I cardinali riuniti nella Cappella Sistina al momento dell'"Extra omnes" il 7 maggio - Foto da Vatican Media Mentre scrivo l'elezione non è ancora avvenuta. Ma ricordo che Benedetto XVI, accomiatandosi dopo le dimissioni, disse: «Nel collegio cardinalizio c'è anche il futuro Papa al quale già oggi prometto la mia incondizionata reverenza ed obbedienza». Facciamo nostre queste parole di un grande credente: non sappiamo il nome dell'eletto, ma sarà il nostro Papa, colui che conferma nella fede i fratelli e guida la Chiesa. Attorno al Santo Padre si fa l'unità della Chiesa. Non solo con l'obbedienza, ma anche con la "reverenza". Quest'ultima parola suona antica ma è vitale: rispetto profondo. I giorni prima del conclave sono stati attraversati da una certa irriverenza: sui media e sui social, che hanno dovuto riempire le "pagine" con pronostici e indiscrezioni. Irriverente, quanto curiosa, è l'immagine di Trump vestito da Po...
Foto da Vatican News Francesco si è assunto la responsabilità di sfide titaniche, ricevendo a volte applausi, altre rifiuti Papa Francesco si è spento come avrebbe voluto, dopo aver salutato il suo popolo a Pasqua. L'ha benedetto, con un filo di voce e solennità, dall'alto della loggia di San Pietro. E stata la sensazione di tanti, che si è trasformata in un profondo rispetto e gratitudine per una vita che, dal 2013, si è consumata per la Chiesa, i cristiani, le religioni, il mondo, i popoli sofferenti e in guerra e i poveri. Perché Bergoglio, primo Papa che non ha vissuto il Concilio, ha rimesso i poveri al centro della Chiesa, realizzando la Chiesa dei poveri di cui parlava il Vaticano II. Ha chiesto ai cristiani di toccare i poveri: è il superamento di quell'attivismo di iniziative assistenziali istituzionalizzate che ha abitato buona parte del mondo cattolico. Toccare il povero è un atto sociale e umano, ma anche mistico: sì, mistico, perché Francesco ha visto ne...