Passa ai contenuti principali

Coraggio e perdono. Quel vento forte da Est. A 40 anni dall'elezione di Giovanni Paolo II


Andrea Riccardi con papa Woytila a Santa Maria in Vallicella nel 1979. Giovanni Paolo II è stato accanto alla Comunità di Sant'Egidio per tutto il tempo del suo pontificato.
Contribuì alla fine del comunismo, dialogò con gli altri cristiani e le altre fedi.

Quarant'anni fa, veniva eletto Giovanni Paolo II. Sembra un tempo lontano: il mondo era quello della Guerra fredda, i Paesi del Sud facevano i primi passi dopo la decolonizzazione. Il comunismo, allora realtà forte, era l'ideologia ufficiale di tanti partiti, ma anche di potenze e Stati influenti. In Occidente, dopo il Vaticano II (anche se non a causa di esso), la società si secolarizzava e si allontanava dalla pratica della fede. Il pontificato di Paolo VI, l'ultimo Papa italiano, era stato contestato come mai era accaduto nella storia recente. La Chiesa cattolica appariva in crisi, nonostante il rinnovamento. I cardinali, riuniti in Conclave, scelsero un candidato, come Karol Wojtyla, che aveva testimoniato la fede tra le difficoltà. Il regime e i servizi dell'Urss non l'avevano previsto e, sorpresi, valutarono negativamente l'impatto del nuovo Papa in Polonia e nell'Est.

Wojtyla, arcivescovo di Cracovia, padre conciliare del Vaticano II, fin dal suo primo intervento da Pontefice colse il cuore del sentimento che attanagliava i cristiani dell'Est e che rendeva quelli dell'Occidente timidi verso la modernità: «Non abbiate paura!» fu il suo primo e fondamentale messaggio, che sgorgava da una grande fede e da un'energia pastorale inusitata.
Era un uomo intrepido, che comunicava coraggio. Il suo lunghissimo pontificato (dal 16 ottobre 1978 al 2 aprile 2005) passa attraverso diverse stagioni: un grande impegno pastorale, l'attentato, il magistero e la predicazione, la pastoralità come vescovo di Roma, il contatto personale, l'incontro con le folle, il rinnovamento... Ha compiuto 104 viaggi apostolici fuori dall'Italia: in Polonia, Francia,Usa, Spagna, Messico, Portogallo, Brasile, Svizzera e in altri Paesi. In Italia, oltre Roma, ha fatto ben 146 visite. Ratzinger ha scritto che è stato l'uomo del suo tempo che ha incontrato direttamente più esseri umani: non solo cattolici, ma cristiani di tutte le confessioni, gente di varia religione, non credenti, autorità e poveri. Si è principalmente sentito un "evangelizzatore" nella Chiesa, comunicando in ogni modo il Vangelo. Uomo di pace, ha favorito l'incontro, convocato le religioni ad Assisi nel 1986 per pregare per la pace. Affondava le sue radici negli anni dolorosi del secondo conflitto mondiale e si sentiva mandato, fino alla morte, a ricordare l'orrore della guerra e il grande bene della pace. Di lui il poeta Turoldo ha scritto con grande finezza:
Wojtyla, sei il vento
della speranza non vinta
dei reticolati di Auschwitz,
e non solo per la tua Polonia. Vento di speranza
oltre tutte le frontiere,
vento sulle foreste: vento più alto
dei nostri orgogli
o uomini trastulli
d'infinite paure.
 Forse solo le parole di un poeta possono cogliere quel vento dello Spirito, rappresentato dall'uomo Wojtyla e dal Papa che volle chiamarsi Giovanni Paolo II.

Editoriale di Andrea Riccardi per Famiglia Cristiana del 21 ottobre 2018

Commenti

Post popolari in questo blog

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r

La "forza debole" della preghiera può spostare le montagne

Il cardinale Matteo Maria Zuppi con il presidente Joe Biden Il cardinale Zuppi è stato a Washington dal 17 al 19 luglio dove ha incontrato anche il presidente Biden . Nel lungo e cordiale incontro, il cardinale gli ha consegnato una lettera di Francesco e gli ha manifestato "il dolore del Papa per la sofferenza causata dalla guerra". La sofferenza della guerra è stata al centro del colloquio. L'inviato del Papa si è chiesto come alleviarla. Le questioni umanitarie sono state un tema rilevante nelle conversazioni perché la Santa Sede è molto impegnata su di esse. Il colloquio ha toccato gli sviluppi del conflitto, iniziato un anno e mezzo fa con l'attacco russo. La Santa Sede, come ha già manifestato il card. Zuppi sia a Kyiv che a Mosca, è preoccupata per il suo prolungarsi. Nel viaggio a Kyiv il cardinale aveva constatato le condizioni di vita del popolo ucraino. A sua volta l'elemosiniere del papa, il card. Krajewski, si è recato più volte in Ucraina, anche in r

La Chiesa non si deve rassegnare a un paese fatto di "sonnambuli": dalla sua storia e dal suo vissuto emergono energie di fede e speranza che fanno bene a tutti, vecchi e nuovi italiani

Migranti latinoamericani a messa dal Papa Sono "sonnambuli" gli italiani secondo il rapporto del Censis. Ma una comunità con meno fedeli ha energie di fede In che mondo gli italiani vivono la loro fede? Il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, la  57a edizione di un'analisi che ha accompagnato la storia italiana, ci aiuta - grazie alle intuizioni di Giuseppe De Rita - a guardare alle dinamiche del presente e del futuro. Non si può pensare alla fede fuori dalla realtà umana degli italiani. Tante volte l'idea di cambiare la Chiesa viene declinata in maniera interna e autoreferenziale. Gli italiani, oggi, non sono quelli che vissero il Vaticano II o le crisi vitali degli anni Sessanta-Settanta. Non sono il Paese "forte", che resistette al terrorismo, in cui il cattolicesimo era una componente decisiva.  Oggi - dice il rapporto - l'Italia è un Paese di "sonnambuli": «il portato antropologico della difficile transizione dalla grammat