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Sessant'anni dopo, il Vaticano II indica ancora le sfide del futuro

Un'immagine di Paolo VI L'8 dicembre 1965 si chiudeva il Concilio che mise al centro gli ultimi e l'unità dei cristiani L'8 dicembre 1965 si chiudeva il Concilio Vaticano II. Un giorno prima, Paolo VI e i padri conciliari avevano approvato la Costituzione Gaudium et spes. La Chiesa del mondo contemporaneo , un testo che diceva molto a partire dalle prime parole iniziali: «Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto... sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo...». Paolo VI, chiudendo il Vaticano II, confermò questo spirito.   Disse: «L'antica storia del samaritano è stata il paradigma della spiritualità del Concilio». Questo aveva avuto al suo centro l'umanità contemporanea e non era avvenuto - come cominciavano a dire alcuni - «a scapito della fedeltà dovuta alla tradizione».  Così Paolo VI continuava sul Concilio: «Una simpatia immensa l'ha tutto pervaso. La s...
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Una missione a sostegno di una nuova stagione di pace. Dal 27 novembre al 2 dicembre il Pontefice visita terre che incarnano l'incontro fra culture

  Papa Leone XIV, il patriarca Bartolomeo e altri capi delle Chiese cristiane si raccolgono in preghiera a Nicea il 28 Novembre - Foto di Nikos Papachristou/Patriarcato Ecumenico Dal 27 novembre al 2 dicembre, papa Leone compie il suo primo viaggio: va in Turchia e in Libano. A partire da Giovanni Paolo II, il Papa, all'inizio del ministero, si reca a Istanbul, in visita al Patriarcato ecumenico, guidato da Bartolomeo.  Paolo VI, nel 1964, compì il suo primo viaggio nel mondo in Terra Santa, dove incontrò Athenagoras, predecessore di Bartolomeo: cominciava l'ecumenismo tra cattolici e ortodossi. Monsignor Roncalli (Giovanni XXIII), da delegato apostolico in Turchia, visitò il Patriarcato, fatto inusitato in tempi non ecumenici.   Le memorie cristiane di queste terre motivano il viaggio di Leone: in particolare i 1.700 anni del Concilio di Nicea, basilare per la cristianità indivisa. Questa fu una terra abitata dai cristiani, non solo all'epoca bizantina, ma anche dopo l...

L'Africa: il continente dei giovani solo e tradito dai propri leader

Un gruppo di giovani di Bukavu (Repubblica Democratica del Congo) - Foto di Didier Mugisho Mirindi da Wikimedia Commons L'Africa sta crescendo e cambiando, ma a fronte di enormi squilibri economici e continui conflitti I media parlano dell'Africa in modo limitato, riducendo spesso il continente a una serie di crisi violente dall'origine oscura, causa di povertà e migrazioni. Ma l'Africa è più di questo.  Sta diventando il continente più giovane del mondo con un'età media di 19 anni (in Europa è 42) e 800 milioni sotto i 25 anni su una popolazione totale di 1,5 miliardi. Ma è anche il continente al centro di un interesse economico globale per energia, terre rare e agricoltura. In molti puntano a ottenere una parte delle materie prime africane, favorendo grandi investimenti.  Ma la ricchezza non è distribuita in modo equo: un continente più ricco di ieri paradossalmente è al contempo con più poveri. Pochi molto ricchi e tantissimi poveri, in specie giovani. La ragi...

