L'Islam, afferma Andrea Riccardi in questo editoriale su Famiglia Cristiana, non è monolitico, ma un universo religioso frastagliato e complesso, come dimostra le recente norma approvata in Marocco, dove, sotto
impulso del re, è stata abolita la pena di morte per chi pratica
l'apostasia, ovvero rinnega la religione islamica. Un passo avanti
verso la libertà di coscienza.
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Un manifesto dedicato al re
del Marocco Muhammad VI a Rabat. |
Una domanda viene spesso riproposta: è pericoloso vivere con i
musulmani? Non è solo una questione geopolitica. Riguarda le famiglie
che vedono i loro bambini a scuola con quelli musulmani. Si chiedono: come sarà il domani con loro? Ci saranno terroristi o radicalizzati
tra di loro? Il terrorismo islamista preoccupa assai. Molti si
chiedono: l'islam è una religione violenta che spinge i suoi fedeli
allo scontro, come un fatto dettato dai suoi cromosomi? Non bisogna
allora evitare che i musulmani entrino in Europa, come cerca di fare
Trump in America? A guardare lo scenario internazionale, poi, sembra
che l'islam (o almeno una parte) abbia lanciato una sfida all'Europa,
all'Occidente e ai cristiani. Spesso l'islam è rappresentato come un
unico blocco dal Marocco all'Indonesia con propaggini ovunque, guidato
da un'irriducibile contrapposizione al cristianesimo e alla libertà
dell'Occidente. Se così è, che fare? Uno scontro? Una crociata? La
guerra? Crescono la paura e la diffidenza. Alcuni partiti, su questi
sentimenti, fondano parte del loro consenso elettorale.
Ma la realtà
musulmana è più articolata. L'islam è diviso.
Non è un blocco. È percorso da un conflitto tra la maggioranza sunnita
e la minoranza sciita. Ogni Paese, poi, ha la sua storia e i suoi
interessi. Storia, cultura, politica, sviluppo rendono i Paesi
musulmani diversi tra loro e al loro interno ci sono tante differenze.
Recentemente, in Marocco, il consiglio superiore degli ulema, sotto
impulso del re, ha reinterpretato la "ridda" (cioè l'apostasia
dall'islam): era punita con la pena di morte, perché assimilata
all'alto tradimento. Ora non lo è più. È divenuto possibile praticare
la libertà di coscienza in Marocco, anche lasciando l'islam. La
libertà di coscienza era finora riconosciuta nel mondo musulmano solo
dalla Costituzione tunisina del 2014. Non voglio scendere nei dettagli
di questa nuova interpretazione, ma sottolineare come qualcosa si
muova nel mondo musulmano e non solo in senso negativo. Certo gli altri
Paesi arabi puniscono ancora severamente l'abbandono dell'islam.
Ovunque però, come in tutte le religioni, qualche frangia sceglie altri
percorsi spirituali. Anche l'islam vive nel mondo globale. E i
musulmani cambiano, specie con l'emigrazione a contatto con l'Occidente.
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