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Cina e Stati Uniti, i poli opposti del nuovo assetto mondiale

Foto di gruppo in occasione del vertice dell'Organizzazione della cooperazione di Shangai (Sco) - Tianjin, 31 Agosto 2025 - Foto da Presidenza dell'Azerbaijan


Il vertice di Tianjin ha sancito l'unione fra Pechino, Mosca e New Delhi contro l'egemonia Usa

I1 vertice dell'Organizzazione della cooperazione di Shangai (Sco) a Tianjin in Cina è un fatto maggiore nel quadro geopolitico dei nostri tempi agitati. Pechino vuole bilanciare l'egemone americano, mostrando che è finito il mondo unipolare e si apre un nuovo bipolarismo. 

La Sco, nata per compensare le instabilità in Asia dopo la caduta dell'Urss, è stata fondata da Cina, Russia e Kazakistan, Uzbekistan, Kirghizistan e Tagikistan, allargandosi poi dal 2016 a India, Pakistan, Bielorussia e Iran. Col tempo è divenuta uno strumento di influenza politico-economica di Pechino. In questo recente vertice, la Cina ha mostrato i muscoli (la grande parata militare e le nuove armi), pronta a sfidare gli Stati Uniti su tutti i fronti. Anche la revisione storica sulla vittoria contro il Giappone nella guerra del 1931-1945 ha avuto un suo ruolo: si sminuiscono la Seconda guerra mondiale e il ruolo americano in essa, valorizzando il conflitto per la supremazia in Asia, iniziato con l'invasione giapponese della Manciuria e arrivata alla fine a circa 35 milioni di morti. 

Al contempo Pechino lancia un messaggio: il militarismo giapponese dell`epoca è simile a quello odierno americano. Il nemico non è definito solo in termini economici ma anche politico-militari. Gli accordi russo-cinesi pesano, soprattutto quello relativo al gasdotto che porterà energia alla Cina, ma l'aspetto cruciale è il nuovo baricentro che si va creando in Asia attorno a Pechino. 

La novità è rappresentata dalla presenza del premier indiano, Narendra Modi, causata dai pesanti dazi americani all'India che ha voluto mostrare la sua indipendenza dagli Usa, così come sta facendo il Brasile nel quadro dei Brics. Bisogna notare però che gli interessi tra i diversi associati sono ancora divergenti. 

Manca un sistema finanziario parallelo a quello americano, difficile da creare. Quando Deng Xiaoping impostò la modernizzazione della Cina, il modello era il Giappone (oltre a Singapore). Oggi invece Xi lo addita come nemico "militarista". È una svolta, frutto di una Cina arricchitasi con il libero mercato senza rinunciare allo statalismo. 

Si tratta di un'alternativa all'Occidente? Le due maggiori economie sono strettamente interconnesse. Gli Usa necessitano delle terre rare cinesi, come Pechino dei chip occidentali. Ecco perché, dopo le iniziali schermaglie, i dazi reciproci si sono abbassati. Ma la sfida è anche culturale. La cultura occidentale è pervasiva e i cinesi stanno copiando serie e film americani. 

L'anelito alla libertà dei giovani rappresenta una sfida per il sistema cinese. D'altra parte, la Cina sta diventando un riferimento per il Sud del mondo. I giovani africani, ad esempio, non hanno bisogno di visto per andarci. 

Non si può parlare di nuova "guerra fredda", anche perché non è chiaro come l'Occidente oggi si vada organizzando. Forse in un mondo meno caotico, c'è meno spazio per iniziative avventuristiche e per più dialogo. Certo questa non è un'epoca di cambiamenti, ma un cambiamento d'epoca, come diceva papa Francesco. La ristrutturazione dell'assetto mondiale, dal nuovo baricentro asiatico a un'Europa con un diverso rapporto con gli Usa, insieme a un'importante crisi demografica e a tanti altri elementi, stanno delineando un mondo che davvero sta mutando.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 14/9/2025


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