"La scelta del papa di indire un Giubileo straordinario che ha come suo
cuore la misericordia è il segno più evidente di una "Chiesa in uscita".
L'invito è a guardare con occhi nuovi, misericordiosi, le tante
situazioni di povertà, di sofferenza, di debolezza e di ingiustizia, che
toccano tante persone, a partire dai più deboli". Lo afferma all'ANSA
Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, commentando l'annuncio da
parte del papa dell'indizione di un Anno Santo. "Avere fissato l'inizio
di questo Anno Straordinario l'8 dicembre 2015, a cinquant'anni dalla
fine del Vaticano II - spiega Riccardi-,
assume inoltre il significato di un decisivo passo avanti nella
realizzazione del Concilio che si concluse proprio indicando la parabola
del Buon Samaritano come paradigma della misericordia che la Chiesa
deve assumere verso tutti". (ANSA).
Un popolo unito attorno al Papa nel segno della carità e della pace: il nuovo Pontefice deve contare sull'accoglienza di tutti per guidarci sulla via della speranza
I cardinali riuniti nella Cappella Sistina al momento dell'"Extra omnes" il 7 maggio - Foto da Vatican Media Mentre scrivo l'elezione non è ancora avvenuta. Ma ricordo che Benedetto XVI, accomiatandosi dopo le dimissioni, disse: «Nel collegio cardinalizio c'è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Facciamo nostre queste parole di un grande credente: non sappiamo il nome dell'eletto, ma sarà il nostro Papa, colui che conferma nella fede i fratelli e guida la Chiesa. Attorno al Santo Padre si fa l'unità della Chiesa. Non solo con l'obbedienza, ma anche con la "reverenza". Quest'ultima parola suona antica ma è vitale: rispetto profondo. I giorni prima del conclave sono stati attraversati da una certa irriverenza: sui media e sui social, che hanno dovuto riempire le "pagine" con pronostici e indiscrezioni. Irriverente, quanto curiosa, è l'immagine di Trump vestito da Po...
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