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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

Una guerra senza fine che devasta il Paese. L'Etiopia ostaggio dello scontro fra governo e ribelli

Sfollati del Tigray - Foto WFP/Leni Kinzli I tentativi di "cessate il fuoco" di Usa, Unione africana ed Emirati sono falliti. Intanto i massacri continuano Un millenario Stato africano, l'Etiopia, sta per dissolversi senza che la comunità internazionale riesca a evitarlo. La guerra è iniziata un anno fa tra Governo federale e la regione del Tigray che rifiutava la nuova costituzione centralista (l'Etiopia ha un impianto fortemente federale) proposta dal primo ministro (e Nobel per la pace) Abiy Ahmed. Fino al 2018, i tigrini avevano governato per 27 anni ad Addis Abeba. Ormai il contenzioso iniziale è stato inghiottito in un gorgo di violenze e rivendicazioni che hanno portato sette movimenti armati ad allearsi contro il Governo, tra cui l'esercito di liberazione oromo. Un anno di violenze, certamente efferate, ha cambiato tanto. Oggi pare difficile un ritorno alla situazione precedente. Sono falliti i tentativi di "cessate il fuoco", provati da Stati Un

Non serve costruire nuovi muri, ma un'alleanza fra i Paesi europei

Gruppi di migranti accampati al confine tra Polonia e Bielorussia l'8 Novembre - Foto della cancelleria della Polonia (dettaglio)  da flickr Non si può scaricare il problema sugli Stati di prima accoglienza. Vanno aiutati quelli di partenza e bisogna offrire una vera integrazione a chi arriva Un nuovo muro in Europa: tra Polonia e Bielorussia. Il muro c'è già, anche se non costruito a regola d'arte. È fatto di respingimenti, filo spinato, freddo e gelo. Se poi l'Unione europea finanzierà la costruzione del muro con la Bielorussa per impedire il passaggio dei migranti, l'operazione diverrà permanente. Sarà una vergogna per l'Unione. Infatti, l'allargamento dell'Europa ai paesi dell'Est è nato dalla caduta del Muro di Berlino nel 1989 e dalla fine della "cortina di ferro".  Oggi muri e cortine di ferro risorgono per proteggere i Paesi europei dalla pressione migratoria. Sulla frontiera tra Croazia e Bosnia è scattato un sistema di controllo

Banalizzare la Shoah un'offesa alle vittime

Un'immagine della manifestazione di Novara organizzata dalla Comunità ebraica e dalla Comunità di Sant'Egidio - Foto Sant'Egidio Usare la tragedia dell'Olocausto per la propaganda No Vax è inaccettabile e rischia di riattizzare l'odio A Novara i no Green Pass sono sfilati vestiti da prigionieri di Auschwitz con casacche a strisce, aggrappati a una corda con nodi che voleva ricordare il filo spinato del reticolato del lager. Così si banalizza la tragedia unica della storia europea, quella della Shoah, mentre si offende la memoria di sei milioni di ebrei scomparsi, dei sopravvissuti e, tra questi, dei pochi che ancora vivono e ci testimoniano quell`orrore.  La memoria della Shoah è decisiva per gli italiani e gli europei: un punto di riferimento ineliminabile per la nostra coscienza. Il genocidio non fu compiuto solo dai nazisti, con la loro organizzazione industriale della morte, ma avvenne - è sempre bene ricordarlo - con la collaborazione di italiani, francesi, uc

La sfida comune: disarmare i cuori

Papa Francesco con il grande imam di Al Azhar, al-Tayyib, a Roma il 7 Ottobre - Foto Sant'Egidio Da Wojtyla a Bergoglio, il dialogo fra le fedi continua e dà frutti: l'obiettivo è costruire il mondo post-pandemico Trentacinque anni fa, il 27 ottobre 1986, Giovanni Paolo II invitò gli esponenti delle Chiese cristiane e delle grandi religioni ad Assisi per pregare l'uno accanto all'altro per la pace, non più l'uno contro l'altro come era avvenuto in passato. Il gesto suscitò perplessità nella Chiesa cattolica: non si metteva il cristianesimo sullo stesso piano delle altre religioni? Non si rinunciava così alla verità per un indifferentismo che faceva le religioni tutte uguali? Era il tempo della Guerra fredda.  Nel 1989 però cadde il Muro e si delineò uno scenario differente: le religioni rischiavano di giocare un ruolo, come una nuova ideologia, per benedire i conflitti, la violenza e anche il terrorismo. Giovanni Paolo II l'aveva intuito. Aveva assistito a