Passa ai contenuti principali

Abitare una lingua, amare un mondo - Andrea Riccardi al Congresso della Società Dante Alighieri



Il discorso del Presidente Andrea Riccardi nel corso della seconda giornata dell'82° Congresso Internazionale della Società Dante Alighieri

 
Signor Presidente della Repubblica,
Signore e Signori,
Cari amici,

Grazie, Signor Presidente, di essere stamani qui tra di noi. È un grande onore per la Dante Alighieri accogliere il Presidente della Repubblica al suo ottantaduesimo congresso internazionale. È la prima volta nella nostra storia. Ed abbiamo una storia: noi veniamo da lontano. Da quel 1889, quando, sotto gli auspici di Giosue Carducci, e di quella che è stata chiamata la sua “metrica della nazione”, nacque la nostra Società.
Nell’appello di fondazione si legge: “la patria non è tutta dentro i confini materiali dello Stato”. L’attenzione dei promotori, attorno a Carducci, era diretta a una comunità italiana all’estero, emigrata, a rischio di perdere lingua e carattere nazionale. La missione della Dante fu connettere, vivificare, alimentare “pezzi” di italianità (è un’espressione del manifesto): “dovunque suona accento della lingua nostra (quindi non necessariamente in bocca agli italiani), dovunque la nostra civiltà lasciò tradizioni, dovunque sono fratelli nostri che vogliono e debbono rimanere tali (gli emigrati italiani), ivi è un pezzo della patria che non possiamo dimenticare”.
Il giovane Stato si dotava di uno strumento associativo e istituzionale per non dimenticare “pezzi” di patria. Il Regio Decreto, che riconosce la Dante come Ente Morale, ne statuisce il compito: “tutelare e diffondere la lingua e la cultura italiane nel mondo, ravvivando i legami spirituali dei connazionali all’estero con la madre patria e alimentando tra gli stranieri l’amore e il culto per la civiltà italiana”. Missione della Dante è stata coltivare, connettere, alimentare, “pezzi della patria” fuori dai confini. Così nacquero i nostri comitati all’insegna del volontariato. Oggi, per fare un esempio, in Argentina, sono più di ottanta, con scuole e centri d’insegnamento dell’italiano. Ma penso anche a quelli del Mediterraneo, come quello del Cairo, che ha subito gravissimi danni in un recente attentato.
Noi ci riconosciamo nella missione originaria dalla nostra sede centrale (nell’antico Palazzo Firenze, ambasciata toscana presso i papi e quasi - come la nostra lingua - misto di Firenze, Roma e Italia), ma anche nell’attività dei nostri quasi cinquecento comitati nel mondo. Ci stiamo chiedendo, in questo Congresso, come realizzare tale missione nel quadro del mondo globale, che rapido sposta frontiere, crea ponti, ma anche realizza appiattimenti e nuovi muri.

CONTINUA A LEGGERE SUL SITO DELLA SOCIETA' DANTE ALIGHIERI 

Commenti

Post popolari in questo blog

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r

I corridoi lavorativi: modello di accoglienza e buon senso

Sono un modo sicuro per integrare i rifugiati e avere la manodopera di cui abbiamo bisogno La sorpresa è venuta dalla società italiana: a fronte dei 151.000 posti messi in palio dal decreto flussi (non stagionali), le domande degli italiani sono state oltre 690.000. Una massa di richieste a dimostrazione dell'enorme bisogno di manodopera in quasi tutti i settori. La decrescita demografica rende urgente cercare manodopera all'estero.  La paura e l'allarmismo hanno paralizzato la politica che non ha trovato una soluzione ragionevole. I Governi della Ue sono immobilizzati dallo spirito del tempo: paura dei migranti e idea che ognuno debba fare da sé.  Ma i dati parlano chiaro: l'economia europea ha bisogno di manodopera, ma soprattutto l'inverno demografico rende sempre più urgente un rimedio. In Italia c'è forte inquietudine: secondo i dati dell'Istituto Cattaneo, dovremo andare a cercare gli immigrati, pena il crollo dell'economia perché per cinque pens

La guerra non è inevitabile e il mondo non si deve rassegnare

Papa Francesco entrando all'Arena di Verona saluta Andrea Riccardi  È la costante profezia del Papa: per realizzarla, bisogna investire tutti su diplomazia e dialogo Papa Francesco ha presieduto, sabato 18 maggio, all'Arena di Verona, l'incontro Giustizia e pace si baceranno . L'"Arena di Pace", nata nel 1986, ha avuto sei edizioni. Due nel 1991, il periodo della prima guerra del Golfo, che segnò la massima mobilitazione per la pace. Dal 2003 questo evento non si teneva più.  Negli ultimi due decenni il movimento della pace ha coinvolto meno persone. Resta ancora in Italia un tessuto importante di realtà associative, ma complessivamente il tema della pace è uscito dal dibattito pubblico. Sembra un paradosso, si parla meno di pace proprio quando l'Europa si trova di fronte a un grave conflitto che, a partire dall'aggressione russa, sta dilaniando l'Ucraina. Si aggiunge la drammatica situazione in Terra Santa: l`aggressione terroristica d'Israe