I bisognosi vanno messi al centro della nostra fede. Nella Giornata mondiale a loro dedicata siamo invitati a considerarli una "questione familiare"

Foto Sant'Egidio La Chiesa celebra il 16 novembre la IX Giornata mondiale dei poveri, un'idea di papa Francesco per mettere gli ultimi al centro della Chiesa. Non è un fatto solo umanitario. Nemmeno una celebrazione dell'assistenza cattolica e delle sue istituzioni.  Ricordare i poveri con una giornata è decisivo per la coscienza del cristiano e la comunità ecclesiale. Il povero è nel cuore della fede cristiana. Papa Leone ha scritto, con un tocco personale, nell'esortazione Dilexi te : «Tante volte mi domando perché, pur essendoci tale chiarezza nelle Sacre Scritture a proposito dei poveri, molti continuano a pensare di poter escludere i poveri dalle loro attenzioni». È una domanda da porci in questa giornata. Perché ci avviciniamo poco ai poveri e non diventiamo loro amici? Francesco avrebbe detto: perché non li tocchiamo? Spesso pensiamo che ci sono istituzioni preposte alla loro assistenza.  Giovanni Crisostomo, il Padre della Chiesa che ha tanto riflettuto sulla ...

Il pericolo più grande è abituarsi alla cultura del conflitto

Papa Leone XIV interviene il 28 ottobre all'incontro interreligioso promosso a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio - Foto Sant'Egidio  Occorre che tutti, la Chiesa per prima, ci ribelliamo a una mentalità che accetta la divisione fra i popoli Buchenwald fu uno dei più grandi lager nazisti: vi erano prigionieri politici, rom, omosessuali, Testimoni di Geova, ebrei, "asociali". Vi ebbero luogo dolorosi esperimenti medici. Il direttore del memoriale, Jens-Christian Wagner, ha denunciato il recente imbarbarimento dei visitatori del lager, specie giovani: adesivi nazisti e svastiche sui muri, ragazzi fotografati ridendo dentro i forni. A la Repubblica ha dichiarato: «In alcune aree della Germania Est il pensiero estremista ha conquistato un'egemonia politica e culturale». Si manifesta la presa del partito neonazista, Afd, che ha «un'idea etnica di Stato, che esclude chiunque abbia origini straniere». Il cancelliere Merz ha dichiarato: «Costruiremo la più potente...

L'inquietante ritorno della grande paura atomica

Il bombardamento di Hiroshima il 6 Agosto 1945 La bomba nucleare è un affronto totale alla pace: ma oggi c'è chi la minaccia I1 tema dell'utilizzo dell'arma nucleare è tornato all'ordine del giorno. Nel quadrante ucraino russi ed europei (in particolare i francesi) hanno ripreso a parlare della possibilità di usare l'arma atomica. Anche in Medio Oriente, una delle ragioni dell'attacco all'Iran è stata impedire la costruzione dell'ordigno.  Ultimo fatto rilevante in ordine di tempo: la scelta dell'Arabia Saudita di mettersi sotto l'ombrello atomico del Pakistan, accordo avvenuto pochi giorni dopo l'attacco israeliano al Qatar. Si sta diffondendo un clima di paura che spinge le leadership a proteggersi e a non escludere la bomba dal futuro dei conflitti. Per la guerra contro l'Ucraina la Russia ha cambiato la dottrina nucleare: da "arma di deterrenza" (da usare come bilanciamento contro un'altra potenza nucleare) ad arma di...

La Dilexi Te: combattere la povertà per vivere da veri cristiani. Aiutare il bisognoso è un'esperienza spirituale prima ancora che umana

Papa Leone XIV saluta le anziane ospiti della casa di riposo "Santa Marta" a Castel Gandolfo il 21 Luglio - Fotogramma Gli anni pastorali sono iniziati e si approntano i programmi nelle diocesi. Non sono nessuno per dare un parere, ma sento la stanchezza delle solite parole.  Per vivere quest'anno, partirei dal documento fresco ed evangelico regalatoci da papa Leone, Dilexi te , nella direzione de "l'amore verso i poveri": «Il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia. Nei poveri Egli ha ancora qualcosa da dirci».  Così il Papa indirizza i cristiani, le comunità, le parrocchie, le Chiese locali, nella storia e non nell'autoreferenzialità dei propri circuiti. È qualcosa di cui non pochi cristiani sono stanchi: la stanchezza non porta alla protesta, ma a farsi da parte in silenzio. Bisogna riaccendere i fari dei grandi ideali evangelici, annebbiati o spenti per il tempo duro che stiamo vivend...