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Le domande che pone la vittoria della destra. Il messaggio di solidarietà del Papa fatica a passare


 Il messaggio di solidarietà del Papa fatica a passare: i fedeli vivono una fede che non si traduce in cultura
Conviene ritornare sulle elezioni regionali umbre, perché rivelano un orientamento del Paese. Lo stacco tra centrodestra e Pd-Cinque Stelle è di ben 21 punti. Il Pd (sceso dal 35,8 del 2015 all'odierno 22,3%) ha perduto forza: certo per gli "scandali" del passato Governo regionale, ma anche perché scarico di attrattività. Il suo popolo si è ridotto, pure se aveva in Umbria una forte rete: soprattutto, non mostra una visione del futuro.
Il suo discorso resta improntato al "politicamente corretto" e la sua classe dirigente è divisa (si è vista la scissione di Renzi). Cinque Stelle passa dal 14,6 del 2015 al 7,4% del 2019: non incarna più la protesta.
Impressiona l'avanzata della destra. Infatti si va rarefacendo il centro-destra di Berlusconi: i suoi voti sono dimezzati.
La proposta della destra trova consensi crescenti: la Lega triplica i voti rispetto alle regionali del 2015 (anche se cala un po' rispetto alle europee) e Fratelli d'Italia li raddoppia. I risultati umbri non riguardano soltanto una piccola Regione, ma sono confermati dai sondaggi nazionali. Nando Pagnoncelli dà la Lega al 34,3% e Fratelli d`Italia al 9,8%. Qui è la domanda: perché la destra, nella versione salviniana e in quella della Meloni, è attrattiva per gli italiani?
È una domanda che dovrebbe porsi la Chiesa, che parla di solidarietà, valori, immigrati e tant'altro. Perché c'è un popolo che respinge il suo messaggio? La Lega è il primo partito tra i praticanti assidui, seguito a cinque punti di distanza dal Pd. Spesso la "politica" della Chiesa, nonostante le dichiarazioni, tende a evitare le polarizzazioni tra i fedeli. Così si smussa. Ma il problema è un altro. La lettura del nostro tempo, fatta da papa Francesco, non passa ai fedeli: che l'Europa sia il nostro ancoraggio, che una società senza solidarietà muoia, che l'emigrazione sia una realtà cui far fronte, che vivere per sé stessi non porti alla felicità... sono i suoi ricorrenti messaggi.
La lettura e la proposta evangelica di Francesco sono l`unico grande messaggio ideale all'orizzonte. A differenza del passato, non ci sono molte alternative attraenti. Dalla politica non emerge un messaggio ideale.
La debolezza del popolo cattolico è essere "deculturato", come dice Olivier Roy: vivere una fede-sentimento con scarsi riferimenti e traduzioni culturali. È una debolezza da affrontare. Il card. Bergoglio affermava: «Giovanni Paolo II diceva una cosa molto coraggiosa: una fede che non si fa cultura non è una vera fede. Sottolineava il creare cultura». Nel panorama impoverito delle visioni nel nostro Paese resta altrimenti la proposta sovranista, che ha al centro l`io e il fare soprattutto il "nostro" interesse. Il che dà sicurezza sull'immediato.
Con un po` di saggezza e di conoscenza della vita, sappiamo che una proposta politica ed esistenziale di chiusura non farà veramente il nostro interesse e non darà la felicità. Bisogna rafforzare una cultura di popolo che aiuti a leggere il nostro tempo serenamente. È però centrale il grave compito della politica attuale: governare efficacemente, senza quest'eccesso di polemiche e divisioni, che si manifesta da mesi. Perché il "buon governo", capace di migliorare le condizioni di vita concrete della gente, è una grande riposta all'insicurezza e alla paura.

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