Passa ai contenuti principali

Attorno a noi c`è tanta solitudine, si misura la forza violenta del male. Ma anche la forza del piccolo bene che si può fare in un così grande deserto.

Foto Sant'Egidio


Maria vive in un ospizio da 30 anni, colpita dal male di vivere. Unica luce nelle sue giornate è la sorella che, ogni giorno, va a trovarla.

A Natale, ascoltando il Vangelo di Luca, ci si imbatte nelle figure degli anawim, gli umili, che popolano i racconti della nascita e dell'infanzia di Gesù. Non sono figure remote o mitiche. Gli umili di spirito esistono ancora. Seppure non siamo sempre capaci di vederli, perché talvolta affrettati o sprezzanti. Vorrei raccontare una storia, che ho conosciuto da vicino. 

Una donna, più che settantenne, che chiamerò Maria, risiede in una RSA da più di trent'anni. È entrata, dopo aver peregrinato in vari altri istituti, in condizioni molto gravi. Giovane, aveva tentato il suicidio a seguito di una relazione finita male con un uomo. 

L'esito è stato terribile. Non cammina più. Parla a malapena. Vede sempre meno. Ora è cieca. È progressivamente diminuita nel fisico. Anche se ha sempre lottato nel clima anonimo dell`istituto, trovando aiuto in alcune visite esterne. 

Don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Giovanni XXIII, aveva ragione: «Dio creò la famiglia, l'uomo ha creato l'istituto». La vita dell'istituto è dura. Le giornate lunghe e senza far nulla. Più persone nella stessa camera: mondi isolati che si danno fastidio o si ignorano a vicenda. Il personale non sempre all'altezza. Il mangiare scadente, affidato a un catering. Ho notato come spesso gli anziani, in istituto, rifiutino di mangiare un cibo sempre uguale, talvolta freddo. Non c'è tempo per nutrirli con cura. Allora si somministra la nutrizione con la flebo. L'inizio di un ulteriore scivolamento. 

Unica luce, nel buio delle giornate di Maria, è la sorella che, da sempre, la visita quotidianamente e le porta da mangiare. Le aveva installato un piccolo frigorifero sul terrazzino davanti alla camera, ma glielo hanno fatto togliere. 

La sorella di Maria, con la sua fedeltà, è una degli anawim. Una persona semplice e modesta, che ha una famiglia, attraversa Roma ogni giorno con gli autobus: due ore per andare e tornare. Una fedeltà ammirevole, che non teme stanchezza e distanza. La sorella ha aiutato la resistenza di Maria, che ha vissuto una vita svuotata di tutto, isolata, fatta di dolore e solitudine. Incontrare Maria, così povera, fa capire quanto dolore c`è attorno a noi e quanto siamo ricchi, anche di cose che consideriamo normali e irrilevanti. Ma soprattutto mostra come un amore fedele, quello della sorella, può essere l'unica luce per una persona immensamente sola e davvero al buio. 

Maria, per tre decenni e più, ha vissuto imprigionata nel suo corpo e in un ambiente piccolo e disattento. Si fa fatica a capire quel che dice. Usa un vecchio telefonino, unico suo filo con l'esterno, ma i suoi messaggi non sono molto comprensibili. 

Poi, qualche anno fa, si è scoperta un nodulo al seno. Ha rifiutato cure o operazioni. Aveva tanto sofferto e non le sembrava di poter soffrire ancora di più. Sta ormai rannicchiata a letto, passando giorni sempre uguali, mentre la malattia progredisce. Sembra che il male si sia accanito su questa donna, piccola e ripiegata. Davvero tanto dolore! 

Maria è un Lazzaro donna, non lontano da tanti che banchettano lautamente. Ma ci sono anche gli angeli, gli umili, che l'hanno visitata e non la dimenticano. Certo, di fronte a tanto soffrire, si misura la forza violenta del male. Ma anche la forza del piccolo bene fedele, che una persona può fare in un così grande deserto.


Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana dell'8/1/2023

Commenti

Post popolari in questo blog

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r

La "forza debole" della preghiera può spostare le montagne

Il cardinale Matteo Maria Zuppi con il presidente Joe Biden Il cardinale Zuppi è stato a Washington dal 17 al 19 luglio dove ha incontrato anche il presidente Biden . Nel lungo e cordiale incontro, il cardinale gli ha consegnato una lettera di Francesco e gli ha manifestato "il dolore del Papa per la sofferenza causata dalla guerra". La sofferenza della guerra è stata al centro del colloquio. L'inviato del Papa si è chiesto come alleviarla. Le questioni umanitarie sono state un tema rilevante nelle conversazioni perché la Santa Sede è molto impegnata su di esse. Il colloquio ha toccato gli sviluppi del conflitto, iniziato un anno e mezzo fa con l'attacco russo. La Santa Sede, come ha già manifestato il card. Zuppi sia a Kyiv che a Mosca, è preoccupata per il suo prolungarsi. Nel viaggio a Kyiv il cardinale aveva constatato le condizioni di vita del popolo ucraino. A sua volta l'elemosiniere del papa, il card. Krajewski, si è recato più volte in Ucraina, anche in r

La Chiesa non si deve rassegnare a un paese fatto di "sonnambuli": dalla sua storia e dal suo vissuto emergono energie di fede e speranza che fanno bene a tutti, vecchi e nuovi italiani

Migranti latinoamericani a messa dal Papa Sono "sonnambuli" gli italiani secondo il rapporto del Censis. Ma una comunità con meno fedeli ha energie di fede In che mondo gli italiani vivono la loro fede? Il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, la  57a edizione di un'analisi che ha accompagnato la storia italiana, ci aiuta - grazie alle intuizioni di Giuseppe De Rita - a guardare alle dinamiche del presente e del futuro. Non si può pensare alla fede fuori dalla realtà umana degli italiani. Tante volte l'idea di cambiare la Chiesa viene declinata in maniera interna e autoreferenziale. Gli italiani, oggi, non sono quelli che vissero il Vaticano II o le crisi vitali degli anni Sessanta-Settanta. Non sono il Paese "forte", che resistette al terrorismo, in cui il cattolicesimo era una componente decisiva.  Oggi - dice il rapporto - l'Italia è un Paese di "sonnambuli": «il portato antropologico della difficile transizione dalla grammat