Passa ai contenuti principali

La visione di Francesco, alla vigilia del Sinodo sulla famiglia. Andrea Riccardi sul Corriere della Sera

"Il Papa non procede per ondeggiamenti casuali, ha un dialogo diretto con la comunità internazionale e una visione con cui tutti i vescovi del Sinodo sono chiamati a misurarsi.

La confessione di monsignor Charamsa è un particolare di vita di palazzo che non può innescare una crisi di governo" afferma Andrea Riccardi in un interessante articolo sul Corriere della Sera del 5 ottobre 2015

 Il papa, prosegue lo storico della Chiesa "Ha una visione. Ha molta autorità tra il «popolo» e nella comunità internazionale. Lo si è notato a Cuba e negli Stati Uniti, dove è stato accolto come un leader mondiale, anche grazie alla mediazione tra i due Paesi, molto elogiato da Castro e Obama (presidente fino a ieri osteggiato dai vescovi americani). Alla tribuna del congresso americano e dell'Onu, ha parla to da riconosciuto leader spirituale, oggetto di forte attenzione pure quando le sue idee non facevano l'unanimità. Il messaggio papale non perde forza per qualche saluto in nunziatura: la vicenda ricorda i piccoli inciampi di vari viaggi papali. Il discorso del Papa non è solo rivolto all'esterno, ma radicato in una chiara visione della Chiesa.
Lo si vede nel confronto con la Chiesa americana. Questa, in una società così pluralista, ha avuto un ruolo di minoranza attiva in difesa dei «valori non negoziabili», pure con battaglie culturali aspre. LI suo è stato un modello sviluppatosi negli ultimi anni di Wojtyla e in quelli di Benedetto XVI. Ma il Papa non ha fatto ai vescovi Usa un controcanto liberai, come taluni attendevano. Ha disegnato una nuova stagione: «Il linguaggio aspro e bellicoso della divisione - ha detto - non si addice alle labbra del Pastore... e, benché sembri per un momento assicurare un`apparente egemonia, solo il fascino durevole della bontà e dell`amore resta veramente convincente». Egemonia o fascino convincente dell`amore? L`alternativa alle battaglie culturali non è l`adattamento liberale, ma l`attrazione «missionaria».

Per leggere tutto l'articolo vai al sito del Corriere della Sera

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

Un popolo unito attorno al Papa nel segno della carità e della pace: il nuovo Pontefice deve contare sull'accoglienza di tutti per guidarci sulla via della speranza

  I cardinali riuniti nella Cappella Sistina al momento dell'"Extra omnes" il 7 maggio - Foto da Vatican Media Mentre scrivo l'elezione non è ancora avvenuta. Ma ricordo che Benedetto XVI, accomiatandosi dopo le dimissioni, disse: «Nel collegio cardinalizio c'è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Facciamo nostre queste parole di un grande credente: non sappiamo il nome dell'eletto, ma sarà il nostro Papa, colui che conferma nella fede i fratelli e guida la Chiesa. Attorno al Santo Padre si fa l'unità della Chiesa. Non solo con l'obbedienza, ma anche con la "reverenza". Quest'ultima parola suona antica ma è vitale: rispetto profondo.  I giorni prima del conclave sono stati attraversati da una certa irriverenza: sui media e sui social, che hanno dovuto riempire le "pagine" con pronostici e indiscrezioni. Irriverente, quanto curiosa, è l'immagine di Trump vestito da Po...

Non si immagina più la pace: c'è solo la guerra all'orizzonte. Ma dai conflitti nessuno mai esce vincitore

  Dialogo e diplomazia hanno un ruolo residuale.  Quasi ogni giorno siamo assediati da notizie di attentati, tensioni, bombardamenti e altro. In Medio Oriente, Ucraina e altrove. Notizie di guerra o che preludono a una guerra più grande. Di fronte a questo scenario, si resta attoniti. Non esiste più un quadro di riferimento che spinga a un superamento delle tensioni in corso, nonostante gli interventi di taluni governi. Tutto è talmente intrecciato e i nodi sembrano sempre più stringersi verso il riarmo, i conflitti sanguinosi, l'allargamento del campo di chi si combatte. Anche se - va detto - non mancano anche, qua e là, fragili espressioni di prudenza di chi misura le proprie forze. Ma il vero problema è che si è eclissata la cultura della pace, la visione maturata nei decenni dopo la Seconda guerra mondiale, pur tra tante contraddizioni.  Il 6 e il 9 agosto 1945 - ne celebriamo la ricorrenza in questo mese - per la prima volta nella storia fu usata l'arma atomica contr...