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| La seduta del Parlamento europeo del 18/12 - Foto di Fred MARVAUX © European Union 2025 - EP |
La Strategia di sicurezza nazionale di Trump è un duro attacco alla storia e ai valori della Ue
L'edizione 2025 della Strategia di sicurezza nazionale (National Security Strategy-NSS) dell'amministrazione Trump sta facendo discutere soprattutto per i severi giudizi sull'Unione europea e sullo stato dell'Europa in generale. Questo testo viene stilato dalla fine degli anni Ottanta senza scadenza regolare: più che un documento operativo, traccia il quadro generale di riferimento della politica americana in termini di sicurezza. Alcune amministrazioni Usa non lo hanno reso noto, anche se in questi ultimi anni è invalsa l'abitudine di divulgarlo, favorendo un dibattito pubblico. Il NSS non è da confondere con altri importanti documenti americani in genere riservati - come il National Military Strategy o la National Defense Strategy, più dettagliati ed esecutivi.
L'edizione 2025 del NSS mette sotto accusa l'Europa, considerata un continente alla deriva dal punto di vista morale e sociale, di conseguenza poco adatto ad essere socio dell'America Maga (Make America great again). La parte sull'Europa si intitola: Promuovere la grandezza europea. Vi si legge che «i problemi reali dell'Europa sono più profondi» della decrescita (crollo del Pil dal 25% al 14% globale) e della bassa spesa militare. La creatività e lo spirito produttivo europei sarebbero soffocati da un'esagerata regolamentazione, ma soprattutto da una sorta di «cancellazione civile e culturale». Si indicano come punti critici le politiche migratorie lassiste, il crollo delle nascite, la perdita di identità e le limitazioni alla libertà di espressione.
A ben leggere il testo, si ripetono temi e toni che Trump ha rivolto all'America stessa: perdita di valori, politiche woke, cosmopolitismo globalista e abbandono della tradizione. Secondo i Maga, il nemico dell'Europa è soprattutto interno e determina una perdita di fiducia in sé stessi. Il NSS auspica «che l'Europa rimanga europea, ritrovi fiducia nella propria civiltà e abbandoni il fallimentare modello basato sull'ipertrofia regolatoria». Si cita anche il dissenso tra Usa e Ue sulla guerra in Ucraina come esempio dell'allontanamento euro-americano. A ragione, commenta Mario Monti, che la differenza tra i due approcci sta nel fatto che «l'Europa si è costruita sullo Stato di diritto e sulla distinzione tra interesse pubblico e privato».
È importante riflettere su questo aspetto: negli Usa spesso la linea di demarcazione tra pubblico e privato è labile, per commistione tra i due spazi nella concezione americana dell'economia e della politica. I modelli americano ed europeo sono da tempo divergenti, come le precedenti amministrazioni Usa avevano fatto notare, ma con toni diversi.
Non è tutto: l'Europa si comporta come una realtà post-imperiale, che ha tratto lezioni dal fallimento dei nazionalismi e punta sulla convergenza multilaterale. La sua distanza dagli Stati Uniti Maga riguarda l'approccio al diritto e alle regole internazionali. Ne è un chiaro esempio che l'Europa non sia disposta ad accettare la violazione russa con l'invasione dell'Ucraina.
L'Europa non vuole tornare alla logica del più forte: si è costruita sulla mediazione e il dialogo, anche se l'attuale situazione la sta spingendo al riarmo e a toni bellicosi, in fondo, per lei innaturali. Trump cerca di farle accettare un criterio unilaterale nella relazione tra Stati: il mondo della forza. Ma per l'Europa è una scelta impossibile.
Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 21/12/2025

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