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La gente meglio dei politici: i profughi bussano, gli europei aprono.

Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana 

Per crescere l`Europa deve integrare, costruendo una società diversa da quella omogenea di ieri

Se si parla d'immigrazione, si perdono le elezioni: è stato questo il mantra di troppi politici, anche di sinistra, che mai hanno osato su questi temi. Non abbiamo ancora una legge sulla cittadinanza per i minori immigrati e la materia è ancora regolata dalla legge Bossi-Fini. La quale peraltro esclude la sponsorship, cioè il fatto che singoli, famiglie o associazioni italiane possano chiamare immigrati in Italia. Il ritardo si deve a una malintesa (e negativa) comprensione dei sentimenti degli italiani. Anche gli europei non sono stati capiti. Certo, esistono forti populismi in Europa. Le nostre sono società vecchie e spaventate, poste di fronte a grandi novità. Eppure, di fronte a chiari segnali di apertura dei leader, la gente ha rivelato sentimenti positivi verso i rifugiati. Non va dimenticato poi che l'Italia ha sempre posto il problema in sede europea. 
Ma la svolta nel continente è stata determinata dalla Merkel e da papa Francesco, che ha invitato ad aprire le parrocchie ai rifugiati. Quando leader forti e stimati parlano con chiarezza, la gente si sente confortata: il Papa cattolico e la cancelliera luterana hanno determinato il cambiamento. È una rivelazione dei sentimenti degli europei, ma allo stesso tempo un`indicazione su come far politica
Oggi solo il 35% degli italiani - secondo Demos e la Repubblica - vede il pericolo dell`invasione (a giugno il 42%). Il 60% vuole l`accoglienza: 20% in più di giugno. Il corteo di macchine da Vienna, per accogliere i rifugiati che venivano a piedi dall'Ungheria, è un segno evidente. In stragrande maggioranza i cittadini del continente non approvano il muro ungherese, mostrando di non essere dominati dalla paura. Da qualche mese gli europei hanno rivelato insospettate energie buone. Non può essere solo un momento felice. Bisogna maturare una nuova visione dell'Europa, che per crescere deve integrare, costruendo una società diversa da quella omogenea di ieri: vera risposta all`invecchiamento dei cittadini e delle prospettive. Il continente è così forte, come identità, cultura ed economia, che non rischia l'occupazione altrui. Nel bene e nel male, ha sempre vissuto di visioni; solo da poco è diventato "cieco" sul futuro. La generosità della gente stimola invece a "pensieri lunghi".

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