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Negoziare è cercare la pace: il senso delle parole del papa

 

Guardando le conseguenze della guerra - Ucraina Febbraio 2024 - Foto Sant'Egidio

L'espressione "bandiera bianca" non significa resa, ma che solo la diplomazia può porre fine alla guerra

Che cosa ha detto papa Francesco sull'Ucraina, tanto da sollevare polemiche e attacchi fuori misura? Voglio riportare le parole dette all'intervistatore svizzero: «È più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare... La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore». 

È stato obbiettato a Francesco che così chiede la resa all'Ucraina: "bandiera bianca". A parte il fatto che il Papa parlava in una trasmissione sul bianco, il significato di "bandiera bianca" non è la resa. 

Il professor Marcia, studioso di rapporti internazionali, precisa su Avvenire sulla scia di Grozio che la bandiera bianca propone l'avvio di un dialogo, non di arrendersi. Quando, dopo l'aggressione ucraina, parlai della possibilità di fare di Kyiv una "città aperta", taluni mi travisarono, dicendo che ne volevo la resa. Ma lo statuto di "città aperta" non significa resa, ma evitare combattimenti e distruzioni nella città. La logica della guerra spinge a schierarsi. 

Sono state dette cose pesanti su Francesco: che, essendo argentino, non è critico verso le dittature (quella di Putin); che è un radicale antioccidentale; che è un dilettante, il quale finisce per contraddirsi. Non è in discussione che il Papa senta in profondità il dolore dell'Ucraina. Lo attestano le sue lacrime l'8 dicembre 2022, sotto la statua dell'Immacolata, quando pianse per gli «orrendi dolori» del popolo ucraino. Sì, nell'intervento che ha suscitato polemiche, Francesco avrebbe potuto rivolgere un appello alla Russia, ma il suo non è un discorso diplomatico. 

Il Papa pensa agli ucraini che, soprattutto, pagano il prezzo della guerra: distruzioni, bombardamenti, morti, mutilati, profughi (sei milioni) fuori dal Paese. Così nasce l'invito a cercare di negoziare!

Del resto quali sono gli scenari per l'Ucraina e il mondo? Gli ucraini sono stati eroici nella resistenza che ha sorpreso i russi, più forti soprattutto come numero di militari. La guerra non può però continuare all'infinito. Come abbiamo già detto, ci sono due strade per questa situazione: un allargamento della guerra, che sarebbe una tragedia per l'Europa (non voglio nemmeno dire una guerra atomica) o un vergognoso abbandono dell'Ucraina da parte degli occidentali. Trump ne ha parlato apertamente e potrebbe essere rieletto... Abbiamo visto quel che è successo in Afghanistan. 

La guerra potrebbe coinvolgere i Paesi europei. Oppure, al contrario, si comincerà a voltarsi dall'altra parte, lasciando soli gli ucraini. 

Ma c'è un'altra via, che non è stata percorsa, su cui investire: la diplomazia e il negoziato. Non è arrendersi, ma solo essere ragionevoli. Finché non si è veramente investito sulla negoziazione non si possono intravedere le modalità di dialogo. Ma è necessario pensarci. Papa Francesco, in modo irrituale, ha dato un segnale e ha aperto un dibattito. E lo ha fatto - voglio ribadirlo - per amore del popolo ucraino, non certo per filoputinismo. Domenico Quirico ha scritto: «Solo il Papa poteva spezzare il tabù, solo lui ne ha la forza morale». E ha ragione.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 24/3/2024

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