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Natale: la festa dei valori condivisi da tutti

Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana

Il Natale è la festa popolare degli italiani per eccellenza. È un tempo prezioso in un paese frammentato dalla solitudine di troppi e dalla rabbia di chi si sente tradito dalla vita. Ma anche, il 25 dicembre mantiene una radice cristiana nel ricordarci che la società va resa più umana
Il Natale è la grande festa "popolare" italiana, condivisa e partecipata nei più svariati modi, che ha contagiato tanti, ben al di là del mondo cristiano. Lo si vede nell'aspetto delle città, con le strade adornate, gli alberi di Natale, la tradizione dei regali. Lo scambio dei doni, nonostante l'input consumista, ha il valore di impreziosire le nostre relazioni personali e di dire agli altri quanto teniamo a loro. E anche il rito degli auguri esprime la memoria di chi non si frequenta ma vuol ricordare un legame. Il Natale è festa della famiglia che si raccoglie e fa spazio, almeno un pò, ai bambini e alla loro gioia. Sì, il Natale è soprattutto festa dei bambini e, talvolta, di adulti che si ricordano di essere stati tali. È anche festa in cui si compiono gesti di gratuità verso chi ha bisogno. Personalmente ho in mente i pranzi di Natale con i poveri: espressione festosa di una solidarietà che dura un anno. 
 Il Natale si collega alla gioia: quella di incontrare, dare e ricevere. C`è un'evidente radice cristiana in questa festa, che molti sentono ancora viva e garanzia di una vita più umana: per altri è una tradizione connessa alla nostra umanità. Alcuni criticano lo spegnimento del riferimento religioso: la nascita di Gesù. Altri vedono nella secolarizzazione del Natale la vittoria del consumismo. Sarà vero, ma il Natale italiano è importante e particolare. Innanzitutto c'è una sincronia: uno stesso giorno di festa per tutti. Una parte degli italiani è abituata alle feste quando vuole e può, mentre un`altra purtroppo è costretta a una vita impoverita. Ma il 25 dicembre viene per tutti. È una festa che, nelle forme più diverse, ha ancora un timbro evangelico e cristiano. Un fatto di cultura e religiosità popolare. Rinvia al presepe e al Bambinello, di cui si sottolinea la fragilità. L'umanesimo italiano trova, nel Natale, la sua festa di popolo. Non si tratta di esaltare le nostre tradizioni, bensì di mettere in luce come ci siano sentimenti e valori condivisi dalla nostra gente con immediatezza e semplicità. È qualcosa di prezioso in una società frammentata, caratterizzata dalla solitudine di troppi, dalla rabbia di chi si sente espropriato della vita. Talvolta restiamo sconcertati dalla forza dell'odio che s`incontra nella nostra società. Sentiamo che va umanizzata e riunificata. Il Natale può apparire un interludio, ma ha un messaggio profondo con cui fare i conti. Francesco d`Assisi chiamò la gente di Greccio a radunarsi attorno al presepe per venerare quel Bambino. Dai più deboli riparte l'unità della gente. Quel Bambino ha fatto della gratuità il cuore della vita e ha detto: «C`è più gioia nel dare che nel ricevere». La desertificazione di tanti ambienti e di tanti sentimenti fa scoprire, oggi ancor di più, il valore di questo Natale.

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