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Andrea Riccardi commenta su La Stampa i gravi fatti tunisini e lancia un allarme: Tunisi va sostenuta, altrimenti non ce la farà

da La Stampa del 29 giugno 2015 - intervista di Giacomo Galeazzi

«L`Europa sbaglia a isolare Mosca: serve anche la Russia per stabilizzare il Mediterraneo». Lo storico Andrea Riccardi, ex ministro per la Cooperazione internazionale e l`Integrazione, ha fondato nel 1968 la Comunità di Sant`Egidio, «Onu cattolica» in prima linea su decine di fronti caldi e negoziati di pace. Geopolitica unita al dialogo tra le religioni.
Secondo la rivista Time, con il venerdì dì sangue l`Isis cambia tattica: attacchi punitivi all`esterno invece di concentrarsi solo sull`espansione territoriale. Condivide questo grido d`allarme?
«No. La situazione è grave però non vanno confusi eventi tra loro diversi. In comune ci sono una diffusa aggressività, l`appello jihadista ai lupi solitari e il franchising del terrore modello-Al Qaeda. Non esiste un inesorabile fronte che si riversa contro l`Occidente. In Kuwait, come nello Yemen, il conflitto è tra sunniti e sciiti mentre l`attentato in Francia è segno di una grave emergenza: la mancata integrazione delle banlieue. La Tunisia è sotto attacco: deve diventare paese prioritario per l`Occidente. Serve concretamente tutto il sostegno possibile altrimenti il governo tunisino sarà presto in ginocchio. Tragedia immane»
Perché la Tunisia è un`urgenza?
«Si trova accanto a un paese fallito come la Libia. Le stragi nei musei e sulle spiagge sono un messaggio inequivocabile. come quando il Pkk curdo all`inizio di ogni stagione turistica disseminava di attentati le località balneari turche. La differenza è che la Turchia era un paese forte, la Tunisia è fragilissima. L`Italia e l`Ue devono impedire che la democrazia tunisina crolli. O saranno guai»
I diplomatici Usa collegano il rischio del «lupo solitario» alle complicità sunnite. È d`accordo?
«Il mondo sunnita ha un`enorme responsabilità. Una parte di esso sta reagendo e l`università di Al Azhar ha condannato il califfato, ma ambienti sunniti mantengono complicità più politiche che religiose. L`Italia e l`Ue devono mettere in campo politiche mirate perché le nostre città sono incubatrici di violenza, cellule spontanee e foreign fighters. Nel Mediterraneo servono strategie specifiche e invece rivolgiamo la nostra ostilità contro la Russia. È un errore micidiale perché Mosca è parte fondamentale nella soluzione del problema del Me- diterraneo nel caos. Ora si invocano le crociate ma nessuno vuole fare davvero la guerra».
Il Giubileo richiamerà 30 milioni di fedeli: sale il rischio-attentati?
«Il pericolo c`è. Sia per i pellegrini sia per i residenti. Andranno prese le misure opportune ma la prima forma di sicurezza è la tenuta del sistema sociale. Serve il massimo di collaborazione tra le intelligente e le polizie europee. Gli argini decisivi alla minaccia terroristica sono la capacità di integrare e un tessuto sociale che faccia muro contro le infiltrazioni. Invece l`Europa si è chiusa in se stessa: le serve più coraggio in politica estera. Gli estremisti vogliono costruire barrìere dì paura, odio e diffidenza, minare la pace, la sicurezza e la convivenza per arrivare alla guerra di civiltà. E assurdo considerare potenziali terroristi i rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni in Africa e Medio Oriente. Abbiamo una sfida complessa».

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