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Sotto i colpi dell'Isis è andato in pezzi il mosaico del Medio Oriente

Un mondo è stato stravolto da guerre e violenza fanatica: sarà difficile ricostruirlo

Il Medio Oriente è sconvolto. Tutto cambia. Anche i confini tra gli Stati. Ieri c'erano Libano, Iraq e Siria: tre Stati distinti con storie politiche diverse. La loro origine viene dagli accordi Sykes-Picot (dal nome dei negoziatori) nel 1916, tra Francia e Gran Bretagna. Crearono una nuova architettura statuale nel vasto dominio dell'Impero ottomano, che si estendeva dall'Europa all'Arabia, inglobando il Medio Oriente.

La popolazione dell'Impero, dominato dai turchi, era varia: accanto agli arabi sunniti, i cristiani (ortodossi, armeni, maroniti, siriaci...), gli ebrei, i curdi, gli yazidi e altri gruppi. C'erano pure altre comunità musulmane: gli sciiti come nell'Iraq meridionale o in Libano, gli alauiti (oggi al potere in Siria con Assad) o i drusi. Il Medio Oriente era un mosaico di etnie e religioni, quando britannici e francesi se lo spartirono: ai primi l'Iraq, con un sovrano arabo, e agli altri la Siria e il Libano.
Dopo la guerra mondiale Siria, Libano e Iraq divennero indipendenti. La Siria ha sempre considerato come sua pertinenza il Libano. Sono però due anni che in Libano manca il presidente. Ora il consenso del leader sunnita Hariri alla candidatura del prosiriano Aoun (appoggiato dagli hezbollah sciiti) fa prevedere un Libano vicino ad Assad. Questi, che ha perso parte della Siria, guadagnerà il Libano?
In Iraq, nel 2003, gli Stati Uniti hanno fatto la guerra a Saddam Hussein, sostenuto dai sunniti. Così l'Iraq, in preda al terrorismo, si è scomposto: i curdi, oppressi da Saddam, hanno conquistato l'autonomia, mentre gli sciiti sono diventati determinanti.
In Siria, con la "Primavera araba" del 2011 repressa da Assad, è scoppiata la guerra civile che vede alauiti, parte dei sunniti e cristiani con il Governo, mentre l'opposizione armata è sunnita con una forte componente curda. Il 29 giugno 2014 Abu Bakr al-Baghdadi ha proclamato il califfato. Lo Stato islamico controlla parte del territorio siriano e una parte dell'Iraq. È la fine di Sykes-Picot, come recita un video islamista che annuncia l'unificazione dei musulmani e l'avanzata dell'Isis. È nato, tra Siria e Iraq, un largo spazio dominato dal califfato, cui una parte dei sunniti ha collaborato. Oggi, però, il nuovo Stato scricchiola. Le offensive contro Mosul e Raqqa stanno minando il controllo territoriale del califfato. Un mondo è stato sconvolto dalle guerre e dalla violenza fanatica: sarà difficile ricostruirlo.

Editoriale di Andrea Riccardi su Famiglia Cristiana del 30 ottobre 2016

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