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Visualizzazione dei post da aprile, 2016

Il sangue dei cristiani

Dalla Siria all'India è tempo di fermare i massacri compiuti dagli estremisti I cristiani, ancora qualche anno fa, avevano l'immagine dei persecutori, non dei perseguitati. Quando, negli anni Novanta si ricordarono i cinquecent'anni della Conquista dell'America, si parlò d'un cristianesimo impostosi con la forza (certo, non solo) alle popolazioni del continente. Gli europei, quindi i cristiani, erano visti come persecutori. Oggi la percezione è cambiata. Anche perché il cristianesimo non è europeo, ma in larga parte nel Sud del mondo e povero. Gli stessi cristiani europei sono stati perseguitati, come in Unione Sovietica e nell'Est: centinaia di migliaia sono stati eliminati perché credenti e considerati strutturalmente ostacolo al regime socialista. Pure in anni recenti, i cristiani sono stati uccisi in Occidente, perché argine alle mafie e ai poteri oscuri, come don Pino Puglisi, assassinato a Palermo nel 1993. Ma la vera persecuzione è fuori dall'Eu

Ebrei e arabi non furono sempre nemici

Lo dimostra il grande islamologo Bernard Lewis, identificando una consistente tradizione giudeo-islamica nei secoli passati Andrea Riccardi  su Religioni e Civiltà (Sette - Corriere della Sera) del 29 aprile 2016 Sembra che tra ebrei e arabi, da sempre, ci sia stata una storia conflittuale. Non è così in modo assoluto. Lo dimostra il grande islamologo Bernard Lewis, identificando una consistente tradizione giudeo-islamica nei secoli passati. Anzi gli ebrei nel mondo arabo e turco furono all'inizio poco permeabili al sionismo. I problemi vennero con la diffusione dell'antisemitismo di marca europea e con gli insediamenti ebraici in Palestina. Negli anni Venti ci furono traduzioni in arabo del testo antisemita I Protocolli del Savi di Sion fatte da alcuni cristiani: poi il testo fu rilanciato più volte da traduttori ed editori musulmani. Cominciò un periodo assai difficile. Ci furono pogrom antiebraici, prima della nascita dello Stato d'Israele, nell'Algeria francese

Guarire l'Africa per fermare i migranti. Ci vuole più cooperazione

La proposta di Renzi alla Ue merita attenzione. Più cooperazione e politica, meno populismi Matteo Renzi ha proposto all'Unione europea il Migration Compact. Merita attenzione. L'immigrazione non è solo emergenza o problemi di frontiera. Con questa realtà ci misureremo per decenni. Occorre una politica di lungo periodo. Sono anni che lo diciamo. Speriamo che in Siria venga la pace. Parecchi siriani tornerebbero volentieri nella loro terra. Ma il grande problema dei migranti è l'Africa. Da dove vengono? I 24.948 approdati sulle nostre coste dal gennaio 2016 sono originari della Nigeria (3.582), dove c'è la guerra contro i fondamentalisti di Boko Haram; dal Gambia, dalla Somalia (in guerra), dalla Guinea, dalla Costa d'Avorio, dal Senegal, dal Mali (in guerra), dall'Eritrea (con una difficile situazione), dal Sudan (con tante difficoltà) e dal Marocco. Non ci sono muri che li fermino. Prima di tutto, la pace dev'esse

Il Mozambico scommette sui giovani

In un Paese con grandi contraddizioni politiche e finanziarie cresce una generazione di ragazzi preparati, estranei ai vecchi conflitti Parlare di Africa solo come terra di povertà e guerre è un errore. L'Africa di oggi è complessa, ricca non solo di risorse, ma anche d'intraprese economiche. Eppure è segnata da grandi miserie, differenti però da quelle di ieri: le miserie delle grandi città, largamente fatte di slum, dove si accalca una popolazione rapidamente urbanizzata. E poi l'Africa ha tante storie diverse, da paese a paese, con percorsi politici differenti. Ho conosciuto l`Africa negli anni Ottanta attraverso il Mozambico, da poco indipendente dal colonialismo portoghese. Il Mozambico, un paese di 25 milioni di abitanti nell'Africa australe, rappresenta bene il lungo viaggio non senza dolori - dalla povertà all`età delle opportunità. Negli anni Ottanta, governava il regime marxista del Frelimo, il movimento di liberazione ch

I gesti di Francesco contro le paure

I muri sono una scelta miope, fintamente protettiva. Bergoglio ha parlato con semplicità evangelica Avevamo già segnalato il valore della visita di Francesco a Lesbo. Ma l'evento è andato ben oltre le previsioni. Il Papa non ha solo parlato ai rifugiati, ma ne ha portati 12 (musulmani) con sé, dicendo con questo gesto di non aver paura di loro. Lesbo è l'estrema frontiera europea. Lì approdano tanti per venire nel Vecchio continente. Hanno alle spalle guerre e viaggi pericolosi. Troppi sono morti in mare. P roprio sulla frontiera europea, il Papa ha parlato all'Europa. Qui stanno risorgendo le frontiere, che divengono muri. Ha cominciato l'Ungheria; altri l'hanno seguita. C'è stata la vergogna anglofrancese di Calais. Perfino la Macedonia s'è difesa con una barriera dai rifugiati. Ora l'Austria fortifica il Brennero. Alla Grecia e all'Italia è stato lasciato, per un po', il compito di fare da campi di racco

