Passa ai contenuti principali

Il viaggio di Francesco: Speranza in Messico e in tutto il mondo

Bisogna incontrare la gente, aprendo il cuore alla responsabilità verso gli altri: «Scommettiamo sulla conversione» di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana


Donald Trump ha definito Francesco una "pedina" del Governo durante il suo viaggio in Messico. Una simile reazione scomposta rivela come il messaggio del Papa colpisca anche oltre i confini messicani, perché ha parlato al mondo globale dal Sud. Ha evocato la tragedia delle migrazioni forzate in America Latina e in tutto il mondo, quando ha preso la parola vicino al muro che protegge la frontiera americana. Il Papa però ha mostrato quanto la Chiesa tiene proprio al Messico. Qui ci sono più di 110 milioni di cattolici e il cristianesimo è una realtà incarnata nella storia. Francesco è sceso in profondità nell'animo di questa nazione: dal palazzo presidenziale alle comunità indigene del Chiapas. Il Messico - ha detto - è «un crocevia delle Americhe», con un'identità plurale fatta di «culture indigene, meticce e creole: un'identità che ha imparato a prender forma nella diversità».
Ma il Papa è apparso anche cosciente delle violenze del passato e del presente. Il Paese è ammalato di una violenza diffusa di mafie e bande criminali che ne paralizzano lo sviluppo. Negli ambienti della criminalità si è persino venuto a creare un culto: la Santa Muerte, che protegge sé stessi e colpisce i nemici.
Francesco ha voluto parlare di speranza, consapevole che metà dei messicani sono giovani: vera forza per il riscatto del Paese. La criminalità è la reale e diffusa perversione del mito del benessere solo per sé. Francesco ha proposto invece la ricerca del bene comune: «Il mondo di oggi, preso dal pragmatismo, ha bisogno di reimparare il valore della gratuità». «Tutti siamo necessari», ha aggiunto. «Specie chi non conta e non ha il capitale necessario». Bisogna aprirsi alla speranza del futuro. Francesco lo ha detto persino ai carcerati, ricordando che «la salute sociale» non si persegue «solamente incarcerando». È iniziata anche una nuova stagione per la Chiesa messicana con la visita di Francesco: «Riscoprire che la Chiesa è missione», ha detto ai vescovi, «è fondamentale, perché solo l`entusiasmo, lo stupore convinto degli evangelizzatori hanno la forza di trascinare». Bisogna incontrare la gente, aprendo il cuore alla speranza e alla responsabilità verso gli altri: Anche oggi, ha concluso Francesco, «scommettiamo sulla conversione».

Commenti

Post popolari in questo blog

Solo il cardinale Matteo Zuppi sta cercando davvero la pace

Il cardinale Matteo Zuppi ricevuto dal metropolita Antonij, presidente del Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche Esterne del Patriarcato di Mosca  La Santa Sede non rompe mai le relazioni, specie in tempo di crisi, e si sforza di "umanizzare la guerra" La situazione in Ucraina, con una guerra quasi al terzo anno e l'inverno alle porte, si annuncia difficile. La resistenza ucraina, appoggiata dagli occidentali, non può bloccare il processo di decomposizione della società, anche a seguito di gravi distruzioni causate dai bombardamenti russi, con l'esodo all'estero di 7 milioni di ucraini. Il popolo sta pagando un prezzo enorme e non si vede la fine.  Intanto, in Russia, a Kazan, si sono riuniti, presieduti da Putin, i Brics cui partecipano Brasile, Cina, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, India, Iran e altri. Nonostante non ci sia unanimità, la riunione a Kazan mostra che la Russia di Putin non è isolata. I governi occidentali - scrive Salvatore Settis s...

Un popolo unito attorno al Papa nel segno della carità e della pace: il nuovo Pontefice deve contare sull'accoglienza di tutti per guidarci sulla via della speranza

  I cardinali riuniti nella Cappella Sistina al momento dell'"Extra omnes" il 7 maggio - Foto da Vatican Media Mentre scrivo l'elezione non è ancora avvenuta. Ma ricordo che Benedetto XVI, accomiatandosi dopo le dimissioni, disse: «Nel collegio cardinalizio c'è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Facciamo nostre queste parole di un grande credente: non sappiamo il nome dell'eletto, ma sarà il nostro Papa, colui che conferma nella fede i fratelli e guida la Chiesa. Attorno al Santo Padre si fa l'unità della Chiesa. Non solo con l'obbedienza, ma anche con la "reverenza". Quest'ultima parola suona antica ma è vitale: rispetto profondo.  I giorni prima del conclave sono stati attraversati da una certa irriverenza: sui media e sui social, che hanno dovuto riempire le "pagine" con pronostici e indiscrezioni. Irriverente, quanto curiosa, è l'immagine di Trump vestito da Po...

Non si immagina più la pace: c'è solo la guerra all'orizzonte. Ma dai conflitti nessuno mai esce vincitore

  Dialogo e diplomazia hanno un ruolo residuale.  Quasi ogni giorno siamo assediati da notizie di attentati, tensioni, bombardamenti e altro. In Medio Oriente, Ucraina e altrove. Notizie di guerra o che preludono a una guerra più grande. Di fronte a questo scenario, si resta attoniti. Non esiste più un quadro di riferimento che spinga a un superamento delle tensioni in corso, nonostante gli interventi di taluni governi. Tutto è talmente intrecciato e i nodi sembrano sempre più stringersi verso il riarmo, i conflitti sanguinosi, l'allargamento del campo di chi si combatte. Anche se - va detto - non mancano anche, qua e là, fragili espressioni di prudenza di chi misura le proprie forze. Ma il vero problema è che si è eclissata la cultura della pace, la visione maturata nei decenni dopo la Seconda guerra mondiale, pur tra tante contraddizioni.  Il 6 e il 9 agosto 1945 - ne celebriamo la ricorrenza in questo mese - per la prima volta nella storia fu usata l'arma atomica contr...