Passa ai contenuti principali

UNA CHIESA PIÙ UNITA PER AFFRONTARE LE SFIDE DEL PRESENTE

Questi non sono tempi facili per l'unità dei cristiani. La settimana scorsa la Chiesa ortodossa russa ha sospeso la concelebrazione eucaristica con il Patriarcato ortodosso di Costantinopoli, guidato da Bartolomeo. Dietro la decisione c'è la questione dell'ortodossia ucraina. Bartolomeo ha fatto alcuni passi per favorire l'autocefalia (l'indipendenza) della Chiesa ucraina. Il presidente ucraino Porogenko l'aveva chiesto. Ma la maggior parte degli ucraini appartiene alla Chiesa di Mosca e questa considera il gesto di Bartolomeo una grave intromissione. Tanto che, il 31 agosto scorso, il patriarca russo Kirill si era recato con un gesto quasi disperato a Istanbul da Bartolomeo per scongiurare il fatto.
L'Ucraina vive una stagione politicamente difficile, mentre si combatte una guerra a bassa intensità in Dombass, la Regione orientale russofona. I cristiani ucraini (ortodossi, greco-cattolici e altri) sono divisi. Non bisogna nascondere come, in Ucraina e altrove, le vicende politiche e nazionali pesino sui rapporti tra le comunità cristiane. Questo è vero, seppur in altro modo, anche in Europa occidentale, dove tra cattolici dell'Est e dell'Ovest non c`è sempre lo stesso sentire. Quelli polacchi, ungheresi, cechi e slovacchi - certo non tutti - sostengono la politica dei loro Governi contro l'accoglienza ai migranti: per loro bisogna difendere l'identità nazionale e cristiana. Diversa sensibilità si trova tra i cattolici in Occidente, come si è visto da tante azioni in vari Paesi. Siamo in una stagione di divisione tra cristiani?
Il patriarca di Mosca Kirill (a sinistra), 71 anni, con il patriarca ortodosso di Costantinopoli Bartolomeo, 78, durante l`incontro a Istanbul del 31 agosto scorso.

In realtà, le diverse Chiese sono radicate in storie e culture differenti. In alcuni casi, come l'Ucraina, l'eredità storica è davvero complicata. I Paesi dell'Est sentono di avere riacquistato da poco la loro libertà e temono di perderla. Ma anche i cattolici occidentali non hanno tutti lo stesso sentire. Non bisogna spaventarsi. Chi conosce la storia sa che le divisioni o le differenze profonde non sono mai mancate nel cristianesimo. Non si può, però, accettarle passivamente. Oggi ci sono problemi globali che non possono essere affrontati nella prospettiva di una singola nazione.
Uno di essi è l'emigrazione. C`è la questione del futuro del continente europeo con una grande storia, ma con una certa assenza di prospettive. Ho sempre pensato che sarebbe necessario un sinodo europeo, almeno per i cattolici, per affrontare insieme queste problematiche. Sotto la guida di papa Francesco non è certo impossibile trovare la via della comunione. Poi, per ortodossi, protestanti e cattolici, è rilevante rilanciare luoghi in cui discutere in modo non formale. Non si tratta di operazioni politiche. Ci vuole un tessuto di dialogo concreto, fraterno, capace di partire dai problemi reali che i cristiani si trovano ad affrontare. Il patriarca Atenagora di Costantinopoli diceva negli anni Sessanta: «Chiese sorelle, popoli fratelli». Aveva proprio ragione: Chiese più sorelle aiutano la fraternità tra i popoli.

Editoriale di Andrea Riccardi per Famiglia Cristiana del 23 settembre 2018

Commenti

Post popolari in questo blog

La crisi in Giordania: a rischio un'oasi di pace nel caos del Medio Oriente

Il regno di Abdallah confina con Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq e ospita un altissimo numero di rifugiati Tutto è complicato e in movimento in Medio Oriente: le crisi si susseguono. Un solo Paese è stabile: la Giordania, su cui regnano gli hashemiti, famiglia che discende dal profeta Maometto. Ora il re Abdallah è stato scosso da una congiura, che coinvolge il fratellastro, principe Hamzah (un tempo erede al trono, che poi ha dovuto lasciare il posto al figlio di Abdallah). Il re ha assicurato che la situazione è sotto controllo e Hamzah ha dichiarato fedeltà al sovrano.  È una faida da famiglia reale, forse un po' più significativa di quella dei Windsor, con le rivelazioni del principe Harry e della moglie Meghan. Si gioca la stabilità di uno Stato al confine di Israele, Siria, Arabia Saudita e Iraq, che si affaccia sul Mar Rosso con il porto di Aqaba.  C'è stato un grande allarme internazionale. Il presidente Biden ha telefonato al re per sostenerlo. La crisi sembra r

La "forza debole" della preghiera può spostare le montagne

Il cardinale Matteo Maria Zuppi con il presidente Joe Biden Il cardinale Zuppi è stato a Washington dal 17 al 19 luglio dove ha incontrato anche il presidente Biden . Nel lungo e cordiale incontro, il cardinale gli ha consegnato una lettera di Francesco e gli ha manifestato "il dolore del Papa per la sofferenza causata dalla guerra". La sofferenza della guerra è stata al centro del colloquio. L'inviato del Papa si è chiesto come alleviarla. Le questioni umanitarie sono state un tema rilevante nelle conversazioni perché la Santa Sede è molto impegnata su di esse. Il colloquio ha toccato gli sviluppi del conflitto, iniziato un anno e mezzo fa con l'attacco russo. La Santa Sede, come ha già manifestato il card. Zuppi sia a Kyiv che a Mosca, è preoccupata per il suo prolungarsi. Nel viaggio a Kyiv il cardinale aveva constatato le condizioni di vita del popolo ucraino. A sua volta l'elemosiniere del papa, il card. Krajewski, si è recato più volte in Ucraina, anche in r

La Chiesa non si deve rassegnare a un paese fatto di "sonnambuli": dalla sua storia e dal suo vissuto emergono energie di fede e speranza che fanno bene a tutti, vecchi e nuovi italiani

Migranti latinoamericani a messa dal Papa Sono "sonnambuli" gli italiani secondo il rapporto del Censis. Ma una comunità con meno fedeli ha energie di fede In che mondo gli italiani vivono la loro fede? Il Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, la  57a edizione di un'analisi che ha accompagnato la storia italiana, ci aiuta - grazie alle intuizioni di Giuseppe De Rita - a guardare alle dinamiche del presente e del futuro. Non si può pensare alla fede fuori dalla realtà umana degli italiani. Tante volte l'idea di cambiare la Chiesa viene declinata in maniera interna e autoreferenziale. Gli italiani, oggi, non sono quelli che vissero il Vaticano II o le crisi vitali degli anni Sessanta-Settanta. Non sono il Paese "forte", che resistette al terrorismo, in cui il cattolicesimo era una componente decisiva.  Oggi - dice il rapporto - l'Italia è un Paese di "sonnambuli": «il portato antropologico della difficile transizione dalla grammat