Graziano Delrio, Mons. Viganò, Lucio Caracciolo presentano il libro di Andrea Riccardi "Periferie"

Martedì 19 aprile, alle ore 18, sarà presentato a Palazzo Firenze il volume Periferie. Crisi e novità per la Chiesa , di Andrea Riccardi.Interverranno Graziano Delrio , Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Mons. Dario Edoardo Viganò , Prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, e Lucio Caracciolo , Direttore di Limes. Modererà l’incontro il Segretario Generale della Società Dante Alighieri, Alessandro Masi . Sarà presente l’autore. Continua a leggere

La paura della guerra può avvicinare le fedi

Le prime prove di solidarietà e confronto si sono viste a Roma tra il 1943 e il 1944, quando le chiese hanno dato rifugio agli ebrei Andrea Riccardi  su Religioni e Civiltà (Sette - Corriere della Sera) del 15 aprile 2016 Roma è stata una città clandestina nei nove mesi dell'occupazione tedesca: dal settembre 1943 al 4 giugno 1944, quando fu liberata dagli alleati. Allora si diceva che metà Roma nascondeva l'altra metà. Elena Carandini, testimone degli eventi, osservava: «Nascondersi, nascondersi, non si sente altro. Ogni casa ha il suo segreto». Oggi, passando davanti ai palazzi e alle chiese, non si sospetta la vita sommersa di allora. Un manifesto fascista rappresentava un uomo dietro le persiane e commentava: «il vile si nasconde mentre l'invasore distrugge la Patria». Impossibile calcolare il numero dei clandestini: forse tra i 200.000 e i 400.000 in una città con poco più di un milione di abitanti. I richiamati alla leva fascista si nascondevano. Lo storico Renz

L'Europa e i profughi, convocare un sinodo ecumenico dei cristiani europei

IL PAPA A LESBO E' giunto il momento di una convocazione dei cristiani europei che affronti la grande questione dei rifugiati Su un piccolo Paese, è caduto un peso immenso. Mentre, a cominciare dalla cattolica Ungheria, si alzano muri per difendersi dai rifugiati. Lesbo è il nome di un dramma: i rifugiati approdano alle isole greche per fuggire la guerra. Il caso più noto è la Siria, i cui  profughi sono migrati, in Libano, Turchia e Giordania. La Grecia è il primo approdo per chi viene in Europa. A Lesbo, su 90 mila abitanti, ci sono tra 7 e 10 mila rifugiati. La Grecia - va detto - nonostante la crisi è generosa verso di loro. Il Governo fa la sua parte. Molto attiva nell`accoglienza è la Chiesa ortodossa greca, guidata dall`arcivescovo di Atene, Hieronimos II, con un`opera coordinata dal metropolita Gabriel. Papa Francesco, a settembre 2015, ha chiesto a ogni parrocchia europea di accogliere i rifugiati. L`appello non ha avuto la risp

I giovani immigrati hanno fame di futuro e questa è una risorsa per l'Italia

Andrea Riccardi ne ha parlato ieri in una conferenza organizzata da Anci Marche, Regione Marche e la Conferenza Episcopale Marchigiana. Nel suo intervento, Riccardi ha sottolineato come la voglia di futuro dei giovani immigrati li renda competitivi rispetto ai coetanei italiani, talvolta meno motivati. Ha poi spaziato su molti altri temi, dalla politica ai giovani, dall'immigrazione all'etica. continua a leggere

Cosa resterà della grande Chiesa?

Le piccole comunità cristiane sparse in Oriente sono a rischio. Il XXI secolo potrebbe essere l'ultimo della loro lunghissima storia. Andrea Riccardi  su Religioni e Civiltà (Sette - Corriere della Sera) dell'8 aprile 2016 C'è un cristianesimo in larga parte perduto, diverso da quello occidentale (cattolico o protestante) o da quello ortodosso di Costantinopoli e Mosca. Ne restano alcuni spezzoni, salvatisi dal naufragio: piccole comunità cristiane e documenti di una lunga storia. Quando nell'agosto scorso, si seppe che Daesh aveva rapito più di duecento cristiani in Siria, si parlò di loro come "assiri". Di chi si trattava? Questi "assiri" sono figli di una grande Chiesa che, a partire dal V secolo, raggiunse l'Asia centrale, la Cina, l'India e il Tibet. Nelle rovine dell'antica città di Merv (ora in Turkmenistan) sono stati scoperti da una missione archeologica italiana i resti di una chiesa assira. Il cristianesimo assiro e quello