Andrea Riccardi in un editoriale su Famiglia Cristiana (del 12/3/2017): Il rafforzamento militare rischia l'escalation di una conflittualità fuori controllo. Il sogno che nasca un movimento per la pace
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Il presidente americano
Donald Trump e quello russo Vladimir Putin. Il primo ha annunciato
un aumento delle spese militari, il secondo vuole rafforzare il
proprio potenziale nucleare. Ma molti altri Paesi, soprattutto in
Asia, si stanno armando sempre di più. |
La Svezia, Paese neutrale e pacifico, ripristina il servizio militare
obbligatorio e investe in
armi. Un brutto segnale che mostra il
deterioramento della situazione internazionale. Il presidente
americano
Trump ha annunciato un aumento delle spese militari. Gli
Usa secondo lui non devono rinunciare al ruolo di prima potenza
militare, anche se non sono più il gendarme del mondo e non suppliranno
alle carenze della Nato. La Russia ha mostrato, negli ultimi tempi,
una forte capacità d'intervento militare e Putin ha dichiarato di
voler rafforzare il potenziale nucleare. La Svezia ha paura del suo
forte vicino, che possiede più testate nucleari degli Usa, mentre il
suo armamento convenzionale e l'alto numero di tank preoccupano gli
europei. La Cina, potenza atomica, ha il più grande esercito del
mondo. Aumenta le spese militari del 7% sul 2016. Pechino non pensa a
teatri militari all'estero, ma alla difesa del territorio e alle
proprie rotte. Il Giappone lo scorso anno ha approvato una legge che
permette la costituzione di vere forze armate (ci sarà un aumento
dell'1,4% per le spese militari). Le Filippine di Duterte spenderanno
il 18% in più. L'India, altra potenza nucleare, è in testa agli
acquisti di armi (il 13% del mercato globale). E poi l'Arabia Saudita,
il Qatar, gli Emirati, la Thailandia e altri Paesi si vanno armando.
Il rapporto del Sipri, l'istituto svedese che osserva il commercio
delle armi, registra per gli anni 2012-2016 la crescita dell'8,6%.
Siamo quasi tornati ai tempi della Guerra fredda. Ma ormai
il quadro è
un disordine mondiale, in cui ci si arma contro tutti. Non si tratta
più della deterrenza tra Est e Ovest.
La corsa agli armamenti può
trascinare in avventure politico-militari pericolose oltre le
intenzioni: vere escalation di una conflittualità fuori controllo.
Tutto è pericolosamente in movimento. La politica internazionale e la
corsa agli armamenti sono una partita giocata sopra la gente comune.
Che si può fare? Non smettere di seguire la politica internazionale, di
farsi sentire. I mercanti delle armi e gli arsenali pieni spingono
alla guerra. Ma i
l sogno è che nasca un forte movimento di pressione
per la pace nell'opinione pubblica. In questa linea si muove papa
Francesco, che ha denunciato la corsa agli armamenti: «La violenza non è
la cura per il nostro mondo frantumato».
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