cambiano gli equilibri planetari: da una parte Russia e Cina, dall'altra l'Occidente. È finita l'era della globalizzazione

L'attentato all'ideologo Aleksandr Dugin (in cui ha perso la vita la figlia Darya) dimostra che anche la Russia è toccata al suo interno, sia si tratti di un'azione ucraina o di una lotta intestina. Il conflitto non si avvia a conclusione. 

Cosa ritenere dei sei mesi di guerra in Ucraina? I combattimenti si sono insabbiati. Tante vite umane sono state sacrificate senza grandi risultati per le due parti. Non c`è un vincitore né sembra che potrà esserci. 

La guerra sta cambiando gli equilibri globali, dando un duro colpo alla globalizzazione: il mondo si comincia a dividere tra Occidente e blocco sino-russo, con il resto neutrale o che appoggia l'una o l'altra parte. La Cina è stata spinta verso la Russia dal riaccendersi della crisi di Taiwan. Molte medie potenze trovano un rinnovato spazio di manovra. L'Arabia Saudita o l'Egitto chiedono di entrare nei BRICS, dopo essere stati alleati degli Stati Uniti per decenni. Per l'India oggi è possibile l'equilibrio, stando dalla parte della Russia per gas e armamenti, ma anche dell'Occidente per ciò che riguarda la sfida con la Cina e gli equilibri in Asia (è entrata nell'alleanza del Quad). 

La Turchia va assumendo un ruolo da mediatore tra Russia e Ucraina, forse anche tra Russia e Occidente. Il ruolo di Ankara si sente in Libia, nel Caucaso (tra azeri, armeni e iraniani) o in Siria, dove la Turchia ha riannodato le relazioni con Assad e minaccia di occupare un'altra area verso Aleppo. Inoltre turchi e israeliani hanno ripreso i rapporti diplomatici, congelati dal 2010. 

Un altro cambiamento è il depotenziamento dell'arma economica: l'idea che essere posti ai margini del sistema finanziario occidentale metta alle corde i Paesi ostili non funziona più. Mosca sta reggendo alle sanzioni con l'aiuto cinese, ma anche di gran parte dell'Asia, dell'Africa, di Israele e Turchia. La fine della globalizzazione crea spazi economici forti e alternativi all'Occidente. 

La guerra non è un fatto isolato: si trasmette. L'attacco russo di sei mesi fa si è rivelato una tragedia, ma anche un errore militare. Mosca, infatti, si è lasciata obnubilare dalla dimostrazione di forza fornita in Siria, senza riflettere sul fatto che lì si trovava di fronte a forze irregolari e poco armate, mentre in Ucraina è alle prese con un esercito regolare addestrato dalla Nato. 

Inoltre la Russia ha pensato che il ritiro da Kabul dell'estate scorsa rivelasse un Occidente in ritirata. Questi errori hanno spinto i russi a pensare che l'invasione dell`Ucraina sarebbe stata una passeggiata. Ora però hanno rivisto la loro tattica e si sono lanciati in una guerra di logoramento nella quale hanno il vantaggio dei numeri e del tempo. Al contrario l'Europa, con l`avvicinarsi dell`inverno, si trova a un bivio: sostenere gli ucraini a ogni costo o trattare? Il costo vertiginoso del gas, la tenuta dei bilanci e la recessione in corso consiglieranno di spingere per il dialogo? Gli interessi europei e americani non sono allineati: gli Stati Uniti possono permettersi una lunga guerra in Ucraina, l'Europa ha altri interessi.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 4/9/2022

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