Passa ai contenuti principali

I media non oscurino l'enciclica del Papa. Fratelli tutti è un testo fondamentale per il mondo

Papa Francesco interviene in Campidoglio all'incontro "Nessuno si salva da solo - Pace e fraternità" 
  Foto Sant'Egidio

Si parla solo dei problemi del Vaticano e si dimentica Fratelli tutti. Un testo fondamentale per il mondo

Domenico Quirico, inviato in tante terre, conosce da vicino il mondo che soffre. Ha attraversato il Mediterraneo su una barca di migranti nel 2001; è stato rapito dai jihadisti siriani nel 2013. All'inizio di un bel libro, Testimoni del nulla, da poco pubblicato, in cui racconta storie di miseria e guerra, si chiede in modo drammatico: «Perché da questa parte del mondo, la nostra, non riusciamo più a provare compassione verso quell'altra parte di noi, i sofferenti, i vinti, tutti gli uomini che scomodamente ci troviamo di fronte sui giornali, in televisione, su internet?». Possiamo rispondere che in buona parte è vero: proviamo poca compassione perché concentrati sui nostri problemi, perché il contagio del Covid-19 cresce, perché non vediamo bene il futuro, perché i problemi altrui sembrano troppo complicati. 

Papa Francesco, con l'enciclica Fratelli tutti, ci aiuta a spingere lo sguardo più in là del nostro recinto e quindi essere più sereni sulla nostra situazione e più felici perché generosi. Dico subito che l'enciclica, sulla stampa, è stata presto dimenticata, mentre si scrive tanto di problemi del Vaticano. Fratelli tutti è un testo lungo, che va meditato e studiato con calma. 

Nel vuoto di visioni sul mondo, sia in politica, nella cultura, come nella Chiesa, Francesco ne propone una basilare: la fraternità. Fin dall'inizio, con il santo di Assisi, «invita a un amore che va al di là delle barriere della geografia e dello spazio» perché solo una fraternità aperta «permette di riconoscere, apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica». 

Eppure, nella paura, con la pandemia, in un mondo tanto grande, l'individualismo sembra l'unica difesa della propria vita, invece - scrive il Papa «non ci rende più liberi, più uguali, più fratelli ... Neppure può preservarci da tanti mali che diventano sempre più globali. Ma l'individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere. Inganna. Ci fa credere che tutto consiste nel dare briglia sciolta alle proprie ambizioni, come se accumulando ambizioni e sicurezze individuali potessimo costruire il bene comune». 

In realtà l'individualismo soffoca quel che c'è di buono in noi e la passione per gli altri che, sola, fa la felicità. La proposta di Francesco, su cui bisognerà ritornare per la sua ampiezza, è anche personale, a ciascuno, qualunque sia la sua condizione di vita. È liberarsi dalle «ombre di un mondo chiuso» che fanno ripiegare su di sé, è rischiare la via della fraternità nel piccolo ambiente familiare e delle persone vicine, come nella propria città, come alla finestra di un mondo più grande da guardare con partecipazione. Francesco invita tutti, anche quelli che sentono di non avere grandi responsabilità, a condividere questo sogno. 

I piccoli e gli umili possono far crescere di molto la fraternità. Il Papa, tenendo presente il bene di ciascuno e del mondo intero, propone: «Sogniamo come un'unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!».


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 25/10/2020

Commenti

Post popolari in questo blog

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r